20/09/2024
Chi non ne parla è complice.
Sono una medica, una persona di scienza ed è ai dati scientifici che mi attengo per parlarvi di salute.
Quello che sta accadendo è un fenomeno descritto dettagliatamente dalla scienza e previsto:
l’aumento di (anche solo) 1,5’C della temperatura del pianeta si traduce nel moltiplicarsi di eventi climatici estremi: caldo torrido alternato a grandine d’estate, downburst in Lombardia, siccità in Sicilia, piogge monsoniche nelle mezze stagioni…
Un disastro climatico che si aggiunge (nota bene, si aggiunge!) all’incuria del territorio e alla cementificazione selvaggia.
Questo è un tema da pediatra perché ha a che fare con:
1) Salute e benessere psicologico dei bambini
2) Giustizia sociale (chi paga di più è chi meno ha colpe)
Questo fenomeno NON è maltempo e continuare a chiamarlo così è una volontà politica per evitare il termine, più spaventante, di “Crisi climatica”.
Per fermarla (perché si può fermare!) serve chiamarla con il suo nome.
Riguarda tutti, ovunque voi siate.
Per alcuni paesi, già flagellati da altri disastri umani come le guerre, questa è un’ulteriore ingiustizia che si somma.
L’Italia è particolarmente fragile, perché si trova in una posizione di mezzo nel Mediterraneo ed è destinata a vedere il moltiplicarsi di questi eventi che hanno un impatto devastante sulle famiglie: chi perde casa (un’amica di mio figlio ha vissuto un anno in hotel), chi perde l’auto che sta ancora pagando a rate, chi vede distrutto il luogo di lavoro costruito con tanti sacrifici.
È il destino a cui sono condannati i nostri figli e chi ci rinfacceranno perché potevamo aiutarli e non l’abbiamo fatto.
Ma come?
Mi rifaccio alla scienza.
- IPCC ci spiega che il primo passo è riconoscere il problema, accettarlo e non entrare in negazione protettiva e neppure in eco ansia. Non serve.
- Secondo passo: parlarne. Più se ne parla e più si spinge la politica a occuparsene (se ne fregano perché i primi a fregarsene sono gli elettori, loro fanno ciò che preme all’opinione pubblica)… Basti pensare a come va lenta la transizione energetica.
- Chi ha visibilità (attori, calciatori, influencer…) ne parli il più possibile
- I sanitari siano formati su questo tema
Congiuntamente si può avere un forte impatto sul pianeta se ciascuno fa la sua parte: alimentazione sostenibile (più vegetale, meno carne), prendere meno la macchina, acquistare meno cose inutili…
Pensate di non fare la differenza? Persino un albero la fa.
L’American Academy of Pediatrics ci chiede di studiare la crisi climatica e di parlarvene, aiutandoci insieme a trovare soluzioni.
Siamo sulla stessa barca tutti quanti, cominciamo a pensare all’unisono e a essere solidali.
Ho visto tanta solidarietà in queste catastrofi, mi hanno insegnato molto.
Quando la mia casa è stata alluvionata i vicini con cui a malapena ci conosciamo sono diventati fondamentali. Tutti siamo stati una grande famiglia.
Questo dobbiamo essere, perché abitiamo tutti in un’unica grande casa bellissima, ma pericolante.
Chi vuole unirsi ne parli, per favore. Oggi riguarda l’Emilia-Romagna e le Marche, domani la tua città.
Questo deve fare hype, non i litigi tra rapper.