14/05/2022
Non tutte le curvature anomale del rachide sono patologiche: spesso il loro trattamento è semplice e richiede solo un programma di fisioterapia per il recupero della condizione iniziale.
Per comprendere quali curve sono patologiche e quali sono solo conseguenza di atteggiamenti posturali scorretti, è utile analizzare le differenze tra "paramorfismi" o "dismorfismi" della colonna vertebrale.
I paramorfismi della colonna vertebrale sono atteggiamenti posturali scorretti, conseguenza anche dell’assunzione di posizioni anomale ripetute nel tempo.
Numerose condizioni possono influire nello sviluppo di un paramorfismo, ma niente che non possa essere corretto con il volere del paziente:
⟶ una postura scorretta sul banco di scuola;
⟶ l’utilizzo di uno zaino pesante;
⟶ le posizioni assunte in ufficio utilizzando il computer;
⟶ le abitudini posturali sbagliate del paziente.
Non si parla di modificazioni permanenti e la ginnastica posturale o la fisioterapia rendono queste condizioni reversibili.
I paramorfismi del rachide sono:
⟶ l’atteggiamento scoliotico, ovvero una leggera curvatura laterale della schiena;
⟶ l’ipercifosi [nelle forme lievi], dove si presenta una leggera gibbosità;
⟶ l’atteggiamento iperlordotico [la cosiddetta “postura militare”];
⟶ la postura flat-back [dorso piatto], con la testa e il collo in avanti, mantenendo la zona lombare dritta;
⟶ la postura swayback, in cui il bacino è posizionato anteriormente al torace e la testa risulta protesa in avanti.
È importante, comunque, la correzione di ogni paramorfismo, in quanto è possibile che questo evolva, se non trattato, in dismorfismo.
I dismorfismi della colonna vertebrale sono, invece, condizioni più severe, in cui si presentano delle vere e proprie modificazioni della morfologia del rachide.
Il trattamento è più complesso, in quanto la modificazione assume carattere di irreversibilità, come:
⟶ la rotazione di una o più vertebre sull’asse;
⟶ un’anomalia della forma naturale [di natura generalmente congenita],
e mostrano un andamento ingravescente.
Tra i dismorfismi si annoverano:
⟶ la scoliosi propriamente detta [in cui si presenta anche una rotazione delle vertebre];
⟶ l’ipercifosi, nella forma cronica;
⟶ il morbo di Scheuermann, in cui le vertebre assumono una forma a cuneo;
⟶ l’iperlordosi, associata spesso ad atteggiamento scoliotico o ipercifosi lieve.
La correzione in questi casi è più complessa e richiede osservazione costante, vista la natura ingravescente della condizione.
I trattamenti per i paramorfismi o dismorfismi della colonna vertebrale vengono studiati partendo proprio dalla diagnosi differenziale tra queste due condizioni.
Ogni anomalia deve essere valutata nello specifico, sia per poter identificare con chiarezza il trattamento, sia per poter comprendere un eventuale carattere ingravescente della patologia.
Più nello specifico, i paramorfismi possono essere trattati con esercizi posturali e fisioterapia, senza l’ausilio di busti correttivi e tantomeno della chirurgia.
I dismorfismi, invece, prevedono in primo luogo il rinforzo della muscolatura e successivamente l’utilizzo di tutori: la chirurgia viene evitata quando possibile, anche se in alcuni casi si rende necessaria, soprattutto nei casi che mostrano una progressione particolarmente veloce.
[per approfondire: ⟶ https://georgiosbakaloudis.it/paramorfismi-e-dismorfismi-della-colonna-vertebrale/]