08/05/2025
RIFLESSIONE SUL MISTICISMO DEL SILENZIO E DEL SUONO di Matteo Morbidelli
“Il silenzio non è l’assenza di suono, bensí la sua origine.
Il silenzio racchiude il suono.”
Ed il silenzio che racchiude il suono è un concetto profondamente filosofico, carico di misticismo.
È lo sfondo invisibile senza il quale nessun suono esisterebbe, il grembo che lo accoglie e lo definisce.
Come lo spazio per la forma, o l’oscurità per la luce, il silenzio è la condizione necessaria affinché il suono possa rivelarsi in ogni sua forma, qualunque essa sia.
È il luogo dell’interiorità, dell’ascolto autentico, dove il suono penetra in profondità, dove l’anima si dispone all’ascolto.
“E poi la magia del suono si compie.
L’elemento naturale si fa voce dell’invisibile.
Il suono è il ponte tra ciò che è e ciò che si sente, tra natura e coscienza.”
In questa profonda visione filosofica dunque, gli strumenti musicali risultano non essere semplici oggetti: sono archetipi viventi, da amare, rispettare, e custodire.
Uno strumento musicale racchiude una profonda connessione tra natura, uomo e suono: una relazione ancestrale che unisce materia e spirito, terra e cielo, corpo e anima.
Riflessione che, probabilmente molti di noi, si dimenticano di fare, soprattutto in tempi cosí frenetici quali quelli nei quali viviamo oggi.
Il loro suono è una voce che risale dal profondo della terra, che cresce attraverso un albero, che dal sottosuolo dove si sedimenta, col fuoco viene forgiata, che da pelle tesa diventa simbolo del battito primordiale, del cuore cosmico, del ritmo del tempo e della creazione.
Questo vibrare, che attraverso la mano ed il respiro dell’uomo si dissolve nell’aria, ci riporta al mistero originario da cui tutto proviene.
Il legame intrinseco che unisce l’essere umano al silenzio e al suono è per forza di cose, inscindibile.
Come il calare ed il sorgere del Sole.
Come il respiro della Luna.
È il legame alla vita stessa.