
01/05/2020
LA PRATICA DELLA MEDITAZIONE DELLA PIENA PRESENZA AL TEMPO DEL COVID19
Presso “Centro l’Armonia” a Fornacette - Incontri di meditazione in video conferenza due volte alla settimana.
Non si può non essere colpiti da come, in pochissimo tempo e su scala planetaria, questa epidemia dovuta al CoronaVirusd19 abbia messo in ginocchio, se non proprio spazzato via un modo di vivere, un sistema produttivo e di relazioni che sembrava ben consolidato, con le sue certezze circa il presente ed il futuro.
Adesso il presente appare incerto ed il futuro fumoso.
Il presente sembra incerto perché il confinamento ci costringe ad una forma di deprivazione sensoriale e relazionale che altera la percezione di sè e dell’altro, del tempo e dello spazio.
Il confinamento ha rimesso in discussione la fondamentale distinzione tra persone “amiche” e persone “nemiche” cioè tra chi “ti fa del bene” e “chi ti fa del male”. In questa situazione anche la persona più fidata, esce a fare la spesa o a fare benzina, tocca o entra in contatto fortuitamente con un estraneo, senza volerlo e, così sembra, inopinatamente viene contagiata e può diventare il vettore del contagio nel tuo spazio personale! Almeno è questo che i media e le istituzioni ci raccontano.
Il futuro è incerto perché non si conosce come si evolverà questo fenomeno. Al riguardo ci sono tante ipotesi ma le ipotesi non sono certezze e questo lo sentiamo, lo percepiamo, ne abbiamo la piena sensazione.
Così, di colpo, noi esseri umani del XXI° secolo che abitiamo dell’Occidente, che avevamo la presunzione di dominare la vita e di plasmare il mondo attraverso la tecnologia e la scienza ci scopriamo fragili, vulnerabili ed impotenti.
La fragilità e la vulnerabilità ci fanno profondamente paura perché ci pongono in una situazione in cui non vi sono più certezze, più sicurezze, non ci sono più verità e tutto è aleatorio, evanescente.
Il futuro ci appare incerto ed anzi, l’unica certezza sul futuro è la sua incertezza. E ciò è fonte di grande sofferenza.
Dove si può trovare un senso di solidità?
Dove si può iniziare a trovare qualcosa di “solido” a cui riferirsi, che non si sottrae di fronte ad un piccolo virus anche se letale, che ci aiuti ad orientarci ed ad operare in questo mondo evanescente?
Qualcosa che non riposi sulla illusione di nuove certezze, di nuove saldezze?
Guardando il passato, anche recente, queste certezze, questo senso di potere, di saldezza, è sempre stato ricercato nel mondo esterno a noi. Negli ultimi due secoli, diceva Jung, il dio dell’Occidente è stato il materialismo. E Chogyam Trungpa negli anni sessanta parlava a questo riguardo di “materialismo spirituale”.
La saldezza non la si può trovare nè nell’avere nè nell’agire ma solo nell’essere, semplicemente nell’essere. Cioè in una esperienza che non si sottrae a noi.
Vale a dire in una esperienza che ci permetta di entrare in contatto con il nostro essere nel presente, con ciò che è della nostra vita qui ed ora.
Nella sua semplicità e radicalità la pratica della meditazione della piena presenza ci aiuta a fare l’esperienza di questa solidità, una solidità che appartiene al nostro essere semplicemente nel presente, così come siamo.
Questa esperienza di solidità ci fa toccare con mano, la bontà primordiale del nostro essere. Ci apre alla fiducia.
Nessuno ci potrà mai garantire una vita senza sofferenza e senza difficoltà, ma la meditazione aiuta ad attraversare la sofferenza e le difficoltà. Meditare ci aiuta a non temere di essere fragili e vulnerabili ma ad accogliere questa nostra realtà con tenerezza. La tenerezza che è, a ben vedere, questa sì, la vera forza.
Per partecipare ad incontri di meditazione in video conferenza telefonare a Carlo Bertorello cell: 335 64 48 128 per prendere accordi ed essere introdotti in quella piccola comunità di meditanti sul web.