01/03/2024
LETTERA A MIA FIGLIA
Seduta sulle mie ginocchia mi chiederà chi è e chi siamo, e le mie risposte non uccideranno le sue domande. Perché non le venga la malattia dei figli unici, credersi la sola misura di sé stessi, partorirò per lei ricordi del futuro e profezie dal passato, in un tempo senza scarti dove poter già essere quel che saremo. Mia figlia diventerà ricordo prima di essere progetto, e accoglierà il presente come fosse un seme ricevuto. Non si addormenterà con i cartoni animati, no. Io le canterò una ninna nanna per stare sveglia, una ninna nanna per non chiudere gli occhi, perché abbiamo già dormito tanto e troppo, mentre altri plasmavano i nostri sogni in incubi di realtà..
. Noi conoscevamo i segreti dei prati, e i prati conoscevano il nostro. Eravamo sacerdotesse, voci profetiche, regine di castelli di basalto, vegliati da greggi di un bianco feroce, signore di lana ispida, muro, dispensa e coperta. In quel mondo, nessuna era pu***na. Eravamo noi, e mia figlia lo saprà, quando giocherà nel cortile di una casa di tre generazioni, imparando che chiedere scusa è il solo modo per dare ordini in tempo di pace.
Murgia, Michela. Dare la vita (p.75). RIZZOLI LIBRI. Edizione del Kindle.