L'Armonia - Meditazione

L'Armonia - Meditazione Centro di Meditazione (Fornacette (Pisa), Firenze)

LA PRATICA DELLA MEDITAZIONE DELLA PIENA PRESENZA AL TEMPO DEL COVID19Presso “Centro l’Armonia” a Fornacette - Incontri ...
01/05/2020

LA PRATICA DELLA MEDITAZIONE DELLA PIENA PRESENZA AL TEMPO DEL COVID19
Presso “Centro l’Armonia” a Fornacette - Incontri di meditazione in video conferenza due volte alla settimana.

Non si può non essere colpiti da come, in pochissimo tempo e su scala planetaria, questa epidemia dovuta al CoronaVirusd19 abbia messo in ginocchio, se non proprio spazzato via un modo di vivere, un sistema produttivo e di relazioni che sembrava ben consolidato, con le sue certezze circa il presente ed il futuro.

Adesso il presente appare incerto ed il futuro fumoso.

Il presente sembra incerto perché il confinamento ci costringe ad una forma di deprivazione sensoriale e relazionale che altera la percezione di sè e dell’altro, del tempo e dello spazio.

Il confinamento ha rimesso in discussione la fondamentale distinzione tra persone “amiche” e persone “nemiche” cioè tra chi “ti fa del bene” e “chi ti fa del male”. In questa situazione anche la persona più fidata, esce a fare la spesa o a fare benzina, tocca o entra in contatto fortuitamente con un estraneo, senza volerlo e, così sembra, inopinatamente viene contagiata e può diventare il vettore del contagio nel tuo spazio personale! Almeno è questo che i media e le istituzioni ci raccontano.

Il futuro è incerto perché non si conosce come si evolverà questo fenomeno. Al riguardo ci sono tante ipotesi ma le ipotesi non sono certezze e questo lo sentiamo, lo percepiamo, ne abbiamo la piena sensazione.

Così, di colpo, noi esseri umani del XXI° secolo che abitiamo dell’Occidente, che avevamo la presunzione di dominare la vita e di plasmare il mondo attraverso la tecnologia e la scienza ci scopriamo fragili, vulnerabili ed impotenti.

La fragilità e la vulnerabilità ci fanno profondamente paura perché ci pongono in una situazione in cui non vi sono più certezze, più sicurezze, non ci sono più verità e tutto è aleatorio, evanescente.

Il futuro ci appare incerto ed anzi, l’unica certezza sul futuro è la sua incertezza. E ciò è fonte di grande sofferenza.

Dove si può trovare un senso di solidità?
Dove si può iniziare a trovare qualcosa di “solido” a cui riferirsi, che non si sottrae di fronte ad un piccolo virus anche se letale, che ci aiuti ad orientarci ed ad operare in questo mondo evanescente?
Qualcosa che non riposi sulla illusione di nuove certezze, di nuove saldezze?

Guardando il passato, anche recente, queste certezze, questo senso di potere, di saldezza, è sempre stato ricercato nel mondo esterno a noi. Negli ultimi due secoli, diceva Jung, il dio dell’Occidente è stato il materialismo. E Chogyam Trungpa negli anni sessanta parlava a questo riguardo di “materialismo spirituale”.

La saldezza non la si può trovare nè nell’avere nè nell’agire ma solo nell’essere, semplicemente nell’essere. Cioè in una esperienza che non si sottrae a noi.

Vale a dire in una esperienza che ci permetta di entrare in contatto con il nostro essere nel presente, con ciò che è della nostra vita qui ed ora.

Nella sua semplicità e radicalità la pratica della meditazione della piena presenza ci aiuta a fare l’esperienza di questa solidità, una solidità che appartiene al nostro essere semplicemente nel presente, così come siamo.

Questa esperienza di solidità ci fa toccare con mano, la bontà primordiale del nostro essere. Ci apre alla fiducia.

Nessuno ci potrà mai garantire una vita senza sofferenza e senza difficoltà, ma la meditazione aiuta ad attraversare la sofferenza e le difficoltà. Meditare ci aiuta a non temere di essere fragili e vulnerabili ma ad accogliere questa nostra realtà con tenerezza. La tenerezza che è, a ben vedere, questa sì, la vera forza.

Per partecipare ad incontri di meditazione in video conferenza telefonare a Carlo Bertorello cell: 335 64 48 128 per prendere accordi ed essere introdotti in quella piccola comunità di meditanti sul web.

DICONO DI NOI:RISCONTRI SULLA MEDITAZIONE DOPO UN ANNO DI PRATICA SETTIMANALE REGOLARE.La pratica della meditazione, com...
27/01/2020

DICONO DI NOI:
RISCONTRI SULLA MEDITAZIONE DOPO UN ANNO DI PRATICA SETTIMANALE REGOLARE.

La pratica della meditazione, come viene svolta al Centro l’Armonia di Fornacette, è di natura prettamente esperienziale.
Vi è in questa pratica qualcosa che ai giorni nostri sembra un vero scandalo: non c’è la ricerca di un cosiddetto “benessere”, limitato al proprio piccolo ego o di un “rilassamento” fugace. La pratica non è una prestazione da riuscire, non ci sono paradisi più o meno artificiali che ci aspettano. Non c’è niente di ludico o “divertente”, non è una fuga dalla realtà, ma una pratica suscettibile di arricchire ogni partecipante.
Le testimonianze che seguono sono il bilancio di un anno di meditazione di una pratica settimanale regolare. Sono riproposte così come sono state scritte dai loro autori, semplicemente. Le riportiamo due alla volta per alcune settimane.

Kinzica S.

Un anno intenso, di cambiamenti enormi e non in positivo, o meglio, non immediatamente vissuti bene. Ho cambiato lavoro, ho cambiato casa, ho cambiato situazione sentimentale, ho dovuto cambiare piani per il futuro. In questo anno di terremoti c'è stata una sola costante, la pratica di meditazione. All'inizio è stata dura adattare il corpo alla postura, ma forse più di tutto la mente alla libertà. Spezzare la catena di pensieri ridondanti, di confusione mentale, di inutili preoccupazioni, di autorecriminazioni non è semplice e da una parte non è nemmeno indolore.
Sembra assurdo ma a volte la propria prigione sembra più confortevole del bellissimo paesaggio che la circonda. Settimana dopo settimana con impegno e costanza, qualcosa piano piano è cambiato. Cosa è cambiato? Ho iniziato ad ascoltare il mio respiro. A concedermi dei respiri profondi. Ho iniziato a imparare ad osservare i miei pensieri senza venirne travolta, senza affogare nella paura, nel dolore o nella rabbia. Ho notato che sono diventata più capace di capire cosa voglio veramente, ma anche accettare che spesso invece non lo so, senza forzarmi continuamente di essere diversa per compiacere gli altri. Una cosa molto importante è cambiata: quando ho iniziato a meditare mi riempivo ogni giorno di impegni fuori casa, non riuscivo a stare sola e non riuscivo a stare in quella che era diventata la mia nuova casa, ma che per me nei momenti migliori era solo un tetto e quattro pareti.
Non poteva esistere la noia o semplici momenti di relax, perché in quei momenti i miei demoni mi scovavano e facevano banchetto intorno alla mia testa. Riuscire a stare sola con me stessa, e pure bene, è stato il cambiamento più grande. Non so se sono diventata davvero brava a non pretendere troppo da me stessa, ma sicuramente ho imparato ad avere più pazienza: se non sempre riesco sempre a darmi pace, prima o poi ci riuscirò.

Maria Giovanna P.

Meditazione!... Già le mot, come si dice in francese, ha la sua immagine…. di bellezza e di vita come un sogno nonostante sei nel presente poichè i tuoi pensieri ti prendono tutta e si liberano senza costrizione nel tuo essere, e li vedi, provi e vivi di una bellezza interiore , ti senti forte, ti stimi e guardi tutt’intorno a te con un invincibile forza d’animo che mai avresti creduto di avere. Abbiamo tutti un cuore ma a volte per sentirlo ba***re davvero bisogna fermarsi un attimo e sul cuscino sostare per accorgersi di noi stessi che esistiamo nonostante tutto.
I miei ringraziamenti vanno a due persone carissime che mi hanno aperto la porta della loro presenza e sulla quale è impossibile sostare e sarà un viaggio sempre più affascinante per riconoscere noi stessi come veramente siamo… fin nell’Anima.

RISCONTRI SULLA MEDITAZIONE DOPO UN ANNO DI PRATICA SETTIMANALE REGOLARE. Seconda settimana di pubblicazione.La pratica ...
20/01/2020

RISCONTRI SULLA MEDITAZIONE DOPO UN ANNO DI PRATICA SETTIMANALE REGOLARE. Seconda settimana di pubblicazione.

La pratica della meditazione, come viene svolta al Centro l’Armonia di Fornacette, è di natura prettamente esperienziale. Non mira a raggiungere dei cosiddetti “paradisi”. Qui si ha cura dell’essere e non della prestazione.
Vi è in questa pratica qualcosa che ai giorni nostri sembra un vero scandalo: non c’è la ricerca di un cosiddetto “benessere”, spesso fugace, limitato al proprio piccolo ego! La pratica non è una prestazione da riuscire, non ci sono paradisi più o meno artificiali che ci aspettano. Non c’è niente di ludico o “divertente”, non è una fuga dalla realtà, ma un incontro con la vita vera, una pratica suscettibile di arricchire ogni partecipante.
Le testimonianze che seguono sono il bilancio di un anno di meditazione di una pratica settimanale regolare. Sono riproposte così come sono state scritte dai loro autori, semplicemente. Le riportiamo due alla volta per alcune settimane.
Questa settimana c’è la testimonianza di Michela e quella di Federico.

Michele M.

Sento che la pratica della meditazione mi ha portato a rallentare nel senso che mi do più tempo per osservare le persone, le situazioni, le dinamiche, è come se guardassi con più stupore e interesse alle cose, con un occhio nuovo. La meditazione ha portato anche una maggior apertura nella mia vita come se riuscissi meglio ad aggirare i miei pregiudizi e schemi mentali abituali, qualche volta questo mi ha portato ad avere anche qualche intuizione, come delle rivelazioni.

Federico I.

"Con la meditazione ho imparato a percepire che, nella mia vita, c'è un'altra realtà oltre a quella che sono abituato a vedere (quella fatta di cose da fare e da non fare, di successi e di fallimenti, di apparenza e di giudizi degli altri); c'è una dimensione profonda in cui mi sento " a casa", non mi sento minacciato e sento che non ho bisogno di nulla, non c'è nulla da raggiungere e nulla di cui avere paura. Così, anche quando sono preso dalle preoccupazioni e dai problemi della vita, sapere che esiste questa dimensione e questa realtà , che non deve essere raggiunta e a cui possiamo sempre ritornare, mi aiuta a vedere le cose con più calma e con più lucidità, da punti di vista diversi rispetto a quelli da cui le vedevo prima.
Allo stesso tempo meditare, accorgersi delle emozioni e dei processi che accadono dentro di me e nella mia esperienza, mi ha aiutato a capire che c'è qualcosa su cui posso lavorare, per migliorare la mia vita: posso lavorare su di me, ascoltando ciò che il mio corpo e il mio presente mi comunicano durante la meditazione; in una società dove sembra che il nostro male e il nostro bene vengano dall'esterno, è bello sapere che c'è qualcosa naturalmente presente dentro di me, che mi può indicare la strada da seguire.
Per questo la meditazione mi "incoraggia" molto nella vita, mi spinge a impegnarmi in cose in cui prima pensavo di non essere capace, mi invita a esplorare e a non dare per scontate le parole e le verità che mi vengono dette dal resto del mondo. Questo mi ha aiutato molto ad ampliare i miei orizzonti, a non arrendermi e a sentire che la mia vita è molto più grande e ha molte più possibilità rispetto a quelle che vedevo prima."

RISCONTRI SULLA MEDITAZIONE DOPO UN ANNO DI PRATICA SETTIMANALE REGOLARE.La pratica della meditazione, come viene svolta...
15/01/2020

RISCONTRI SULLA MEDITAZIONE DOPO UN ANNO DI PRATICA SETTIMANALE REGOLARE.

La pratica della meditazione, come viene svolta al Centro l’Armonia di Fornacette, è di natura prettamente esperienziale. Non mira a raggiungere dei cosiddetti “paradisi”. Qui si ha cura dell’essere e non della prestazione.
Vi è in questa pratica qualcosa che ai giorni nostri sembra un vero scandalo: non c’è la ricerca di un cosiddetto “benessere”, limitato al proprio piccolo ego! La pratica non è una prestazione da riuscire, non ci sono paradisi più o meno artificiali che ci aspettano. Non c’è niente di ludico o “divertente”, non è una fuga dalla realtà, ma una pratica suscettibile di arricchire ogni partecipante.
Le testimonianze che seguono sono il bilancio di un anno di meditazione di una pratica settimanale regolare. Sono riproposte così come sono state scritte dai loro autori, semplicemente. Le riportiamo due alla volta per alcune settimane.
In quella di Alessandro si può osservare l’emergere della benevolenza.
In quella di Giada si può notare la profonda onestà e umanità della sua testimonianza.

Alessandro B.

Ho scoperto che meditare è come coltivare benevolmente una logica e un modo di essere opposti a quelli della nostra società: è questo l'aspetto più grande che mi sento di avere consolidato quest'anno. Grande perché è davvero liberatorio essere consapevoli e sentire profondamente che c'è un altro modo di vivere, slegato dalle convenzioni sociali e dalle regole dell'economia e dell'efficienza; un modo di vivere magari più faticoso e in solitudine, ma estremamente autentico, vitale e, per così dire, ansiolitico: infatti, con la meditazione ci permettiamo di smetterla di fare previsioni e calcoli sulla nostra esistenza, come spesso ci capita nella nostra nichilistica routine quotidiana, aprendoci al presente come spiraglio di vita vera.
Mi accorgo quindi che la meditazione, lungi dall'essere un "non far niente", è in realtà l'arte di mettere da parte le proprie maschere, i propri ruoli sociali con cui così volentieri tendiamo ad identificarci ed anche la propria pigrizia, visto il cammino lento e faticoso che meditando via via si delinea: percorrendo questo cammino, il bene e la bellezza diventano cose semplici, tangibili e naturali, tutto diventa apertura, gratuità e gratitudine alla vita per le strade che ci apre e per ciò che ci permette di assaporare. È il cammino dell'uomo, un "titolo" che vale molto di più di tutti gli altri "titoli": con la meditazione ritorniamo essenzialmente esseri umani.

Giada D.

Le mie riflessioni alla fine di quest’anno di meditazione (2018-2019) portano all’avere affrontato sensazioni contrastanti: periodi di entusiasmo, fiducia e grande presenza interiore contrapposti a periodi in cui venivo catturata da dubbi riguardante la veridicità di ciò che sperimentavo durante la meditazione. Come se la parte più superficiale della società in cui viviamo e respiriamo mettesse in discussione le mie esperienze. Sono andata avanti.
Una parte di me ha lasciato che tutto ciò accadesse osservandone solo le sensazioni. La fiducia e la delicatezza che si sprigiona negli incontri di meditazione mi hanno dato l’incoraggiamento a proseguire il cammino.

03/01/2020

Prendendo spunto dagli Auguri di Fabrice Midal vi invito a "Meditare" sulla storia di Pollicino.

Una storia ben nota a tutti (si spera!) nella quale ritroviamo la struttura dei grandi miti di iniziatici di tutta l’umanità. La storia di Pollicino ci ricorda che l’incontro con il negativo, l’ombra, la notte, l’inverno, o la "morte", è sempre l’occasione di una rinascita profonda.
In effetti l’incontro di Pollicino con l’Orco, lungi dal distruggere Pollicino, gli permette di scoprire gli stivali delle sette leghe et di trovare in sé delle risorse insperate!
E’ questo il mio augurio per il nuovo anno: Possano tutti gli esseri umani, aprirsi con Fiducia al Mondo ed a se stessi, alla vita, e trovare in se stessi degli Stivali dalle Sette leghe ed nuovi tesori e sapere vincere gli Orchi di questo Mondo!
Nella illustrazione di Gustavo Doré, Pollicino sfila gli stivali delle sette leghe all'Orco.

07/09/2019

Incontri di Meditazione a Firenze

01/09/2019

SULLA PRATICA DELLA MEDITAZIONE

www.centrolarmonia.it

Troppo spesso la meditazione è presentata come una tecnica, uno strumento per ottenere qualcosa, come per esempio guardare la propria mente, o diventare più calmi, o, nelle aziende, diventare più produttivi, più performanti. Ma la meditazione non si può piegare alla dittatura del rendimento. Questo è distorcerne la natura.

La pratica della meditazione – la pratica del sedersi – è una via per ritornare alla verità del proprio essere.
In ogni dove ci viene “insegnato” o meglio “predicato” che la propria realizzazione, la felicità le possiamo ottenere solo mirando a performance perfette o quasi, e questo anche per quelle attività che si propongono di farci ottenere un benessere: jogging, fitness, diete, ecc… E spesso, senza rendercene conto, anche quando facciamo qualcosa con lo scopo dello stare bene, finiamo prigionieri, anche qui, della dittatura della performance, della prestazione, del “fare bene”, ecc…
La meditazione al Centro l’Armonia è il ribaltamento radicale di questo atteggiamento.
Meditare, alla radice è: non faccio nulla, entro semplicemente in rapporto con la mia propria esperienza, così com’è in questo presente. Accolgo ciò che è, mi do pace, nel senso di lasciare da parte il “dover essere migliore” in questo e quest’altro, mi do pace dinanzi alle mie ingiunzioni interne. Accolgo il mio essere così com’è in questo presente. In esso c’è tutta la mia dignità e la mia vita, che non è riducibile a nessun criterio o giudizio razionale.
Questo ribaltamento è radicale, difficile da capire e da praticare, eppure veramente semplice nella sua profonda verità. Esso si fonda sul riconoscimento di una saggezza innata in noi.
La pratica, questo gesto semplice e rivoluzionario che ci educa a posarci nel presente, a non fare nulla, né con il pensiero, né con le azioni e a disimparare di volere tutto controllare, volere sempre fare, ci insegna ad accogliere ciò che siamo, nel qui ed ora così come siamo, ben presenti ed ancorati nel qui ed ora. Per questa via la meditazione ci nutre di una fonte viva che è in noi, ma che è completamente al di fuori della portata d’azione del nostro ego.
Meditare è aprirsi alla vita che opera in noi e lasciarla operare.
Facendolo si ritrova la fiducia di essere.
Se sei interessato a questo genere di pratica che viene fatta qui a Fornacette, ci puoi contattare per un primo incontro. Puoi chiamare Parenti Rebecca cell: 393 9113426 o Carlo Bertorello: 335 6448128.

19/08/2019
05/08/2019

UNA STORIELLA ZEN
(tratta da "101 storie zen" a cura di Nyogen Senzaki e Paul reps)

Nan-in, un maestro giapponese dell'era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo zen.
Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare.
Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi. "E' ricolma. Non ce n'entra più!".
"Come questa tazza", disse Nan-in "tu sei ricolmo delle tue opninioni e congetture. Come posso spiegarti lo zen, se prima non vuoti la tazza?"

Questa storiella è proprio estranea alle nostre vite nella loro quotidianità, al modo che abbiamo di andare incontro alla vita, al nuovo? O invece descrive bene come pensiamo ed agiamo quotidianamente?

18/06/2019
UNA BELLISSIMA GIORNATA DI MEDITAZIONE IN UNA CORNICE INCANTEVOLE E IN UN ATMOSFERA DI AMICIZIA. La giornata di meditazi...
16/06/2019

UNA BELLISSIMA GIORNATA DI MEDITAZIONE IN UNA CORNICE INCANTEVOLE E IN UN ATMOSFERA DI AMICIZIA.
La giornata di meditazione che ci siamo offerti questa domenica 16 giugno, si è svolta presso l'incantevole Villa di Murlo (XV secolo) nel comune di San Casciano Val di Pesa.
La mattina ci siamo dedicati a pratiche guidate ispirate dagli insegnamenti di Fabrice Midalsul "Darsi Pace" (Foutez-vous la Paix), in particolare sull'"entrare in amicizia con se stessi"
Nella mattina, come nel pomeriggio, il giardino della Villa e la campagna circostante sono stati testimoni di una piacevole meditazione camminata ambientata nel giardino della villa e nella campagna circostante.
Il pomeriggio invece è stato centrato sulla pratica del TONGLEN. Il Tonglen, conosciuto come la pratica dell'inviare e del ricevere, fu anch'esso portato in occidente da Chongyam Trungpa. Esso si basa sulla premessa che tutti gli esseri senzienti possiedono l'innata tenerezza ad amare ed a avere cura degli altri. Questa pratica aiuta d uscire del nostro isolamento ed a sentirsi pienamente in contatto con gli altri, a sciogliere la paura.
Infine un grazie di cuore a Michele Marinelli che ci ha dato la possibilità di meditare in questo bellissimo contesto.

La meditazione, per come Fabrice Midal la presenta e la pratica, è un gesto etico. Vi propongo alcune sue riflessioni mo...
28/05/2019

La meditazione, per come Fabrice Midal la presenta e la pratica, è un gesto etico. Vi propongo alcune sue riflessioni molto pertinenti ed attuali su cosa è la meditazione.

Midal osserva che quando si presenta la meditazione, sulla stampa o sui media, si dice che è uno strumento per gestire il proprio stress. Gestire il proprio stress equivarrebbe a ritrovare un proprio benessere. Del resto oggi si dovrebbe gestire tutto: gestire le proprie emozioni, lo stress, gestire la coppia, gestire la coppia e anche gestire i figli. Oggi si cerca di gestire tutto.

Soffriamo non perché non siamo riusciti a gestire tutto ma perché abbiamo questo ideale di volere gestire tutto. perché abbiamo interiorizzato quell’ideale di volere/sapere gestire tutto.

Colpisce il fatto che utilizziamo un termine che proviene dal campo dell’economia per parlare della nostra umanità, delle nostre relazioni umane, della nostra sensibilità.

L’insieme della nostra esistenza è fagocitata in questa ottica della gestione e ciò è in realtà terribile, e fa parte di questa isteria della performance che ci rende folli, pazzi.

Tutto è ridotto a questa ossessione della redditività, e perdiamo il senso profondo della nostra umanità.

La meditazione non consiste a gestire il proprio stress, bensì ad imparare ad essere pienamente, semplicemente, un essere umano.

Questa idea di gestione ci porta ad avere un rapporto di dominio sulle cose.

Per esempio gestire il mio stress: lo devo dominare, esattamente come posso gestire i miei soldi, vale a dire in modo distante, meccanico, in vista di un rendimento.

E di colpo ci si trova a parlare di “capitale salute”, di “capitale felicità”, tutto è preso in questa prospettiva ed è una cosa che schiaccia.

Consideriamo tutto in questo modo: gli animali diventano delle semplici riserve di calorie, gli esseri umani diventano delle risorse umane, ecc… Dappertutto questo modo di avvicinare l’umanità è al servizio di un progetto di disumanizzazione cieca.

Se la meditazione ha un senso non è per favorire ancora di più questa disumanizzazione operante dappertutto, ma al contrario è un modo per aiutarci a ri-umanizzare il nostro mondo. Non cercate, in questo senso, di gestirvi ma ad incontrarvi, ad ascoltarvi, a lasciare che la vita in voi prenda il suo posto.

14/05/2019

QUESTE PAROLE SI POSSONO ADATTARE PERFETTAMENTE A CHE COS'È LA MEDITAZIONE. E CIÒ IN QUALSIASI TRADIZIONE, SIA ORIENTALE CHE OCCIDENTALE. SOSTITUITE IL TERMINE ZEN CON MEDITAZIONE ED IL GIOCO È FATTO.

"LO STUDIO DELLO ZEN NON E' VERBALE. APRITEVI SEMPLICEMENTE E RINUNCIATE A TUTTO. STUDIATE ATTENTAMENTE CIÒ CHE CAPITA, CHE LO GIUDICHIATE BUONO O CATTIVO E VEDETE CIÒ CHE SCOPRITE. E' QUESTO L'ATTEGGIAMENTO DI FONDO." (Shunryu Suzuki- Libre de soi libre de tout- Ed du Seuil)

Indirizzo

Via P. Togliatti 30H
Fornacette
56012

Orario di apertura

19:00 - 20:30

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