07/09/2023
Letture.
"DALL'ETICA DEL FINE ALL'ETICA DEL MEZZO"
Con la recente crisi delle ideologie (specie quelle Marxista e Cristiana) è sembrato opportuno a molti di non occuparsi più del fine (il ben vivere di aristotelica memoria) ma del mezzo (la soddisfazione di bisogni e desideri), nella beata illusione che una società senza ideali potesse trovare il suo ben-essere nel ben fatto; il risultato scaturito è stato il primato tecnologico dell’efficacia e dell’efficienza, la ricerca spasmodica dell’ottimizzazione delle prestazioni del sistema. Tutto ciò è ben visibile nell’economia politica, dove ciò che importa ed ha valore è il PIL (prodotto interno lordo) e non il benessere (la qualità di vita) della popolazione in generale e della scuola in particolare, dove per giudicare il successo della politica educativa si guarda al raggiungimento del maggior numero di diplomati e laureati, possibilmente accompagnato dal contenimento dei costi e, quindi, degli investimenti economici nella scuola, piuttosto che ad una formazione del futuro cittadino nella direzione dell’essere (ben-essere) l’unica che porterebbe verso una Società con la “esse” maiuscola, nella quale sarebbe gradevole vivere e relazionarsi col prossimo. Il 18 marzo del 1968 Robert Kennedy pronunciava, presso l'università del Kansas, questo discorso nel quale evidenziava - tra l'altro - l'inadeguatezza del PIL (Prodotto Interno Lordo) come indicatore del benessere delle nazioni economicamente sviluppate: "Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle si*****te, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di na**lm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani" (Tre mesi dopo veniva ucciso durante la sua campagna elettorale che lo avrebbe portato, secondo tutti i sondaggi, a divenire Presidente degli Stati Uniti d'America).