05/07/2021
... l'amore non è un vizio.
Caro dottore, sono mamma da poco, per la prima volta.
Tante emozioni, tante paura, tanti dubbi.
In particolare ho un problema: il mio bambino sembra voglia stare sempre appiccicato a me, sempre in braccio!
Confesso che non sopporto sentirlo piangere e alla fine, nonostante le raccomandazioni di mia madre e delle amiche che mi dicono di non prenderlo subito, tutte le volte che inizia a piangere io non resisto e lo prendo.
Ho provato a non farlo, ma il suo pianto è una tortura e tra le mie braccia lui si calma.
Probabilmente gli ho fatto prendere il “vizio delle braccia” e adesso non so come fare.
C’è qualche rimedio per tornare indietro e togliergli questo vizio?
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Tornare indietro??
Per ca**tà! Il consiglio è quello di andare avanti!!
Meno male che gli ha fatto prendere il “vizio delle braccia”!
Brava!!!
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I bambini piccoli non sono fatti per stare a pancia all’aria dentro una specie di sarcofago con le ruote, a guardare il nulla o degli stupidi pupazzi che girano e fanno rumore!
I bambini non pesano più di una busta della spesa e sono fatti per stare a contatto con la loro mamma!
Sentire la sua morbidezza, il suo profumo, la dolcezza del suo latte…
Sentire i confini del loro corpo contenuti in un abbraccio, la musica della voce della mamma, il battito del suo cuore…
…e ritrovare il panorama più bello che c’è, quello che rassicura e risolve i mal di pancia: il sorriso della mamma!
E’ un vizio tutto questo?
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Far sentire al bambino che la mamma c'è, sempre, ed è pronta a tirarlo fuori da ogni disagio, da un pannolino sporco, da una fame o da una paura qualsiasi, significa fargli sperimentare che lui è un valore, che può chiedere, che all'esterno c'è sempre una possibilità di soccorso.
Significa impostare in un piccolo cervello una visione del mondo e della vita ottimistica, bella!
..E costruire una personalità serena ed equilibrata.
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Il contatto “pelle a pelle”, con il bambino n**o sul corpo della mamma n**o, è una terapia potentissima per armonizzare tutto il sistema neuroendocrino e plasmare un carattere!
Più i bambini sono intimamente a contatto con le loro mamme nei primi due anni di vita, più saranno autonomi dopo!
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Al contrario la distanza, la povertà di stimoli, la vita in un ambiente nervoso ed ansiogeno imprime tensione, sfiducia, scarsa stima di sé, pessimismo.
"Il mondo è brutto, nessuno potrà mai aiutarmi, gli altri sono inaffidabili..."
Una visione triste che può determinare sofferenza e insuccesso a decenni di distanza.
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Se una mamma non sa niente di tutto questo e lascia solo parlare il suo cuore, il suo istinto naturale la induce alla delicatezza, alla premura, alle carezze, all’intimità, ai dialoghi dolci, alle canzoncine...
Semplicemente ad essere la migliore mamma possibile!
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Qualcuno lo chiama “vizio delle braccia?”
Inutile “mollezza”?
Qualcuno ancora svaluta una mamma che va in ansia per il pianto del suo bambino?
Che le consiglia di “farlo abituare nella sua culla?”
Ancora qualcuno dice che il pianto del bambino “apre i polmoni”?
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Il modello educativo della serie “formiamo soldati per la patria!” E’ duro a morire!
Ma anche quando quel modello dominava, il cuore delle mamme, come lei mi sta raccontando adesso, non si è mai lasciato piegare davvero!
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Adesso però la scienza, con mille evidenze sperimentali, finalmente si è alleata con il cuore delle mamme!!
Avevano ragione loro!!!
Gli scienziati hanno scoperto recentemente l’alchimia di un abbraccio!
Le mamme hanno saputo cosa fosse da qualche milione di anni!
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Un bambino piccolo è la cosa più tenera che possa capitare ad una ragazza e tutta l’esperienza della maternità è fatta del reciproco piacere dello stare insieme!
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I problemi nascono quando in questo intimo rapporto mamma-bambino si inseriscono elementi di disturbo.
Quando la mamma è lasciata sola, sommersa da montagne di doveri.
Quando anche noi pediatri non siamo capaci di guardarla negli occhi e la riempiamo di “deve” e “mi raccomando”!
Quando si avvilisce e ha paura di non farcela.
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“Con il bambino sempre in braccio non riesco a fare niente altro!”
Certo! Se la montagna di lavoro e compiti in classe restano sulle sue spalle...
“Diamogli qualcosa per farlo dormire o lasciamolo nella culla!”
“Si abituerà!”
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Ma se tutti insieme comprendiamo che “la cosa importante” da fare è costruire un cervello in un tempo prezioso che vola via,
se tutti quelli che sono intorno alla mamma la aiutano a farlo e, invece di consigli non richiesti, si alzano le maniche per farle la spesa, i piatti, i vetri o giocare con un fratellino…
allora quel bambino "sempre in braccio" diventa magia!
Occhi chiusi, ninna nanna, tenerezza, carezze, tempo che si ferma… meraviglia!!
Tradotto in biologia: ossitocina, serotonina, dopamina, prolattina… cioè piacere, benessere, latte materno, felicità!
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Per questo quando c'è un bambino piccolo servono le “coccole”… alle mamme!
Servono papà che possono far loro le migliori!
E poi nonne, amiche, vicini di casa e… pediatri che incontrino uno sguardo e dicano “coraggio e brava!”
Non solo prescrizioni e “mi raccomando”!
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Il “vizio delle braccia”?
Si, quello si, quello glielo “prescrivo” e aggiungo pure un “mi raccomando” !