Attilio Vanoli - Reflessologo plantare ZU

Attilio Vanoli - Reflessologo plantare ZU Il Metodo ZU si diversifica dalle altre interpretazioni della reflessologia per lo studio approfondi Le leggi universali del Tao yin/yang restano immutabili.

Attilio Vanoli consegue il Diploma alla Scuola Superiore di Reflessologia Zu - 21 Dicembre 2013, Reflessologia plantare secondo la tradizione della Medicina Tradizionale Cinese. Partecipa a Milano Yoga International Festival con l'Associazione Reflessologi ZU 2012 e 2013. Partecipa a stage di approfondimento della Reflessologia ZU 2012. Armonia al Castello di Belgioso 2011 e 2012
In data 09/02/201

4 consegue la competenza del corso di Aggiornamento Professionale per operatore in "Reflessologia Plantare" del centro ITARD della Regione Lombardia
Maggiori informazioni sulle mie attività sul sito http://arezu.q-dynamic.com/
Attività e associazioni: Socio dell'Associazione Reflessologi ZU
Consegue con successo il diploma base di Multi-Reflessologia Facciale Vietnamita DIEN CHAM presso la scuola SIRFA Accademia Dien Cham nel Gennaio 2016. Consegue il diploma di TUTOR D'AULA presso il Centro ITARD Lombardia Srl nel Dicembre 2015 Conseguimento diploma per Tutor d'aula - Ai sensi della legge regionale n. 19/07



La Reflessologia Zu

La Reflessologia Zu è una Disciplina Bio Naturale adatta a persone di ogni età, si può svolgere in ogni circostanza ove sia possibile ricreare un ambiente armonioso, rilassante, accogliente e rasserenante in cui operatore e ricevente possono interagire al meglio. La Reflessologia Zu, grazie a una adeguata lettura degli aspetti del piede e conseguente trattamento dell'arto inferiore, facilita lo stato di benessere e armonia e permette alla persona di sviluppare una maggiore consapevolezza dei comportamenti virtuosi più utili ed efficaci nella quotidianità. L'esperienza reflessologica può essere un supporto nei momenti di passaggio e cambiamento nella vita, siano essi dovuti a fattori esterni o interni (ad esempio separazioni, lutti, adolescenza, senilità). Nell'anziano, in particolare, può attenuare il fisiologico senso di solitudine attraverso un contatto fisico e relazionale. L'esperienza reflessologica può anche semplicemente rappresentare un momento di gratificazione personale dettata dal desiderio di prendersi cura di sè. Possiamo affermare che il metodo Zu si è ormai contraddistinto nel folto panorama delle Discipline Bio Naturali anche per lo studio approfondito e analitico dell'identificazione dei punti riflessi sul piede: infatti le aree sensibili sono identificate localizzando l'epicentro del dolore in relazione alle ossa e ai muscoli, portando ad alti effetti di efficacia un trattamento ben eseguito. La Reflessologia Zu rappresenta quindi una vera e propria evoluzione delle tecniche tradizionali di reflessologia plantare in quanto è basata su una rigorosa ricerca ed è coadiuvata dal supporto della visione taoista della Medicina Tradizionale Cinese:
agisce sulla componente organica della pianta del piede
interpreta le alterazioni psico-somatiche attraverso le dita
orienta il “Qi” (soffio, energia) attraverso i meridiani energetici dell’arto inferiore. Le reflessologie sono la proiezione completa ancestrale di tutto il corpo solo su una parte di esso. Immaginiamo di fotografare una persona, rimpicciolirne la foto e proiettarla solo su una parte del corpo. Le terminazioni nervose attraverso processi d’afferenza ed efferenza, trasmettono dall’interno verso l’esterno e viceversa disagi e problematiche degli organi interni. Attraverso questi meccanismi si è in grado di raggiungere i differenti organi con sollecitazioni mirate all’ottenimento dell’ossigenazione dei tessuti attraverso la vascolarizzazione degli stessi. La provata efficacia di queste metodiche è determinata dal fatto che s’interpretano i segnali che il nostro organismo invia attraverso le aree più periferiche, mani, piedi, orecchie, lingua, naso, occhi, che sono le aree con la maggior concentrazione di terminazioni nervose. Il Metodo Zu si è affermato per lo studio approfondito e analitico dell’identificazione dei punti riflessi sul piede. Le aree sensibili sono state identificate localizzando l’epicentro del dolore in relazione alle ossa e ai muscoli. Le aree riflesse, sono quelle particolari parti del nostro corpo, che se giustamente sollecitate, determinano una reazione antalgica (scomparsa del dolore) o un recupero funzionale dell’organo in una zona diversa e lontana dal punto stimolato. In ogni parte del corpo ritroviamo proiettato l’intero sistema in maniera organica, precisa, logica, in tutte le sue proporzioni. Come agiscono i punti riflessi

I neuroni sono cento miliardi di centraline microscopiche del pensiero (diametro tra cinque e cento millesimi di millimetro), contenute in questa scatola di modeste dimensioni che è il nostro cranio. Hanno il compito di elaborare i messaggi e trasferirli lungo le vie nervose. Ogni neurone è attrezzato per ricevere informazioni nervose dai suoi pari mediante i dendriti, sottili filamenti ramificati che lo fanno somigliare ad una piovra e per trasmettere a sua volta i propri messaggi mediante un altro prolungamento tubulare detto assone o cilindrasse. Il punto di connessione tra l’assone di una cellula e il dendrite dell’altra si chiama sinapsi, è la chiave di volta di tutto il sistema di comunicazione neuronale. Si è scoperto che le cellule nervose possono in modi non ancora ben conosciuti autoripararsi in caso d’eventuale danneggiamento emettendo nuovi terminali d’assoni, instaurando altre sinapsi, riformando le connessioni perdute. La prima dimostrazione in questo senso è valsa il premio Nobel a Rita Levi Montalcini, dopo che nel 1954 era riuscita ad isolare il Nerve Growth Factor (NGF), in altre parole il fattore naturale capace di stimolare, appunto, la crescita dei neuroni. Tutti i segnali nervosi in entrata e in uscita sono di natura elettrica. La situazione d’equilibrio del campo elettrico si modifica quando si sviluppa un impulso nervoso che può avere differenti origini: luminosi, acustici, gustativi, olfattivi, tattili ma anche ripescati dalla nostra memoria. L’acetilcolina è il neurotrasmettitore che fa muovere i muscoli, facendo progredire il segnale elettrico dalla corteccia alla placca motrice neuromuscolare. I segnali sono trasformati in chimici ed elettrici, una volta raggiunta la sede occipitale, il cervello provvede alla loro decodificazione. Con un massaggio veloce e leggero generiamo delle onde corte, quindi d’alta frequenza, veloci, penetranti, quando raggiungono un organo bersaglio, determinano una reazione chimica acida che a sua volta determina un rilassamento dei tessuti o degli organi più contratti e irrigiditi. Un organo ingrossato, indurito per problematiche acute o croniche, se bersagliato velocemente, è sollecitato con un tipo d’attività simile a quella di uno scalpello contro una roccia: non pochi grossi colpi, ma tanti piccoli. Situazione opposta, un massaggio lento, profondo, pesante, per la legge fisica «la pressione genera calore», ha una trasmissione per mezzo d’onde lunghe, basse, lente. Questo impulso quando raggiunge l’organo bersaglio, genera una reazione basica che determina a sua volta una tonificazione dei tessuti per effetto degli zuccheri che vengono a sintetizzarsi, perciò se un organo è stanco, prolassato, un massaggio lento e profondo è tonificante, energizzante, per esempio è possibile far recuperare la fisiologica capacità peristaltica alla cistifellea o allo stomaco. Il massaggio che esercitiamo è un’azione meccanica che nel nostro organismo si trasforma in una reazione chimico-elettrica. Il nostro corpo reagisce a due sollecitazioni fondamentali: contrazione e rilassamento, che possiamo tradurre in sollecitazioni caldo-freddo, una carezza /pizzicotto, taglio/punta, tirare/rilasciare, dolce e acido e così via all'infinito.

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