Il Massaggio è Benessere

Il Massaggio è Benessere Il massaggio è una delle terapie più antiche e piacevoli.Riduce lo stress e la tensione,scioglie m

DAL PIEDE PIATTO ALLA CERVICALE? È PIÙ VERO DI QUANTO PENSI.Lo vedi questo schema? Sembra un domino anatomico. E indovin...
21/05/2025

DAL PIEDE PIATTO ALLA CERVICALE? È PIÙ VERO DI QUANTO PENSI.

Lo vedi questo schema? Sembra un domino anatomico. E indovina da dove parte tutto? Dal piede. Sì, proprio da lì.

Quando il piede collassa in pronazione (piede piatto), non è solo un problema “estetico”: il tendine tibiale posteriore si sforza, i muscoli del polpaccio si irrigidiscono per compensare, la tibia ruota internamente, il ginocchio cede in valgismo, il bacino si inclina in anteroversione e la colonna lombare s’incurva in iperlordosi.

Risultato?

Il rachide cervicale si adatta, le spalle si arrotondano, e ti ritrovi con una postura che ti fa sembrare sempre a fine giornata.. anche appena sveglio.

Ma vuoi sapere la parte sconvolgente?

La maggior parte delle persone allena solo dove sente il dolore.
Hai mal di schiena? Stretching lombare.
Hai tensioni cervicali? Massaggino al trapezio.
Hai i polpacci duri? Foam roller.

E se il problema fosse nel tuo appoggio?
Nel tuo piede che, giorno dopo giorno, manda su una catena di compensi?

Il corpo non mente. Ma spesso.. barcolla.

E se vuoi davvero rimettere in ordine questa cascata di disfunzioni, riparti dalla base.

Valuta l’appoggio plantare

Mobilizza caviglia, anca e colonna

Rieduca il bacino alla neutralità

Attiva core e glutei (quelli veri, non solo lo squat da Instagram)

Condividilo con chi pensa che il dolore lombare si curi solo col Voltaren. 😜

L'OSTEOPOROSI SPIEGATA IN PAROLE SEMPLICIIl tuo scheletro è un cantiere in continua evoluzione. Da una parte, gli osteob...
21/03/2025

L'OSTEOPOROSI SPIEGATA IN PAROLE SEMPLICI

Il tuo scheletro è un cantiere in continua evoluzione. Da una parte, gli osteoblasti costruiscono nuovo tessuto osseo, come operai diligenti che aggiungono mattoni a un muro. Dall’altra, gli osteoclasti rimuovono il vecchio tessuto osseo, come demolitori che eliminano le strutture danneggiate.

🔄 Equilibrio perfetto: la chiave per ossa sane

Quando osteoblasti e osteoclasti lavorano in armonia, le ossa rimangono forti, adattandosi ai carichi e riparando eventuali danni.

⚠️ Osteoporosi: quando gli osteoclasti impazziscono!

Se gli osteoclasti diventano troppo aggressivi e gli osteoblasti non riescono a tenere il passo, il risultato è una perdita di densità ossea. L’osso diventa fragile, come un muro con mattoni mancanti, esponendoti a un alto rischio di fratture.

🔥 Fattori che peggiorano il problema

Sedentarietà
Dieta povera di calcio e vitamina D
Squilibri ormonali (menopausa, iperparatiroidismo)
Fumo e alcol

Vuoi ossa forti? La chiave è muoversi, nutrirsi bene e prevenire! Non aspettare di sentirti “debole” per agire.

IL DIAFRAMMA NON È SOLO PER RESPIRARESe pensi che il diaframma sia solo un muscolo della respirazione, preparati a rived...
11/03/2025

IL DIAFRAMMA NON È SOLO PER RESPIRARE
Se pensi che il diaframma sia solo un muscolo della respirazione, preparati a rivedere tutto ciò che sai! Questo muscolo, spesso sottovalutato, è il regista invisibile della tua postura, del tuo dolore cronico e persino delle tue emozioni. E il bello? Potrebbe essere lui il responsabile di quel fastidioso dolore alla spalla, del tuo reflusso gastrico o della tua continua tensione addominale.

Ogni giorno fai circa 22.000 respiri. Ma se il tuo diaframma lavora male, quei 22.000 movimenti diventano altrettante occasioni per creare tensioni, alterare la postura e attivare dolori a distanza.

Quando il diaframma è rigido, bloccato o iperattivo, le sue connessioni anatomiche e neurologiche fanno sì che i suoi problemi si manifestino in punti inaspettati. Ecco cosa potrebbe succedere:

- Dolore alla spalla o al trapezio

Il diaframma è innervato dal nervo frenico (C3-C5), che condivide radici con il plesso brachiale. Se il diaframma è in sofferenza, il tuo sistema nervoso potrebbe percepire il dolore come proveniente dalla spalla, facendoti credere di avere un problema articolare.

- Cervicale e tensioni alla testa

Quando il diaframma è in difficoltà, recluta i muscoli accessori del collo (scaleni, sternocleidomastoideo) per compensare, generando rigidità e dolore cronico.

- Rigidità toracica e problemi digestivi

Il diaframma separa il torace dall’addome e avvolge l’esofago: se si irrigidisce, può causare sensazioni di oppressione al petto, difficoltà nella digestione e persino reflusso gastroesofageo.

- Mal di schiena inspiegabile

Il diaframma è collegato alle vertebre lombari (L1-L3). Se è contratto in modo anomalo, può destabilizzare il bacino e alterare la postura, portando a dolori lombari cronici.

COSA SUCCEDE QUANDO RESPIRI MALE?

Il diaframma non è solo un muscolo, ma un barometro dello stress. Se vivi in uno stato di allerta costante, tendi a respirare in modo toracico e superficiale, iperattivando il sistema nervoso simpatico (quello della risposta “attacco o fuga”).

Questo significa:

Più tensioni cervicali e mal di testa
Maggiore stress e difficoltà a rilassarsi
Digestione compromessa e gonfiore addominale
Perdita di stabilità posturale e dolori muscolo-scheletrici

E se ti dicessi che persino il tuo modo di fumare è collegato al diaframma? Molti fumatori percepiscono sollievo accendendo una sigaretta perché il gesto impone loro di fare un respiro profondo e un’espirazione prolungata. Ma non è la nicotina a rilassarti… è il tuo diaframma che, per un attimo, lavora meglio!

COME PUOI LIBERARE IL TUO DIAFRAMMA?

1️⃣ ESERCIZI DI RESPIRAZIONE CONSAPEVOLE
Prova a respirare lentamente, gonfiando l’addome e sentendo il diaframma scendere. Un’espirazione prolungata rilassa il sistema nervoso.

2️⃣ MOBILITÀ TORACICA
Movimenti di espansione costale e rotazioni aiutano a mantenere la gabbia toracica elastica e il diaframma più libero.

3️⃣ TRATTAMENTI MIOFASCIALI
Tecniche manuali mirate possono decontrarre il diaframma e migliorare la sua funzione, con effetti immediati su postura e respirazione.

4️⃣ ATTENZIONE AI SEGNALI DEL TUO CORPO
Se hai dolori inspiegabili alla spalla, al collo o alla schiena, il problema potrebbe non essere dove senti il dolore, ma molto più in profondità…

IL DIAFRAMMA È IL PUNTO DI CONTROLLO DEL TUO CORPO

Se impari a respirare meglio, migliori la tua postura, riduci il dolore e aiuti il tuo corpo a funzionare in modo più efficiente. Vuoi scoprire se il tuo diaframma sta influenzando la tua salute? Prova ad ascoltare il tuo respiro e osserva cosa cambia!

Il test di Patrick o F.Ab.Er.E. test (ovvero flessione, abduzione, rotazione esterna, estensione di anca) viene eseguito...
21/01/2025

Il test di Patrick o F.Ab.Er.E. test (ovvero flessione, abduzione, rotazione esterna, estensione di anca) viene eseguito per valutare una sospetta patologia dell’articolazione dell’anca o dell’articolazione sacro-iliaca. Il test di Patrick prende il nome dal neurologo americano Hugh Talbot Patrick.

Il paziente viene posizionato in posizione supina. La gamba è posta in una posizione con anca flessa e abdotta, con la caviglia (malleolo laterale) appoggiato sulla coscia controlaterale appena sopra (prossimalmente) al ginocchio. Mentre l’esaminatore stabilizza il lato opposto della pelvi ponendo una mano di controllo sulla spina iliaca antero superiore (SIAS), una forza di rotazione esterna, abduzione ed estensione viene quindi leggermente applicata al ginocchio omolaterale fino ad ottenere la gamma completa del movimento (ROM). Possono essere applicate un paio di oscillazioni di piccola ampiezza per controllare se è presente la comparsa di dolore alla fine del movimento articolare.

Se il dolore è suscitato sul lato omolaterale anteriormente, questo test è indicativo di un disturbo all’anca dello stesso lato esaminato. Se il dolore è suscitato nel lato controlaterale posteriormente in zona retro-trocanterica, è suggestivo di dolore causato da una disfunzione dell’articolazione sacro-iliaca. Il test risulta positivo anche se è presente una limitazione del range di movimento dell’anca.

I valori diagnostici di questo test sono stati valutati in diversi studi, alcuni confrontando anche il risultato del test clinico con un successivo esame artroscopico o una risonanza magnetica. Molti autori sostengono l’affidabilità e la validità di questo test, altri sono in disaccordo.

Sensitività: 41%
Specificità: 100%
Valore predittivo positivo: 100%
Valore predittivo negativo: 9%

Cisti di Baker: il misterioso rigonfiamento dietro il ginocchio! 🦵Parliamo della cisti di Baker, un ospite indesiderato ...
04/01/2025

Cisti di Baker: il misterioso rigonfiamento dietro il ginocchio! 🦵
Parliamo della cisti di Baker, un ospite indesiderato che si presenta come un rigonfiamento dietro il ginocchio. Se vi sembra di avere un palloncino in quella zona, potrebbe essere proprio lei! Scopriamo insieme di cosa si tratta e cosa possiamo fare per sgonfiarla. 🎈

Cos’è e dov’è?

La cisti di Baker è un accumulo di liquido sinoviale che si forma dietro il ginocchio, creando un rigonfiamento visibile e spesso fastidioso. Si sviluppa quando c’è un’infiammazione o un problema all’articolazione del ginocchio, come un’artrosi o una lesione del menisco, o da sovraccarico. Insomma, il ginocchio decide di farsi un cuscinetto extra, ma non nel posto giusto! 🦶

Sapete perché si chiama così? Il nome deriva dal chirurgo William Morrant Baker, che per primo descrisse questa condizione nel XIX secolo.

Come si sviluppa?

La cisti di Baker si sviluppa quando il liquido sinoviale, prodotto per lubrificare l’articolazione, si accumula in eccesso e si sposta nella parte posteriore del ginocchio. Questo può succedere a causa di infiammazioni croniche, traumi o lesioni interne. Più liquido c’è, più la cisti si gonfia, creando fastidi o limitazioni nei movimenti. 💧

La cisti di Baker nella vita quotidiana

Se avete difficoltà a piegare o estendere il ginocchio, sentite una sensazione di tensione o notate un rigonfiamento dietro il ginocchio, potrebbe essere una cisti di Baker. Attenzione: può peggiorare dopo attività che stressano il ginocchio, come salire le scale o fare jogging. 🏃‍♀️

Accenni di fisioterapia

La fisioterapia per la cisti di Baker include esercizi per migliorare la mobilità del ginocchio, rafforzare i muscoli circostanti e ridurre l’infiammazione. Tecniche di drenaggio linfatico e massoterapia possono aiutare a ridurre il gonfiore. Nei casi più avanzati, si lavora per alleviare le cause sottostanti, come l’artrosi o la lesione del menisco. 💪

Curiosità scientifica

Sapevate che la cisti di Baker è più comune nei corridori e in chi ha lavori che richiedono di stare molto in piedi? La pressione costante sull’articolazione del ginocchio può favorirne la formazione. 🏋️

Conclusione

La cisti di Baker può sembrare un mistero all’inizio, ma con un approccio mirato e qualche esercizio possiamo risolvere il problema e tornare a muoverci senza fastidi.

POSTURA E DOLORELa cattiva postura è il risultato di fattori diversi. Uno di questi è l'ereditarietà ma può anche deriva...
22/10/2024

POSTURA E DOLORE
La cattiva postura è il risultato di fattori diversi. Uno di questi è l'ereditarietà ma può anche derivare da traumi subiti dall'organismo, da condizioni infiammatorie particolari o da un alterato carico meccanico,secondario alle nostre abitudini quotidiane.
Con una postura corretta, infatti, i nostri muscoli posturali sono efficienti dal punto di vista energetico e relativamente inattivi se non per rispondere alle perturbazioni dell'equilibrio..
Quando però ci si allontana da un allineamento ideale, l'attività dei muscoli posturali aumenta, portando a un maggiore dispendio energetico e a un aumento delle sindromi dolorose.

IL CICLO DELLO SPASMO DOLOROSO
L'ischemia è la fonte primaria di dolore nelle fasi iniziali di un problema legato a postura scorretta.
Il flusso di sangue che attraversa un muscolo è inversamente proporzionale al livello di contrazione o di attività dello stesso.
Si consideri il seguente esempio:
Il peso della testa è circa il 7% del peso totale del corpo. Se la testa e le spalle si spostano in avanti, fuori dall'allineamento ideale, l'attivazione degli estensori del collo aumenterà drasticamente con conseguente restrizione del flusso sanguigno.
Infatti per ogni cm di avanzamento del capo, il peso percepito della testa sulla colonna vertebrale aumenta di circa 4,5 kg con conseguente iperattivazione dei muscoli estensori cervicali.
Questa prolungata contrazione isometrica costringerà i muscoli ad adottare un metabolismo anaerobico ed aumenterà l'accumulo di acido lattico.
Se non viene garantito un adeguato riposo, potrebbe iniziare una contrazione riflessa dei muscoli già ischmici. Nel paziente, questo porterà all'instaurarsi del ciclo dello spasmo doloroso.

Letture TOP per la mia estate !Quella sulla spalla è la mia preferita. Libro per addetti ai lavori ma spiegato in manier...
27/08/2024

Letture TOP per la mia estate !
Quella sulla spalla è la mia preferita. Libro per addetti ai lavori ma spiegato in maniera semplice e completo in ogni aspetto, dall'anatomia e fisiologia alla patologia e trattamento.

EPICONDILITE - trattamento conservativo:L'esercizio terapeutico  è fondamentale (e fortemente consigliato) quando l'epic...
11/12/2023

EPICONDILITE - trattamento conservativo:

L'esercizio terapeutico è fondamentale (e fortemente consigliato) quando l'epicondilite è in atto da almeno 3 mesi o è protagonista di continue recidive.

Tuttavia, è di beneficio anche in soggetti con epicondilite di recente insorgenza (in atto da poche settimane), che non presentano una storia passata di problematiche al gomito.

Senza dubbio, gli esercizi terapeutici per l'epicondilite sono un valido alleato nella gestione di questa fastidiosa tendinopatia.

Essi sono un caposaldo del trattamento di fisioterapia, assieme alla terapia manuale.

Gli esercizi per l'epicondilite che la letteratura scientifica riporta come utili sono svariati e hanno diversi obiettivi: alcuni mirano al rinforzo muscolare, mentre altri all'allungamento muscolare (stretching).

Principalmente, i muscoli target sono gli estensori del polso e i supinatori dell'avambraccio;
Gli esercizi per l'epicondilite non presentano particolari controindicazioni; del resto, si tratta di semplici esercizi di rinforzo e stretching, che si possono eseguire in totale sicurezza anche a casa, tra le mura domestiche.

Esercizi di rinforzo muscolare:

Esercizio 1
Il primo step riguarda la posizione: il soggetto deve sedersi vicino a un tavolo in modo da appoggiarvi l'avambraccio dell'arto sofferente in posizione prona (palmo che guarda verso il basso), con il gomito flesso a circa 90° e la mano che sporge dal bordo
A questo punto, impugnando un manubrio del peso di pochi kg (1-3 kg), ovviamente con la mano dell'arto sofferente, deve compiere dei movimenti alternati di flessione ed estensione del polso, il tutto in modo estremamente controllato.

L'esercizio precedente si può riprodurre con un elastico circolare

Quanto farlo? Gli esperti consigliano 2-4 serie da 10-15 ripetizioni ciascuna.

Esercizi 2
Innanzitutto, il soggetto deve legare l'estremità di un elastico alla mano dell'arto sofferente e fissare l'altra estremità a un supporto controlaterale (cioè posizionato sul fianco opposto all'arto da allenare).

Dopodiché, da in piedi, con l'avambraccio dell'arto collegato all'elastico in posiziona prona e il gomito dello stesso flesso a 90°, deve eseguire dei movimenti alternati di prono-supinazione dell'avambraccio (deve cioè portare il palmo della mano verso l'alto e poi riportarlo verso il basso).

Quanto farlo? Gli esperti consigliano 2-4 serie da 10-15 ripetizioni ciascuna.
Tra una serie e l'altra è previsto un recupero di massimo 1 minuto.

Esercizi di Stretching
Gi esercizi di stretching per l'epicondilite hanno come target i muscoli estensori del polso.

Esercizio 1
In piedi, con il braccio flesso a 90° e il gomito esteso, il soggetto deve flettere completamente il polso dell'arto dolente, aiutandosi a mantenere la posizione con l'altra mano (che deve essere applicata sul dorso di quella in flessione).
Questo stesso esercizio si può eseguire con l'arto dolente in appoggio su un tavolo, avendo cura di far sporgere il polso dal bordo (così da permettere la sua flessione).

Quanto farlo? Gli esperti consigliano 3 serie da 30-60 secondi di tenuta ciascuna.
Tra una serie e l'altra è previsto un recupero di massimo 1 minuto.

Indirizzo

Genova

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 19:00
Martedì 08:00 - 19:00
Mercoledì 08:00 - 19:00
Giovedì 08:00 - 19:00
Venerdì 08:00 - 19:00

Telefono

+393284044026

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