18/12/2025
L’Alzheimer colpisce le donne con una frequenza quasi doppia rispetto agli uomini.
La malattia viene spesso identificata dopo la menopausa, periodo in cui cala la produzione di estrogeni, ormoni che sono coinvolti nella regolazione di numerosi processi cerebrali, come chiarito dalla ricerca negli ultimi anni.
Per queste ragioni, la fondazione americana Wellcome Leap ha attivato il programma “CARE: Cutting Alzheimer's Risk through Endocrinology” che sostiene progetti di ricerca per consentire lo studio degli estrogeni nello sviluppo di questa sindrome.
In questo contesto, l’Ospedale Policlinico San Martino, l’ degli Studi di Firenze e l’Università degli studi di Trieste hanno ricevuto un finanziamento per il progetto di ricerca “DEEPER”, che punta a sfruttare la PET (la Tomografia a Emissione di Positroni) per comprendere meglio il legame tra estrogeni e Alzheimer.
Questo strumento di diagnostica, già ampiamente usato nella clinica, sfrutta i radiofarmaci, che emettendo radiazioni consentono di valutare diverse funzioni biologiche in tutto il corpo.
DEEPER punta a sviluppare nuovi radiofarmaci in grado di mostrare, con grande precisione, come e dove gli estrogeni agiscono nel cervello. Questi potranno in futuro rivelare quali sono le aree maggiormente influenzate, in modo non invasivo, e come cambia il quadro nel corso del tempo, in particolare durante la menopausa.