03/10/2025
“Palestina ultima spiaggia: cosa conta davvero?”
Non mi ha mai scandalizzato Hi**er. Né mi hanno scandalizzato i campi di concentramento nei quali sono morti milioni di uomini, donne e bambini solo perché ebrei, omosessuali, zingari o avversari politici.
Allo stesso modo non mi ha mai scandalizzato Stalin. Né mi hanno scandalizzato i suoi gulag, nei quali milioni di dissidenti politici venivano sfiniti e lasciati morire di stenti.
Ma non mi scandalizza neppure Pinochet. Non mi scandalizza il fatto che, per prendere il potere democraticamente dato dal popolo ad un Presidente legittimamente eletto, si sia fatto ricorso ad un golpe, alla violenza brutale, alla disumanizzazione assoluta.
Non mi scandalizzano neppure gli attuali dittatori dell’Africa profonda o quelli del sud-est asiatico.
Ciascuno di loro, da Hi**er in avanti, solo per parlare di epoche storiche a noi vicine, ha fatto quel che doveva. Anche la brutalità, la violenza e la disumanità fanno parte – purtroppo – del genere umano.
Quello che mi scandalizza è altro ed è qualcosa di ben più grave.
Lo scandalo è costituito non dai dittatori o dai violenti, bensì dai “volonterosi carnefici di Hi**er”, ossia da quelle centinaia di migliaia di uomini e donne che non fecero nulla per contrapporsi alla barbarie nazista e ai suoi disastri umanitari. Milioni di tedeschi continuarono tranquillamente a fare la loro vita, mentre i camini dei forni crematori segnavano la conta tragica delle morti quotidiane.
Per molti decenni, dagli anni ’60 del secolo scorso in avanti, l’opinione pubblica (ossia tutti noi) ha sempre condannato senza appello l’ignavia mostrata dal popolo tedesco di fronte alle atrocità naziste, ha detto a gran voce che quelle omissioni erano il segno tangibile di una disumanità omissiva che non si sarebbe più potuta e dovuta ripetere.
Parole, parole, parole … direbbe la nota canzone.
È sempre facile giudicare gli altri, soprattutto a posteriori. Ma la realtà è ben altra.
Oggi siamo noi, uomini e donne del 2025, a dover scegliere se essere descritti dalle future generazioni come i “volonterosi carnefici di Netanyahu”, il genocida del popolo palestinese o se essere ricordati come coloro che, di fronte alla barbarie di ritorno, hanno dato voce ed appoggio ai bimbi palestinesi, alle madri di Gaza, ai padri di Gaza, agli indifesi e agli inermi.
Questo siamo chiamati a fare: nulla di più.
L’opzione è semplice: possiamo essere gli ennesimi don Abbondio del XXI secolo (o, meglio, i “volonterosi carnefici di Netanyahu”) o essere uomini e donne dotate di un senso minimo di umanità, di rispetto per l’uomo in quanto tale, di dignità.
La scelta è chiara e non ammette fraintendimenti o giravolte di condizioni.
Entrambe le scelte sono legittime.
Ma solo una ci consentirà di guardarci ancora allo specchio.
Philip York