09/01/2025
"L'uomo spirituale (pneumatico) che si è ricongiunto con la propria intimità noetica, non entra in alcun modo in relazione con ciò che è soggetto a Fatalità, tentando di deviarne il corso, seppure in direzione positiva: ne resterebbe contaminata, per eccesso di volontarismo, la purezza asomatica e la capacità di accettare l'avvicendamento degli opposti".
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Angelo Tonelli, commento agli scritti di Zosimo di Panopoli nel saggio dal titolo "Visioni e risvegli", Meltemi editore, p. 97.
Commento
Confronto tra Zosimo e Patanjali:
In modo analogo negli Yoga sutra Patanjali suggerisce lo stesso stato di distacco dal potere. Nel quarto ed ultimo capitolo dei sutra (il Kaivalya pada) ci parla della libertà ultima. Ma in fondo libertà da cosa?
La risposta paradossale è proprio che l'ultima prova sta nell'essere liberi dalle sidhi, dai poteri di modificare il manifestarsi dei fenomeni visibili, percepiti dai sensi. I primi capitoli dei sutra ci descrivevano i primi gradini, l'equilibrio fisico, emotivo, energetico. Poi, ci dice il Patanjali, dopo che l'attenzione diventa stabile e costante, iniziano ad emergere queste potenzialità magiche. Eppure è una trappola. Usarle comporterebbe l'ennesima caduta nell'attaccamento e nell'affezione.
Ma allora è sbagliato il potere in sé?
Io credo che la differenza sostanziale risiede nel prevedere o meno quando questo si manifesta. Il farsi di una poesia, ad esempio, se questa è ispirata e imprevista, trasforma il corso del destino del mondo.
Ma il poeta umano, non deve predisporre quando questa poesia accadrà. Io penso che la perversione accade quando pretendiamo gli esiti delle azioni. Ma la magia se attraversa noi umani come per invasamento non sporca l'innocenza degli animi e così restiamo puri, anche agendo come dei.
Imporre ai numi quando visitarci con la volontà, prima o poi presenta un conto salato da pagare, primo fra tutti la perdita della spontanea meraviglia.
Edoardo Iosimi