In punta di piedi

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🎙 Post Riflessivo – Quando la violenza non ha più voltoAlle donne vittime di violenza abbiamo detto — anzi, urlato — di ...
13/11/2025

🎙 Post Riflessivo – Quando la violenza non ha più volto

Alle donne vittime di violenza abbiamo detto — anzi, urlato — di non nascondersi, di non avere paura.
Di parlare. Di denunciare. Di andare via.

All'inizio era così.
Poi ci siamo ritrovati a raccogliere dati di ascolto, a contare le copie vendute, a spiegare come funziona la giustizia.
Ora abbiamo numeri, percentuali, moventi, modalità, strategie.
Sappiamo persino come raggirare la legge e l’andamento tipico di un processo.

Ma forse siamo ancora in pochi a fermarci a sentire.
A chiederci:

• Come ci si sente a perdere una persona cara?
• Come ci si sente a perdere un genitore?
(Sì, perché per ogni donna uccisa, c’è un figlio che resta orfano. E spesso, il padre è l’assassino.)
• Come ci si sente a non saper amare? A non sapersi amare?

Il numero delle vittime cresce.
E i nostri passi in avanti sembrano ancora troppo piccoli.
Si pretende tutto dalla legge: giustizia, punizioni, pene più severe.
Ma chi ci insegna il rispetto?
Chi ci insegna a vivere le emozioni?
Chi ci insegna a gestire il rifiuto, il dolore, la rabbia?
Chi ci insegna ad amarci senza annullarci?Oggi la cronaca racconta di una donna che ha accoltello il compagno riducendolo in fin di vita.
Non è una vittoria.
È l’ennesima sconfitta del bene.
È la prova che non stiamo salvando le donne.
Stiamo insegnando la violenza al mondo.

Ora più che mai, abbiamo bisogno di educazione emotiva, di ascolto autentico, di umanità vera.
Non solo di leggi.

🌿 Riflessione Mindfulness:
Chiudi gli occhi. Respira.
Domandati:
“Come posso essere oggi un esempio di rispetto?”
Poi inizia. Da te. Da una parola. Da un gesto.

🖤

✨ Post Mindfulness ✨Ringrazia la vita, che con gratitudine e saggezza ha intrecciato i fili del tuo cammino  guidandoti ...
13/11/2025

✨ Post Mindfulness ✨

Ringrazia la vita,
che con gratitudine e saggezza ha intrecciato i fili del tuo cammino
guidandoti verso la presenza, la luce
e le parole che ogni giorno ti aprono
la porta del ritorno… verso te stessa.

Ricorda sempre che:
• ogni fine può diventare un inizio
• ogni ferita può trasformarsi in forza
• ogni rinascita nasce dall’amore per sé stessi.

Guarda dentro di te.
Ricomincia da lì.
Perché è questo il dono più grande che la vita possa offrirti.

Pratica consigliata:
Siediti in silenzio, una mano sul cuore.
Respira profondamente.
Ripeti dentro di te:
“Torno a me. Mi accolgo. Rinasco.”
💛

🌞    Tieniti vicine le persone semplici…  Quelle che non complicano, non confondono, non consumano.Quelle che:  • se gli...
12/11/2025

🌞

Tieniti vicine le persone semplici…
Quelle che non complicano, non confondono, non consumano.

Quelle che:
• se gli piaci, ti guardano
• se ti vogliono, ti abbracciano
• se ti amano, restano.
(Maria Luna Gitana)

Pratica del giorno:
Chiudi gli occhi.
Pensa a una persona che ti fa sentire in pace.
Inspira: “Accolgo la semplicità.”
Espira: “Lascio andare le tensioni inutili.”

Le relazioni autentiche non chiedono sforzi impossibili.
Solo presenza. Solo verità. Solo cuore.
💛✨

consapevolezza

🌞 Buongiorno ConsapevoleGli attacchi di panico sono reali. Ma non invincibili.Possono sembrare tempeste improvvise, senz...
11/11/2025

🌞 Buongiorno Consapevole

Gli attacchi di panico sono reali. Ma non invincibili.

Possono sembrare tempeste improvvise, senza senso…
Ma ogni tempesta porta un messaggio.

👉 Resistere spesso peggiora.
👉 Ascoltare, comprendere e chiedere aiuto apre la strada alla trasformazione.

Non sei solo. Respira.
Inspira profondamente.
Espira con gentilezza.
Resta. Ti stai già prendendo cura di te.

✨ Anche oggi, scegli la presenza.

Esercizio per tornare al qui e ora:
1. Osserva 5 cose intorno a te.
2. Nominale ad alta voce: questo aiuta a spostare l’attenzione dai pensieri catastrofici al momento presente.
3. Toccale: senti la consistenza di vestiti, penna, sedia, quaderno…
4. Annusa 2 odori: l’aria che respiri, la tua pelle, un profumo familiare.
5. Assapora qualcosa: un sorso d’acqua, un caffè, una caramella.

Ancorarsi ai sensi è un modo semplice e potente per ritrovare sicurezza nel corpo.
IL TUO RESPIRO È CASA.

La competizione è una dinamica in cui due o più persone o gruppi si confrontano per ottenere un risultato desiderato, sp...
10/11/2025

La competizione è una dinamica in cui due o più persone o gruppi si confrontano per ottenere un risultato desiderato, spesso limitato: un premio, un riconoscimento, un ruolo, l'approvazione, la vittoria.

Può manifestarsi in vari ambiti:

- Sportivo (gare, tornei, classifiche)
- Scolastico o lavorativo (voti, promozioni, successi)
- Sociale o relazionale (attenzione, approvazione, amore)

Può essere sana, quando motiva a dare il meglio, a migliorarsi, a imparare dagli altri.
Può diventare tossica, quando nasce dall’insicurezza, dal confronto costante, o dal bisogno di dimostrare il proprio valore a tutti i costi.

Domanda consapevole:
Sto competendo per crescere… o per sentirmi “più” degli altri?

La risposta fa tutta la differenza.

  “E se fosse solo un battito?”Era una mattina come tante. Matteo, 32 anni, si stava sistemando il colletto della camici...
09/11/2025



“E se fosse solo un battito?”

Era una mattina come tante. Matteo, 32 anni, si stava sistemando il colletto della camicia davanti allo specchio, pronto per un’altra giornata d’ufficio. La moka sbuffava in cucina, la radio parlava da sola in sottofondo. Tutto normale. Fino a quando non arrivò quel BATTITO.

Uno, due, tre colpi al petto. Forti. Irregolari. Come se il cuore avesse deciso di correre da solo. In un attimo, sudore freddo, un senso di vertigine, gambe molli.

— “Sto morendo.”
Si accasciò sul pavimento. Le mani tremavano, il respiro corto.

Chiamò il 118. In ospedale, monitor, flebo, domande. Dopo ore, arrivò un medico con lo sguardo tranquillo.

— “Signor Matteo, tutti gli esami sono nella norma. È stato un attacco di panico.”

— “Un attacco di cosa? No, guardi, si sbaglia. Io non sono stressato. Sto bene, ho solo avuto… un calo di pressione, forse.”

Il medico sorrise appena.
— “Può sembrare così. Ma il corpo parla, anche quando noi non lo ascoltiamo.”

Nei giorni successivi, Matteo cambiò. Smise di guidare. Evitava la metro. Ogni volta che usciva, aveva paura di crollare in mezzo alla gente. Anche a casa, il cuore sembrava sempre pronto a tradirlo.

Fu Sara, sua sorella, a prenderlo di petto. Una sera gli si presentò a casa con un volantino.

— “Ti ho iscritto a un ciclo di incontri. Supporto psicologico e mindfulness. Inizia sabato. Ci vai.”

— “Sara, non sono il tipo da queste cose. E poi, sono solo un po’ stanco.”

Lei lo fissò negli occhi.
— “Non stai bene, Matteo. E se non vuoi farlo per te, fallo almeno per chi ti vuole bene.”

Il sabato seguente, Matteo si presentò controvoglia. La stanza era luminosa, accogliente. Un piccolo gruppo, seduto su cuscini colorati. Nessun lettino da psicanalisi, nessuna diagnosi urlata.

La dott.ssa Manetti, psicologa, parlava con dolcezza ma fermezza.
Accanto a lei c’era Livia, l’istruttrice di mindfulness. Aveva una voce che sembrava respirare insieme a chi la ascoltava.

— “La mente crea immagini. Ma il corpo racconta la verità. Vogliamo imparare ad ascoltarla.” disse Livia, mentre guardava Matteo.

— “Io... non so nemmeno da dove cominciare.” rispose lui, incrociando le braccia.
— “Allora cominciamo da un respiro.”

Le settimane passarono. Ogni incontro era una sfida. A volte Matteo si alzava per andarsene, altre volte restava in silenzio. Ma ogni tanto, quando chiudeva gli occhi durante le pratiche guidate, sentiva un piccolo spazio aprirsi. Un battito calmo, uno solo.

Un giorno, dopo una meditazione sul respiro, Livia lo avvicinò:

— “Sai, Matteo, molti pensano che la mindfulness serva a cancellare la paura. Ma la verità è che serve a smettere di scappare.”

Lui abbassò lo sguardo:
— “È difficile restare quando tutto dentro urla di fuggire.”

— “Lo so.” rispose lei. “Ma tu ci sei ancora, nonostante tutto. Questo è già il primo passo.”

Una sera, mentre tornava a casa, il cuore di Matteo ricominciò a ba***re forte. Ma questa volta non scappò.

Si fermò, appoggiò la mano sul petto, e ricordò le parole di Livia.

Chiuse gli occhi.

Inspira: “Sono al sicuro, adesso.”
Espira: “Posso restare con me stesso.”

Non morì. Non svenne.
Respirò. E pianse.

Conclusione:

Il panico non scompare con la forza. Si scioglie nella presenza.

Oggi Matteo non ha più paura dei battiti. Ha imparato ad ascoltarli.
Perché a volte, un solo battito può raccontarti di cosa hai davvero bisogno: di tornare a te.

Spunti di riflessione:
- Di cosa ho più paura quando sto male?
- Cosa accadrebbe se provassi a restare, invece di fuggire?
- Quale messaggio sta cercando di darmi il mio corpo?

PRATICA SUGGERITA :
Ogni volta che senti arrivare un attacco di panico, fermati.
Appoggia una mano sul petto.
Respira.
Ripeti dentro di te:
“Questo momento passerà. E io posso attraversarlo.”
Fiorella Parretta


    OGGI NON CORRERE.  Oggi respira, lentamente.  Nota qualcosa che solitamente ignori:  il profumo del caffè, la luce s...
08/11/2025



OGGI NON CORRERE.
Oggi respira, lentamente.
Nota qualcosa che solitamente ignori:
il profumo del caffè, la luce sulla finestra, il silenzio che non fa rumore.

Fermati un attimo e chiediti:
"Di cosa ho davvero bisogno, adesso?"

Non servono risposte perfette.
Solo presenza.
E un po’ di gentilezza verso te stesso.
Buon sabato, con consapevolezza.

Post Educativo – Mindfulness e EmozioniLE “AMICHE ” DELLA RABBIA: conoscerle per non diventarne prigionieriLa rabbia non...
07/11/2025

Post Educativo – Mindfulness e Emozioni

LE “AMICHE ” DELLA RABBIA: conoscerle per non diventarne prigionieri

La rabbia non è un nemico: è un messaggero.
Ci parla di un limite violato, di un dolore non ascoltato, di una ferita aperta.
Ma quando non viene accolta, compresa, trasformata… CHIAMA RINFORZI.

Le sue “amiche”?
• IL RANCORE – si nutre del passato, di parole non dette, di perdoni mancati. Resta lì, silenzioso, e corrode lentamente.
• LA VENDETTA – illusione di giustizia, risposta impulsiva al dolore. Ma, come scriveva Francis Bacon:
“CHI MEDITA LA VENDETTA MANTIENE LE SUE FERITE SEMPRE APERTE.”
• L’ODIO – non nasce da nulla. È rabbia non vista, moltiplicata nel tempo, alimentata dalla disconnessione.
• L’INVIDIA – la rabbia travestita da confronto. È dolore che guarda fuori, invece che dentro.

Tutte queste emozioni non sono sbagliate: sono umane.
Ma se lasciate senza guida, diventano gabbie.

COSA POSSIAMO FARE?
- Riconoscere quando la rabbia arriva. Dare un nome al nostro sentire.
- Respirare prima di agire. Anche 3 secondi possono fare la differenza.
- Scrivere invece di urlare. Camminare invece di esplodere.
- Chiedere aiuto se serve. Parlare, per non scoppiare.

Come diceva Nelson Mandela:
“IL RANCORE È COME BERE VELENO E ASPETTARSI CHE L ’ALTRO MUOIA.”

PRATICA MINDFULNESS:
Chiudi gli occhi.
Inspira: “ACCOLGO LA MIA RABBIA ”
Espira: “SCELGO DI NON LASCIARLE IL TIMONE ”

Non reprimere. Non scappare.
Osserva, ascolta, scegli.

PERCHÉ OGNI EMOZIONE CHE RICONOSCI, È UN PASSO VERSO LA LIBERTÀ.
🌱

Post Mindfulness – Per i piccoli e per i grandiQuando le nuvole si avvicinano…Quando le nuvole cariche di pioggia si avv...
06/11/2025

Post Mindfulness – Per i piccoli e per i grandi

Quando le nuvole si avvicinano…

Quando le nuvole cariche di pioggia si avvicinano,
quando il cielo dentro di noi si fa grigio,
riusciamo a ricordare ciò di cui abbiamo davvero bisogno per attraversare la tempesta?

A volte basta poco:
• Un respiro profondo
• Una mano da stringere
• Una parola gentile
• Un rifugio sicuro dentro di sé

Come un bambino che ha imparato a riconoscere le emozioni,
puoi fermarti, ascoltare, e prenderti cura di quel temporale che si agita dentro.

PRATICA SUGGERITA:
Chiudi gli occhi.
Immagina una nuvola grigia sopra di te.
Poi respira e ripeti:
“Io non sono la mia tempesta.
Io sono il cielo che la contiene.”

SOLUZIONE?
Non evitare le nuvole.
Abbracciale, attraversale, e ricordati che DIETRO OGNI PIOGGIA C ’È SEMPRE UN CIELO CHE ASPETTA DI TORNARE AZZURRO.
☁️☀️


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