Piera Fele Medico Psichiatra Psicoterapeuta

Piera Fele  Medico Psichiatra Psicoterapeuta Medico Psichiatra Dottore di Ricerca in Psichiatria Neurologia e Neurogenetica Psicoterapeuta

10/01/2025

L’attenzione è la forma più rara e più pura della generosità.
La capacità di prestare attenzione è cosa rarissima, difficilissima; è quasi un miracolo, è un miracolo.
Quasi tutti coloro che credono di avere questa capacità, non l’hanno. Il calore, lo slancio del sentimento, la pietà non bastano.
Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra: "Qual è il tuo tormento?".
La pienezza dell’amore del prossimo è semplicemente l’essere capaci di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”.
Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo...

Simone Weil

02/01/2025

CUSTODIRE IL PROPRIO VUOTO INTERIORE
«Il senso della propria esistenza dipende dalla coltivazione del proprio sé, in particolare dalla coltivazione del proprio spazio vuoto interiore. Per mantenerlo tale si deve evitare di riempirlo di chiacchiere, suoni, voci, come molti tendono a fare perché ne hanno paura. E siccome tra quei molti ci siamo anche noi, il nostro primo dovere consiste nel ripulirci, nel praticare una profonda pulizia di noi stessi, imparare a non riempire di cose inutili il nostro vuoto, governando la mente senza temere la noia che talora arriva.

Pensate, ad esempio, all’espressione di uso comune «ammazzare il tempo»: noi siamo tempo, siamo essere e tempo, e se ammazziamo il nostro tempo, ammazziamo il nostro essere avvelenandolo con la volgarità, l’idiozia, la sporcizia. Dobbiamo fare esattamente il contrario: custodire lo spazio vuoto della propria interiorità nutrendola di cose vere, di poche cose vere: poche vere amicizie, poca vera musica, poche vere letture (e meglio ancora, riletture).

Questa è la dimensione contemplativa della vita. Se custodiamo il nostro vuoto interiore, esso diverrà il nostro rifugio, la nostra isola, «il cuore dentro il cuore», come recita l’antico testo taoista: «Dentro il cuore un altro cuore racchiudi, dentro il cuore un altro cuore è presente. Questo cuore dentro il cuore è pensiero che precede le parole».

06/12/2024

EUGENIO BORGNA
"La parola, in psichiatria, può salvare una persona, o può perderla.
Quasi al di là dei suoi contenuti, sono i modi, con cui la parola è comunicata (i gesti e il silenzio, lo sguardo e le espressioni del volto), a definirne la dimensione terapeutica, o quella antiterapeutica. La parola è esposta a rischi molto alti: è una parola sempre arrischiata; e chiunque sia sommerso, o anche solo sfiorato, da una esperienza umana, che trascini con sé angoscia e tristezza, dissociazione e smarrimento, rivive in sé antenne sensibilissime nel cogliere il senso nascosto delle parole; e ogni parola può essere, di volta in volta, quella decisiva: la parola che crea fiducia, e stabilisce un contatto emozionale (la parola che incrina le solitudini e libera gli aquiloni della speranza nei vortici storditi del vento); ma la parola, anche, che accresce nella sua indifferenza, o nelle sue dissonanze, l'isolamento e la introversione, il dolore e la fuga dal reale."
("Le intermittenze del cuore, 2008, p.45)

Eugenio Borgna mancherà a tutti coloro che considerano la clinica come un incontro profondamente umano.
Lo ricorderemo sempre con affetto.

https://m.youtube.com/playlist?list=PLfo0vTBFX7qVgqaxpM_aWExfF2JhuTdEH&sfnsn=scwspwa

Su POL.it Psychiatry on line ITALIA è disponibile una lunga playlist di interviste a questo grande maestro della fenomenologia.

Ho sempre ammirato chi possiede il dono della sintesi, specie quando si parla di argomenti ed emozioni complesse, per cu...
07/07/2024

Ho sempre ammirato chi possiede il dono della sintesi, specie quando si parla di argomenti ed emozioni complesse, per cui è arduo trovare le parole: la nostra vita che scivola verso la morte, senza angoscia ma con la bellezza dell'ineluttabile; il pensiero, che credo abbia sfiorato ognuno di noi, che quel che viviamo sia un sogno, e non la vita reale; la percezione che talvolta ci coglie, di un mondo d'ombra oltre le colline, un oltre che ci attende senza che nessuno conosca la fine della strada, e neppure l'inizio, né il senso del cammino; la sensazione di viaggiare da soli, anche se dentro alla moltitudine di quanti ci hanno preceduto e ci seguiranno.
Roba da poeti, e da cuori aperti all'ineffabile.
Eppure, da psichiatra vi dico che la cura e la salvezza passano proprio da questo percorso, che ti fa ricco nel momento in cui la consapevolezza dei tuoi limiti sembra impoverirti, e ti regala la libertà dall'ansia, perché accettare significa non avere più paura.
Art lo sapeva già a 37 anni, e ha illuminato la mente e il cuore di molti di noi, come solo i poeti sanno fare.

11/01/2024
10/12/2023

“Lo scopo principale della psicoterapia non è quello di portare il paziente ad un impossibile stato di felicità, bensì insegnargli a raggiungere pazienza filosofica nel sopportare il dolore. Spesso dietro le nevrosi si nasconde tutto il dolore naturale e necessario che non siamo disposti a tollerare”
Carl Gustav Jung, 1943

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