28/09/2024
Continuo imperterrita le recensioni di diari perché anche questo romanzo è, in fondo un diario. Di tutt’altro calibro rispetto a “I quaderni di Luisa”. Qui siamo di fronte a una scrittrice professionista di grande formazione che racconta, trasformandolo in romanzo, il diario della sua ricerca di contatto con il padre.
Un padre che, apparentemente senza spiegazioni, smette di parlarle. A dire la verità questa non è una sua esclusiva ma qualcosa che, a turno, capita a tutte le figlie e anche a qualche figlio maschio. Un padre prolifico di 8 figli, il primo giovanissimo, quattro figli con la madre di Ilaria e tre in una successiva unione.
Direi che, in questo caso, siamo di fronte a un diario di scavo che racconta una storia di estraniamento familiare a cui Ilaria non si rassegna. Questo padre assente e muto diventa, via via che il racconto prosegue, sempre più ingombrante e pesante. C’è qualcosa di epico nel non arrendersi dei due contendenti: il padre arroccato nel silenzio, la figlia che non riesce né ad accettare, né a lasciar andare. Sullo sfondo la metafora del match del secolo tra i due, entrambi uniti dalla passione per Rocky Balboa e il pugilato.
A un certo punto compare anche una specie di padre putativo, nella figura di un illustre regista, e almeno per un po’ si respira un certo sollievo.
Quello che questo diario descrive, con molti arricchimenti stilistici, è un fenomeno duplice: da una parte la negazione del dolore, come se, negandolo, potesse sparire davvero. Dall’altra il paradosso della mancanza che rende le persone assenti estremamente presenti nel panorama interiore. Confesso che credo di assomigliare di più a Luisa che a Ilaria per tante ragioni personali ma questi due diari danno un’efficace rappresentazione dei due estremi che può essere la scrittura: scarna, essenziale, timida oppure ricca, raffinata, precisa.
Entrambe, a modo loro, scrivono bene. Una addirittura benissimo ma nella scrittura non ci possono essere errori: l’unico errore possibile è non scrivere!
https://www.nicolettacinotti.net/il-dolore-forse-non-esiste/
Il dolore esiste anche se viene negato? Oppure negando che ci sia non esiste più per nessuno, sparisce magicamente?