Dott. Corpolongo Daniele

Dott. Corpolongo Daniele STUDIO PROFESSIONALE DI FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONE MOTORIA Il percorso formativo del Dott.

Daniele Corpolongo pone le sue basi su tre titoli abilitanti:

- Laurea in Fisioterapia conseguita presso facoltà di Medicina dell'Università "La Sapienza” di Roma.

- Laurea Magistrale in Attività Motorie Preventive e Adattate presso l'Università IUSM "Foro Italico" di Roma.

- Laurea in Scienze Motorie presso l'Università degli studi di "Cassino". Esperienze professionali:

- Reparto di Fisioterapia
Casa di Cura "VILLA STUART" Roma
Tirocinio di Riabilitazione motoria e test di valutazione funzionale con affiancamento a tutor (2009-2010).

- Reparto di Fisioterapia
Ospedale Ortopedico "ICOT" Latina
Tirocinio di Fisioterapia manuale con affiancamento a tutor (2011)

- Reparto di Fisioterapia
Ospedale "SAN CARLO" Sezze
Tirocinio di Fisioterapia strumentale e rieducazione posturale con affiancamento a tutor (2011).

- Reparto di Fisioterapia
Ospedale "SAN RAFFAELE" Cassino
Tirocinio di Fisioterapia neurologica, ortopedica e respiratoria con affiancamento a tutor (2012- 2013)

- Ambulatorio di Massofisioterapia
di "VISCUSI RAFFAELE" Formia
Fisioterapista - Libero professionista
massoterapia, idrokinesiterapia, terapia fisica strumentale, rieducazione motoria, ginnastica posturale (2014 - 2018)

In virtù del programma ECM – Educazione Continua in Medicina – il Dott. Corpolongo ha arricchito e continuerà ad arricchire le sue conoscenze con vari corsi di specializzazione e convegni formativi su un’ampia gamma di argomenti, al fine di aumentare la propria professionalità e offrire un servizio sempre migliore.

11/09/2025
Restyling 💪👨‍⚕️….
03/09/2025

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12/08/2025
10/07/2025

Fisiatra? Fisioterapista? Chinesiologo? Osteopata? Posturologo?

Facciamo chiarezza una volta per tutte.

In un mondo in cui ogni giorno si parla di dolore, postura, diagnosi, benessere, prevenzione, ginnastica posturale, trattamenti risolutivi ed esercizi miracolosi.. orientarsi è sempre più difficile.

E spesso, chi ha un sintomo o un fastidio finisce per scegliere in base a ciò che appare sui social, non in base alle competenze reali.

Il problema? Sui social si sente di tutto.

Per questo, il dott. Marco Di Gesù, presidente dell’Associazione Nazionale di Fisiatria Interventistica, e Fisio-Notizie hanno deciso di fare un po’ di chiarezza insieme con un articolo pensato per aiutarti a scegliere in modo consapevole.

L’obiettivo di questo articolo? Fare finalmente ordine. E lo faremo analizzando, in modo pratico e comprensibile, le figure professionali che più spesso si incontrano cercando soluzioni a un dolore o a un problema fisico.

1. FISIATRA – Diagnosi, prescrizione, trattamenti mini-invasivi

Quando c’è un sintomo, serve prima di tutto capire di cosa si tratta.

Il fisiatra è il medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione: visita, formula una diagnosi, prescrive esami, farmaci, trattamenti fisioterapici e può indicare percorsi riabilitativi specifici. È anche l’unica figura tra quelle che tratteremo, abilitata a eseguire trattamenti percutanei (come infiltrazioni, dry needling, elettrolisi) e utilizzare l’ecografo a fini diagnostici.

In ambito medico, accanto al medico di base (Medico di Medicina Generale) e al pediatra, il fisiatra rappresenta un riferimento fondamentale, insieme a ortopedico, reumatologo, neurologo, medico dello sport, a seconda dei casi.

Nell’ambito muscoloscheletrico, in particolare, il fisiatra specializzato in interventistica può integrare la visita con l’ecografia e include nel percorso riabilitativo le tecniche mini-invasive più appropriate, favorendo una presa in carico coordinata ed efficace.

2. FISIOTERAPISTA – Valutazione funzionale, trattamento e prevenzione clinica

Il fisioterapista è il professionista sanitario con competenze specifiche nella valutazione e nel trattamento delle disfunzioni dell’apparato muscolo-scheletrico, neurologico e viscerale che limitano il movimento e la funzione, sia in fase acuta che cronica, anche in autonomia (in contesto privato).

Può lavorare anche in assenza di una diagnosi medica, purché i segni e i sintomi presentati rientrino nelle sue competenze. In caso contrario, ha il dovere di indirizzare il paziente verso una valutazione medica specialistica.

Il fisioterapista appartiene alle professioni sanitarie, le uniche ad eseguire valutazioni cliniche funzionali, trattare sintomi, agire in presenza di dolore, patologie diagnosticate o sospette, o pianificare percorsi riabilitativi personalizzati.

Nessun altro professionista non sanitario può farlo in questi termini, anche se in possesso di master, attestati o certificazioni private.

Il fisioterapista lavora anche in ambito preventivo, promuovendo stili di vita corretti e strategie per ridurre il rischio di recidive o di peggioramento funzionale.

Inoltre, ha la capacità di discernere i casi in cui si sia in presenza di una patologia che richieda, pertanto, una diagnosi e l’invio alla corretta figura sanitaria specialistica a cui rimandare il paziente.

3. CHINESIOLOGO – Prevenzione, performance, movimento

Il chinesiologo è il laureato in Scienze Motorie, esperto in attività motoria finalizzata al benessere e adattata, alla prevenzione e al miglioramento della performance.

- Chinesiologo con laurea triennale (L-22)

Si occupa di attività motoria in soggetti sani, con finalità educative, ludiche, preventive e di promozione della salute. Non è abilitato a redigere programmi di esercizio fisico adattato su soggetti con patologie, né a operare in presenza di dolore o sintomi clinici. Può collaborare con le figure sanitarie in fase post-riabilitativa, sempre su indicazione e sotto la supervisione di un professionista sanitario.

⁠- Chinesiologo con laurea magistrale (LM-67)

È l’unica figura non sanitaria che può elaborare e gestire programmi di Esercizio Fisico Adattato (EFA), rivolti a soggetti con patologie croniche stabilizzate. Anche in questo caso, l’attività deve svolgersi in assenza di condizioni cliniche acute, sempre con finalità preventive e di mantenimento funzionale, e non di trattamento riabilitativo della patologia. Richiede un raccordo con il medico o il fisioterapista responsabile del percorso di cura fatto precedentemente.

La sua attività è quindi lecita e preziosa nella prevenzione primaria, nel miglioramento dello stile di vita e nel periodo post-riabilitativo, purché siano chiari i confini: il chinesiologo non è una figura sanitaria e non può sostituirsi ai professionisti della riabilitazione clinica.

Anche master universitari, corsi di alta formazione o certificazioni private non abilitano ad attività cliniche o terapeutiche se non affiancati da un titolo sanitario abilitante.

4. OSTEOPATA – Tra manualità e limiti normativi

L’osteopatia non è ancora una professione sanitaria ufficialmente operativa in Italia. Chi la esercita deve essere già un sanitario (medico, fisioterapista, ecc.). In caso contrario, il rischio è quello dell’abuso di professione (art. 348 C.P.).

Dal 2018 esiste un percorso legislativo per il riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria, ma ad oggi non è ancora completamente definito né attuato con percorsi universitari abilitanti. Questo significa che chi si presenta come osteopata senza un titolo sanitario di base, di fatto, non è autorizzato a trattare clinicamente dolore o patologie.

5. POSTUROLOGO – Attenzione ai titoli e alla formazione

La posturologia, invece, non è una professione, ma un ambito di studio multidisciplinare. Un “posturologo” può avere una formazione eterogenea (fisioterapista, medico, laureato in scienze motorie) ma la qualifica non corrisponde a un titolo abilitante di per sé.

Attenzione dunque a scuole private, attestati non riconosciuti o chi si presenta come “terapista posturale” senza titoli abilitanti: il rischio è di affidarsi a figure non qualificate, con conseguenze per la salute e per la legalità dell’atto terapeutico.

6. LE PAROLE CONTANO – Quando “trattamento” e “paziente” non sono neutre

Quando è presente un sintomo o una disfunzione, parole come “paziente” e “trattamento” implicano un atto sanitario. Non sono termini neutri: presuppongono una formazione abilitante, una responsabilità professionale, norme deontologiche, un’assicurazione obbligatoria.

Per questo è fondamentale che il fisiatra (o altro medico) faccia diagnosi, il fisioterapista si occupi di prevenzione e riabilitazione clinica, il chinesiologo con laurea magistrale LM-67 elabori e gestisca programmi di esercizio fisico adattato su soggetti con patologie croniche stabilizzate, sempre in raccordo con la figura sanitaria e senza finalità terapeutiche, il chinesiologo con laurea triennale promuova il benessere e la salute nei soggetti sani.

L’abuso di titoli (come “dottore” quando usato in modo da far intendere che si tratti di un medico) ha contribuito alla confusione. Ma la chiarezza protegge tutti: i cittadini, i professionisti onesti, la salute pubblica.

IN SINTESI, A CHI RIVOLGERSI?

Hai dolore, rigidità, un problema, un dubbio o un sintomo che non passa? Parlane con il tuo medico di base o con un fisiatra: se necessario, saranno loro a indirizzarti verso lo specialista più idoneo.

Puoi anche rivolgerti direttamente a un fisioterapista qualificato, che saprà valutare la situazione, trattare i casi di sua competenza ed eventualmente inviarti al medico più adatto.

Stai bene oppure hai una patologia cronica stabilizzata dal medico o dal fisioterapista e vuoi migliorare la tua autonomia e la tua forma fisica in sicurezza? Puoi affidarti a un chinesiologo con laurea magistrale LM-67, che progetta programmi di esercizio fisico adattato.

Se stai bene e vuoi migliorare postura, performance e qualità della vita, puoi rivolgerti a un chinesiologo laureato in Scienze Motorie.

La prossima volta che hai un sintomo o un fastidio e leggi “trattamento risolutivo” o “miracoloso”, fai due domande: “Hai una laurea? Sei un professionista sanitario?”

Se la risposta è vaga.. cambiare strada è già prendersi cura di sé.

Se questo contenuto ti è stato utile, condividilo. Anche informare è un atto di cura. Anche una condivisione può cambiare il percorso di chi è in cerca di risposte.

Verifica sempre la qualifica di chi si prende cura di te!

Medico: https://portale.fnomceo.it/cerca-prof

Fisioterapista: https://albo.alboweb-fnofi.net/registry/search

Chinesiologo: https://www.scienzemotorie.it

Questo contenuto è stato realizzato da Fisio-Notizie e dal dott. Marco Di Gesù per promuovere una cultura della salute basata su competenza e responsabilità.

20/06/2025

“Quel punto tra scapola e colonna che ti tormenta..” e che non ti abbandona mai! Ti suona familiare? Allora guarda bene quest’immagine: quelle tre X segnano uno dei disturbi più comuni (e sottovalutati!) del tratto dorsale.

Dove siamo?

Esattamente tra la scapola mediale e la colonna vertebrale, tra T3 e T7 circa.
Il colpevole? Spesso lui: il muscolo romboide, o meglio, la disfunzione miofasciale del romboide.

Ma non è mai solo.

Chi c’è dietro questo dolore?

Romboidi (grande e piccolo): stabilizzatori della scapola, soffrono quando stai troppo al PC.

Elevatore della scapola: si infiamma quando sei “tirato” (anche emotivamente).

Dentato posteriore superiore: raro, ma fastidioso.

Trigger point nel trapezio medio o nel sottoscapolare (che spesso mima dolore tra scapola e colonna).

Perché fa male proprio lì?

Perché quella zona è una “zona di compenso e di scarico” posturale: smartphone, PC, guida, posture prolungate.. sono tutte situazioni in cui: la scapola si disallinea, i romboidi lavorano “a vuoto, la fascia toracolombare si irrigidisce e il dolore diventa cronico e frustrante.

Curiosità neurologica

Il dolore tra scapola e colonna può anche avere riflessi viscerali (esofago, stomaco, pericardio), oppure essere referito da punti trigger o da alterazioni del rachide cervicale.

Cosa facciamo in fisioterapia?

Mobilizzazione scapolo-toracica e rilasci manuali; lavoro attivo sui retrattori scapolari e sul dentato anteriore; respirazione: un diaframma bloccato può contribuire alla rigidità toracica! Stretching cervicale e attenzione al controllo posturale dinamico.

Se serve, valutazione viscerale.

Ti è mai capitato di “sentire” una pallina o un chiodo conficcato in quel punto?
Scrivilo nei commenti! Oppure tagga quell’amico/a che si lamenta ogni giorno con un “mi si è bloccata la scapola”. 😆

E per i curiosi, come sempre, vi rimandiamo alla lettura di alcuni articoli di approfondimento.

https://educarefisio.com/2025/01/02/i-muscoli-romboidi/
https://educarefisio.com/2025/03/20/il-muscolo-trapezio/
https://educarefisio.com/2024/11/21/il-muscolo-elevatore-della-scapola/
https://educarefisio.com/2015/11/17/trigger-point-e-sindrome-miofasciale/

26/05/2025

Ti formicolano le mani? Forse è il tuo collo a parlare.

Hai mai provato quella sensazione strana, come se le mani si “addormentassero” da sole? Magari di notte, mentre dormi. Oppure ti svegli e il mignolo non risponde. E giù a dare la colpa al cuscino, al materasso o, come Angelica, a una spalla operata trent’anni fa.

Ecco, questo post nasce da voi.
Dai vostri commenti, dai vostri racconti.
E da una consapevolezza che emerge chiara: il collo non dimentica. E quando soffre, lo fa sapere.. altrove.

Benvenuti a un nuovo episodio di “Commenta che ti passa!” Dove i vostri commenti trasformano i nostri post.

Formicolii notturni, dita ovattate e una cervicale che “mormora”.

Simona racconta:
“Da due mesi ho le formiche alle mani la sera.. Faccio yoga a casa, ma forse ho esagerato.”

Ruggero si sveglia nel cuore della notte con sensazioni strane, che spariscono al mattino. Ha pensato fosse il gomito. Ma qualcosa non tornava.

Eli, dopo un colpo di frusta di 20 anni fa, avverte ancora oggi formicolii alle dita. C6 e C7 non hanno mai smesso di parlare.

Cristina condivide una diagnosi secca:
C5–C6 stenosi cervicale.

Una parola che fa paura, ma che spesso racconta una storia fatta di spazi che si restringono, radici che si comprimono e sintomi che cercano spazio nella vita quotidiana.

Il collo è la centralina. Ma i sintomi.. viaggiano lontano. Ogni radice cervicale innerva una zona precisa del corpo. Quando viene irritata o compressa, non sempre senti dolore al collo, ma là dove quella radice manda i suoi segnali.

Ecco una mini mappa dei dermatomeri cervicali:

C5 → Parte laterale del braccio fino al gomito
C6 → Avambraccio laterale, pollice e indice
C7 → Dito medio e parte posteriore centrale dell’avambraccio
C8 → Mignolo, anulare, lato ulnare della mano

Bianchina scrive:
“C3-C4, crampi muscolari al collo, lateralmente.”

In effetti, C3 e C4 controllano il collo e la spalla. Se qualcosa si altera lì, l’equilibrio cervicale si incrina.

Test semplice: dove senti davvero?

Vuoi provare un piccolo test percettivo?

1. Chiudi gli occhi.

2. Sfiora delicatamente:

- Pollice e indice (C6)
- Dito medio (C7)
- Mignolo e anulare (C8)

3. Dove senti meno? Dove la sensibilità cambia tra una mano e l’altra?

Se noti differenze, potrebbe essere il primo segnale che qualcosa, a monte, non funziona come dovrebbe.

Come per Angelica: i suoi sintomi sparivano al mattino. Un classico segno di compressione posizionale.

Le 4 cause più comuni di radicolopatia cervicale.

Dai vostri racconti, emergono quattro scenari tipici:

1. Trauma cervicale remoto

Come Eli. Un vecchio colpo di frusta può alterare la biomeccanica, predisponendo a compressioni nervose anche a distanza di anni.

2. Sovraccarico posturale o da esercizio

Come Simona. Alcune posizioni dello yoga (candela, ponte, cane a testa in giù) possono chiudere i forami di coniugazione e irritare le radici.

3. Spondilosi e artrosi

Come Cristina. Osteofiti, disidratazione discale, perdita di spazio tra le vertebre. Il nervo? Compresso.

4. Esiti chirurgici o adattamenti cronici

Come Angelica. Una spalla operata può aver innescato anni di compensi cervicali. Il corpo adatta. Ma poi chiede il conto.

Quando è il momento di agire?

Non tutti i formicolii sono pericolosi.
Ma alcuni sì.

Attenzione se: durano da settimane o mesi, coinvolgono più dita in modo costante, alterano la forza o la presa, si associano a dolore irradiato, peggiorano in certe posture o di notte.

Fisioterapia? Sì, ma su misura.

Ogni storia è unica.
E ogni radicolopatia ha il suo percorso.

Cosa serve?

- Valutazione specifica: test neurologici, Spurling, tensione neurale

- Educazione e scarico: postura, ergonomia, scelta del cuscino

- Mobilità mirata: decompressione cervicale, esercizi neurodinamici, rilascio miofasciale

- Rinforzo attivo: muscoli profondi cervicali, retrattori scapolari, controllo motorio

Non trattare il sintomo.
Tratta la radice. In tutti i sensi.

Dai commenti..alle connessioni. Quello che scrivete non è solo “esperienza”. È clinica viva.

Ogni racconto è un pezzo. E messi insieme, quei pezzi disegnano mappe. Mappe che aiutano chi legge a capire che il corpo non manda segnali a caso.

E tu?

Hai mai avuto dita addormentate, dolori strani, sensazioni che viaggiano? Hai fatto esami? Hai provato terapie? Hai capito da dove veniva?

Scrivilo nei commenti.

Il tuo racconto potrebbe aiutare qualcun altro. E diventare parte del prossimo episodio. 🤭

29/04/2025

Ed eccoci di nuovo insieme in questo lunedì di “Anatomia Spassosa: esploriamo il corpo umano con un sorriso!” 😄

Oggi non parliamo di ossa, legamenti o muscoli... ma di qualcosa che unisce, trasmette e coordina: la membrana interossea! Sottile ma resistentissima, è l’alleata silenziosa che mette in connessione due ossa lunghe e tiene tutto in equilibrio. Un po’ come una zip tra le due metà di un giubbotto! 🧥

La membrana interossea è una lamina fibrosa che collega tra loro le due ossa lunghe dell’avambraccio (radio e ulna) o della gamba (tibia e perone).
Non è un semplice “tessuto riempitivo”: lavora ogni giorno per trasmettere forze, stabilizzare, separare compartimenti muscolari e guidare i movimenti.
Una vera regista tissutale, invisibile ma indispensabile.

Cos’è e dov’è?

Esistono due membrane interossee principali nel nostro corpo:

Tra radio e ulna (nell’avambraccio)
Tra tibia e perone (nella gamba)

In entrambi i casi, la membrana si estende longitudinalmente tra le diafisi delle ossa, con fibre orientate obliquamente, che non solo uniscono, ma distribuiscono i carichi in modo intelligente.

Ad esempio, nel braccio, se spingi con la mano, la membrana aiuta a trasferire la forza dal radio (che riceve il carico) all’ulna, che è più in linea col gomito.

Curiosità divertente

Immagina la membrana interossea come una rete Wi-Fi con i cavi ben nascosti: non la vedi, ma connette tutto e fa funzionare le comunicazioni tra ossa, muscoli, vasi e nervi! 📡

E quando si rompe o si danneggia… è come perdere il segnale: i compartimenti perdono stabilità e l’intero sistema diventa più fragile.

Funzionamento buffo

È un po’ come un elastico teso tra due amici che giocano al tiro alla fune.
Se uno tira troppo e l’elastico è sano, l’altro lo sente subito. Ma se l’elastico si strappa, ognuno va per conto suo… e il gioco finisce male! 🪢

Nella vita di tutti i giorni

Ogni volta che ruoti l’avambraccio per aprire una bottiglia, o che corri e atterri sul piede, le membrane interossee entrano in azione per distribuire carichi, mantenere l’allineamento, separare i compartimenti muscolari e stabilizzare il movimento.

Nell’arto superiore, guida i movimenti di pronazione e supinazione.
Nell’arto inferiore, aiuta a trasmettere i carichi dalla gamba al piede.

Parole complicate, spiegate semplici

Membrana interossea: lamina fibrosa che unisce due ossa lunghe (radio-ulna o tibia-perone)

Compartimenti muscolari: zone chiuse da fasce che contengono gruppi muscolari, nervi e vasi

Trasmissione del carico: distribuzione intelligente delle forze meccaniche tra le strutture

Come può soffrire?

Anche se resistente, la membrana interossea può essere coinvolta in:

Fratture instabili (es. frattura diafisaria del radio): se la membrana è lesa, l’avambraccio perde equilibrio

Lesioni da trazione o impatti: traumi possono stirarla o strapparla

Sindrome compartimentale: se si accumula pressione nei compartimenti separati dalla membrana, può essere coinvolta in un quadro acuto da decomprimere chirurgicamente

Momento educativo leggero

Vuoi prenderti cura delle tue membrane interossee?

Allena la propriocezione e la coordinazione tra i segmenti

Non trascurare esercizi di forza e controllo in rotazione (avambraccio) e stabilità tibio-peroneale (gamba)

In caso di fratture o dolore persistente… meglio una valutazione accurata, anche ecografica o RM se necessario!

Curiosità scientifica

Nel 2007 è stato descritto il “complesso della membrana interossea" dell’avambraccio, che lavora insieme alla sindesmosi distale e alla membrana stessa per garantire stabilità longitudinale.

La porzione centrale della membrana ha fibre orientate diagonalmente e rappresenta la zona più resistente, mentre le parti prossimale e distale sono più sottili.

Nel compartimento gamba, è coinvolta anche nella dinamica della sindesmosi tibio-peroneale, cruciale per la stabilità della caviglia.

Conclusione

La prossima volta che ruoti il polso o spingi sul piede per scattare in avanti, pensa alla tua membrana interossea: quel nastro teso e silenzioso che tiene tutto unito e fa in modo che nulla “balli fuori posto”.

Ci vediamo la settimana prossima per scoprire un’altra meraviglia del corpo umano, sempre con il sorriso! 😊

Da oggi presso il nostro studio abbiamo a disposizione dei pazienti una nuova tecnologia all’avanguardia! 💪 👨‍⚕️ ❤️‍🩹 💫 ...
03/02/2025

Da oggi presso il nostro studio abbiamo a disposizione dei pazienti una nuova tecnologia all’avanguardia! 💪 👨‍⚕️ ❤️‍🩹 💫

IL SISTEMA SUPER INDUTTIVO (SIS): UNA RIVOLUZIONE IN FISIOTERAPIA

Il Sistema Super Induttivo rappresenta una svolta nella fisioterapia moderna, combinando innovazione tecnologica e risultati clinici comprovati. È una soluzione ideale per chi soffre di dolore cronico, lesioni muscoloscheletriche, fratture o necessita di riabilitazione post-traumatica.

Rispetto alle tradizionali terapie fisiche strumentali ecco alcune novità e benefici nel trattamento grazie alla sua tecnologia avanzata:

-Riduzione rapida del dolore: Agisce direttamente sulle fibre nervose aiutando a modulare il dolore e offrendo sollievo già dopo poche sedute.

-Guarigione precoce nelle fratture: la profondità di azione del sistema è così alta che addirittura nelle fratture si può iniziare a somministrare sopra il gesso sin dal primo giorno stimolando la formazione del callo osseo in corrispondenza di rime di frattura.

-Accelerazione della rigenerazione tissutale: Perfetto per lesioni muscolari o tendinee.

-Efficacia in profondità: Contrazioni muscolari più profonde e mirate del muscolo grazie all’alta intensità dei campi elettromagnetici ideali per il recupero della forza muscolare o il mantenimento della tonicità.

-Mobilizzazione articolare: il campo magnetico riproduce una sorta di mobilizzazione delle articolazioni su cui è direzionato, attraverso piccole contrazioni continue dei muscoli che si inseriscono sulla capsula articolare.

-Riduzione della spasticità: il SIS è forse uno dei pochissimi macchinari da utilizzare anche in campo neurologico in pazienti con lesione centrale per ottenere inibizione dell’ipertonia muscolare (trattamento post ictus per contrastare l'ipertono).

-Incremento della microcircolazione: Utile per il drenaggio e la riduzione dell’infiammazione.

-Versatilità: È adatto a una vasta gamma di patologie e condizioni fisiche e diverse possibilità di applicazione come sopra vestiti o non direttamente a contatto con la pelle.

-Sedute rapide: Il trattamento è veloce e ben tollerato, ideale per chi desidera risultati in tempi brevi.

Ma di cosa si tratta esattamente.

COME FUNZIONA?

Si basa essenzialmente su tre terapie combinate: campi magnetici – microcorrenti – vibrazioni. La novità è rappresentata soprattutto dai campi elettromagnetici ad alta intensità e bassa frequenza, ma a differenza dei tradizionali, la Forza Motrice indotta e di conseguenza l’idoneità terapeutica sono elevate grazie al suo innovativo e brevettato Campo Focalizzato ad altissima intensità.

La tecnologia del Sistema Super Induttivo utilizza il campo elettromagnetico emesso dall’applicatore a campo focalizzato e assicura che la terapia agisca in maniera precisa sull’area localizzata in profondità nel tessuto, mentre trasferisce intensità fino a 2.5 Tesla che influenzano positivamente il tessuto umano.

Il campo magnetico focalizzato ad alta intensità va ad agire sulla depolarizzazione della membrana cellulare innalzando poi il potenziale della stessa attraverso uno stimolo di overpeak (cioè, portano inizialmente la tensione a valori elevati per poi stabilizzarsi su quelli ottimali di -70 mV) ripristinando il corretto funzionamento della p***a SODIO/POTASSIO, provocando immediatamente notevoli benefici.

L’ampia gamma di frequenze assicura che il Sistema Super Induttivo BTL sia indicato per tutte le fasi delle condizioni dolorose. La gestione del dolore si basa su tre diverse teorie del controllo del dolore, ognuna di esse presenta un diverso spettro di frequenze, di conseguenza la terapia SIS comporta un immediato sollievo dai disturbi a qualsiasi stadio, sia esso cronico o acuto.

Per saperne di più o per prenotare una consulenza, contattaci!

Ci rivediamo il 2 gennaio🥂
23/12/2024

Ci rivediamo il 2 gennaio🥂

📣 Hai già pensato a che tipo di attività fisica iniziare?✅ Sono ripartiti i corsi di Posturale, Pilates e Funzionale su ...
12/10/2024

📣 Hai già pensato a che tipo di attività fisica iniziare?
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Pilates e Funzionale su panca WBS
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Giorni e orari per partecipare alle lezioni:
Mercoledì ore 17:00 o 18:30
Venerdì ore 12:00 o 18:30

Per info e prenotazioni, inviaci un messaggio o chiamaci al numero:
328-1889007

Indirizzo

Via Rubino N. 110
Formia
04023

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 12:30
15:00 - 20:30
Martedì 09:00 - 12:30
15:00 - 20:30
Mercoledì 09:00 - 12:30
15:00 - 20:30
Giovedì 09:00 - 12:30
15:00 - 20:30
Venerdì 09:00 - 12:30
15:00 - 20:30
Sabato 09:00 - 13:00

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