10/08/2025
TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE
L’emergenza sanitaria che sta affrontando non solo il mio paese ma l’Italia intera, mette in evidenza i lati negativi della professione del medico di medicina generale (o di famiglia).
Da sempre si pensa che il medico di base (appellativo superato ma ancora utilizzato ignorantemente) rappresenti l’isola felice della sanità italiana:
1. Guadagna tanto e lavora poco;
2. Prescrive solo farmaci, analisi e visite specialistiche come fa un segretario;
3. Apre quando vuole e chiude quando vuole, lavorando forse 3 ore al giorno;
4. Prende le ferie quando vuole senza chiedere a nessuno.
Wow! E dov’è la fila dei colleghi? Con un lavoro cosí dovrebbe esserci l’assalto.
Invece, al contrario: CARENZA ASSOLUTA.
Analizziamo i punti uno per uno:
1. Il guadagno è proporzionale al numero dei pazienti (pagando anche piú tasse) e parte di questo serve a coprire le spesate mensili tra cui il programma per le prescrizioni, il segreterio, la carta, le bollette,i toner ecc ecc.
2. Chi fa questo lavoro per passione non puó essere il “segretario” dei pazienti e degli specialisti ma il primo professionista sanitario a cui affidarsi: gestire le cronicità, le patologie acute che non necessitano di ricovero, avere il quadro generale del paziente non solo dal punto di vista fisico ma psicologico.
Questo è l’unico punto davvero attrattivo per le nuove generazioni: essere al centro della salute dei pazienti.
Ma si riesce ad esserlo? Con regole ferree partecipazione ed educazione dei pazienti, sí.
E si ha la pazienza per gestire il tutto? Non sempre, ecco l’inghippo.
3. Gli orari minimi d’apertura, da accordo collettivo nazionale, variano in base al numero dei pazienti, garantendo la reperibilità telefonica dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì.
Anche qui: se il lavoro viene svolto bene e con passione, capirete che la qualità di vita non sia il massimo.
Io ad esempio da calendario ho degli orari da rispettare che sforo ogni giorno per il bene dei pazienti (sempre nel limite del possibile in quanto non sono un robot).
Il cellulare è sempre con me, anche se le lamentele “non mi ha risposto subito” potrei sentirle ingiustamente.
Come se non avessi diritto anch’io a pranzare.
Ecco un altro punto che “spaventa” i colleghi allontanandoli dalla professione.
4. Lo studio medico non puó chiudere senza lasciare un sostituto o senza essere in associazione con altri medici che possano coprire le urgenze.
Meno saremo e più difficoltà ci saranno sia per le ferie ma anche per la malattia.
Perché il medico si puó ammalare? Ahimè si;
Spesso non ve ne accorgete neanche.
Per noi non esiste il “certificato telematico INPS”.
“Ma allora dottoressa, cosa ci vuole dire com questo post?”
Non credere mai ai falsi miti senza ascoltare la campana di chi è dentro davvero ad una particolare situazione.
Questo lavoro se svolto BENE e con PASSIONE è un lavoro bellissimo che comporta peró tanti sacrifici per questo c’è la “crisi vocazionale”.
Un piccolo messaggio rivolto anche a voi pazienti: non rendete questo lavoro meno attrattivo di quello che già è per molti colleghi.
Siate rispettosi,
informatevi,
attendete che il medico si liberi,
non create confusione per questioni banali
perché c’è gente che magari in quel momento ha piú bisogno di voi
e noi,
ripeto non siamo robot.
La vostra doc