07/08/2025
L’energia universale, così come delineata nel corpus dottrinale di Franz Bardon, rappresenta una delle forme più fondamentali e versatili di manifestazione dell’elemento fuoco sul piano operativo. Essa non va in alcun modo confusa con l’Akasha, che costituisce il principio causale, fuori da ogni polarità, origine non manifestata della creazione. L’energia universale, al contrario, è già il prodotto di una differenziazione, e come tale si presta ad essere impiegata nei più diversi ambiti della pratica magica, purché l’operatore abbia acquisito il necessario dominio sulla concentrazione, la volontà direzionata e il controllo degli elementi.
La sua natura è attiva, calorica, penetrante. Si manifesta con intensità crescente secondo la carica impressa dal soggetto e secondo il grado di magnetizzazione ambientale. Può essere veicolata tramite il pensiero diretto, accumulata per mezzo del respiro cosciente, polarizzata nei centri sottili o trasmessa attraverso i conduttori fluidici del corpo (mani, occhi, respiro, parola). Essendo una forma di fuoco, essa tende all’espansione, al dinamismo, alla trasmissione. La sua applicazione può avve**re tanto a scopo terapeutico, quanto per influenze dirette e indirette su persone, oggetti, ambienti e forze invisibili.
Nel lavoro su di sé, l’energia universale trova impiego nell’animazione dei veicoli inferiori. Caricando il corpo fisico, si favorisce l’aumento della vitalità, si accelerano i processi metabolici e si rinforzano le difese organiche. Se distribuita nel corpo astrale, essa permette una maggiore permeabilità alle impressioni sottili, potenziando la sensibilità percettiva e le facoltà immaginative. In ambito mentale, può essere indirizzata per sostenere la fissazione delle immagini volitive, rendendo le visualizzazioni più stabili e influenti.
La sua trasmissione, nel lavoro esterno, implica la conoscenza delle leggi del fluido magnetico. L’energia può essere polarizzata positivamente o negativamente, accumulata in modo uniforme o distribuita secondo gradienti di intensità. Essa può essere impressa in oggetti inerti per caricarli di qualità specifiche o utilizzata per modificare l’atmosfera psichica di un luogo. In ambito terapeutico, può ve**re proiettata sul soggetto da trattare, mediante l’applicazione diretta o la trasmissione a distanza, per mezzo di collegamenti fluidici o simbolici. In tutti i casi, essa agisce come vettore di intenzione e come strumento di modificazione strutturale.
Nell’influenza a distanza, l’energia universale è caricata con la volontà e trasportata per mezzo del principio di risonanza. Non agisce per mezzo di un contatto fisico, bensì per affinità vibratoria. L’oggetto del lavoro dev’essere ben definito nella mente dell’operatore, e il mezzo impiegato per il legame (fotografia, testimone, nome, sigillo) funge da ancora per il collegamento fluido. L’energia, una volta impressa, tende a mantenere il suo effetto finché non si esaurisce per dissipazione naturale o non venga volontariamente ritirata.
Nel lavoro rituale o cerimoniale, l’energia universale viene accumulata prima dell’operazione e distribuita attraverso atti e parole rituali che ne guidano il flusso. In tali contesti, la concentrazione dell’operatore e la purezza del suo veicolo astrale giocano un ruolo determinante nella riuscita del rito. La dinamica si fonda sull’accordatura tra la volontà individuale e le forze elementali partecipanti all’azione magica. Il rito è il contenitore operativo, ma l’efficacia è data dal volume e dalla qualità dell’energia impiegata.
È fondamentale sottolineare che l’energia universale non possiede una volontà propria, ma assume la forma e la funzione che l’operatore le conferisce. Essa è neutra quanto alla finalità, ma polarizzata quanto alla struttura. Per questo motivo, il mago deve essere perfettamente consapevole del tipo di effetto che intende suscitare e della via attraverso cui l’energia verrà canalizzata. L’imprecisione, l’ambiguità o la debolezza dell’intento si traducono in effetti caotici o nulli.
La stabilità del corpo mentale, l’assenza di fluttuazioni emotive, e la limpidezza dell’immagine interiore sono i presupposti minimi per poter utilizzare l’energia universale in modo efficiente. In mancanza di tali requisiti, essa può causare disturbi energetici, congestioni o dispersioni, sia nell’operatore che nel soggetto ricevente. Non va dimenticato che, in quanto forma dinamica dell’elemento fuoco, essa amplifica tutto ciò che incontra, ivi comprese le disarmonie latenti.
L’operatore che desideri farne uso nei processi di evocazione o comunicazione con entità intelligenti deve disporre di una riserva sufficiente per dare forma al veicolo dell’entità evocata. In assenza di tale preparazione, la comunicazione rimane astratta o inaffidabile. L’energia universale, impiegata in questo contesto, agisce come sostanza plasmica per la manifestazione temporanea dell’essere chiamato, sia nel proprio corpo astrale che in una forma percepibile oggettivamente.
Infine, la sua utilizzazione non si esaurisce nei campi strettamente operativi. Anche l’osservazione naturale, la contemplazione delle forze viventi nel mondo vegetale, animale e minerale, può essere condotta mediante l’immissione controllata dell’energia universale nei rispettivi regni. Essa agisce come catalizzatore della percezione profonda e permette di cogliere gli aspetti sottili delle forme viventi, svelando le loro leggi interne e i legami che le uniscono al tutto.
È in questo senso che la padronanza dell’energia universale non è un’abilità aggiuntiva, bensì una competenza fondamentale per ogni serio praticante dell’ermetismo operativo.