Fresta Cecilia - Psicologa Psicoterapeuta

Fresta Cecilia - Psicologa Psicoterapeuta Ricevo previo appuntamento. Mi potete trovare in due studi:
Piazza Colombo 2A/5 - 16121 Genova
Via Mi occupo di bambini, adolescenti, genitori, adulti.

Psicologa, specializzata in Psicoterapia dell'età evolutiva, ad orientamento psicoanalitico.

"...L' educazione affettiva e sessuale è uno strumento fondamentale per contrastare la violenza in tutte le sue forme; p...
18/10/2025

"...L' educazione affettiva e sessuale è uno strumento fondamentale per contrastare la violenza in tutte le sue forme; parlare di rispetto, confini personali e relazioni è la vera e più efficace prevenzione. Comprendere il proprio corpo e le proprie emozioni, imparare a nominarle e gestirle, è essenziale per la costruzione della propria identità e per la creazione di buone relazioni interpersonali.
L'ignoranza non protegge, l'informazione e il dialogo sì..."

“Rischio di apprendimento di stereotipi e di modelli disfunzionali” Roma, 17 ottobre 2025 “Vietare, seppure idealmente a tutela dei minori, l’educazione sessuale, affettiva o etica…

https://www.instagram.com/p/C7g_JhtI7OD/?igsh=am43Y3JhampwMWRp
17/10/2025

https://www.instagram.com/p/C7g_JhtI7OD/?igsh=am43Y3JhampwMWRp

Dove c’è amore, non c’è controllo, non ci sono pretese e dipendenza. E’ fondamentale lavorare sulla consapevolezza dei più piccoli, aiutandoli a comprendere che l’amore non è violenza, non è possessività, non è tolleranza delle reazioni eccessive dell’altro, ma libertà e rispetto della persona.

Troppo spesso per i ragazzi, il confine tra amore e violenza non è chiaro.

I comportamenti violenti, infatti, sono già presenti all’interno delle coppie dei giovanissimi.
Il dato più allarmante è l’inconsapevolezza: tanti adolescenti, infatti, non si rendono conto che alcuni comportamenti come il possesso, il controllo, la violazione della libertà individuale sono vere e proprie forme di violenza. Comportamenti e dinamiche che si riversano anche sulla vita online, attraverso la possessività e il controllo ossessivo di smartphone, social network e chat.

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Bisogna intervenire giocando d’anticipo, lavorando sull’educazione all’affettività delle nuove generazioni. Dobbiamo insegnargli a vivere in modo sano le relazioni, a differenziare la gelosia dal possesso, ad amare e soprattutto anche a litigare e a lasciarsi rispettando sempre l’altro.

13/10/2025

“Mio figlio è dislessico”. Per anni, questa frase ha significato ricevere un’etichetta precisa: difficoltà di lettura, distinta e separata dalla disgrafia (scrittura), dalla discalculia (calcolo) o da altri disturbi dell’apprendimento. Oggi, però, le cose sono cambiate. “Un tempo – spiega Daniela Lucangeli, professoressa di Psicologia dello sviluppo e dell’Educazione all’Università di Padova ed esperta di psicologia dell’apprendimento – l’attenzione era concentrata soprattutto nel distinguere con rigore diagnostico ogni singolo disturbo: la dislessia era separata dalla disgrafia, la discalculia da altri deficit, e così via. Era fondamentale che la comunità scientifica, clinica ed educativa riconoscesse la specificità di ciascun disturbo come un problema reale del neurosviluppo, mostrando che non si trattava di “pigrizia” o “scarso impegno” del bambino, ma di vere e proprie difficoltà con basi neurobiologiche precise”.

L’articolo completo di Sabina Pignataro su Salute

10/10/2025
10/10/2025

📌Oggi è la Giornata Mondiale della Salute Mentale ed è un’iniziativa che si celebra il 10 ottobre di ogni anno.
Istituita nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale e riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Lo scopo di questa Giornata è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di prendersi cura del proprio benessere psicologico.

03/10/2025

🔹Giornata della Psicologia 2025 - La psicologia è pace🔹

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐠𝐫𝐚𝐭𝐮𝐢𝐭𝐢 𝐞 𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐚, 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐢 𝐬𝐮𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐬𝐢𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐬𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐚𝐫𝐭𝐢 𝐮𝐧 𝐩𝐨𝐬𝐭𝐨!

La psicologia è pace.
Perché apre spazi di coscienza, confronto e riflessione, dove non prevalgono giudizi o verità precostituite, ma la capacità di integrare prospettive diverse. È pace perché aiuta a riconoscere e trasformare emozioni difficili – rabbia, odio, paura, disperazione – senza nasconderle né agire distruttività, ma promuovendo salute, comprensione e vitalità.

In queste ore di grande apprensione per ciò che sta accadendo alle persone portatrici di umanità della Global Sigmud Flotilla e di fronte alla prosecuzione della devastazione di Gaza City e della sua popolazione, vi comunichiamo gli eventi promossi dal nostro Ordine in occasione della Giornata Nazionale della Psicologia – “Psicologia è pace”.

Vi proponiamo un percorso dal dentro al fuori:

📖 il 10 ottobre con la presentazione del libro “La passione dell’odio: Il pozzo avvelenato” esploreremo le conflittualità e le pulsioni distruttive interne ad ognuno di noi, che, se non accolte e trasformate, si mettono tragicamente in scena nelle relazioni più intime.

🎬 Il 22 ottobre con la proiezione del film “No Other Land” rifletteremo con la cittadinanza sui meccanismi psicologici che rendono possibile l’annientamento di un intero popolo e i processi di disumanizzazione e colonizzazione della terra, della mente, dei corpi e dell’altro.

...Così ho fatto un bel respiro per scacciare la malinconia, mi sono fatta un caffè, ho letto qualche pagina di un libro...
20/09/2025

...Così ho fatto un bel respiro per scacciare la malinconia, mi sono fatta un caffè, ho letto qualche pagina di un libro bellissimo e telefonato a un'amica. La mia vita sono le risorse che metto in campo quando ho bisogno di ritrovare un equilibrio e di sapere chi sono...

Ogni volta che leggo frasi come "I figli sono tutta la mia vita" resto perplessa: che cosa resterà di chi fa questi proclami quando le figlie e i figli se ne andranno di casa? L'ombra addolorata?
Forse sono snaturata io.
Non ho mai pensato che i figli potessero essere tutta la mia vita.
Sono le due creature che amo di più su questa terra e nell'intero universo, mi butterei nel fuoco per loro, ma non sono tutta la mia vita.
La mia vita è fatta di me stessa, delle mie passioni, di impegni e doveri, di ciò che mi piace fare e di ciò che provo ad imparare, delle persone che amo e che mi vogliono bene, e anche dei miei figli.
Non posso e non voglio insegnare ai miei bambini che la mia vita inizia e finisce con loro: li caricherei di una responsabilità, un peso e una preoccupazione che non meritano di portare sulle spalle né ora, che sono piccoli, né quando saranno adulti.
Non voglio che credano di dover riempire la mia esistenza, né di dover essere responsabili della mia felicità. La vita riempiamocela da sole di cose che ci piacciono, disegniamocela su misura, che se non lo facciamo noi, nessun altro potrà farlo al posto nostro.
Non voglio che credano che una madre non sia anche una donna e una persona, anzi, vorrei dare l'esempio di chi prova a realizzarsi per essere più serena anche con loro.
Non voglio che si sentano oppressi da una madre che li mette su un piedistallo illuminato al centro della propria vita e, intorno, il nulla.
Il destino di un genitore è di diventare sempre meno necessario ai figli: se accade questo, significa che abbiamo fatto un buon lavoro, che abbiamo offerto loro gambe forti per camminare ovunque vogliano.

Oggi sono tornati a casa da scuola due figli che stanno crescendo e che, come è giusto che sia giorno, dopo giorno, dopo giorno, mi hanno fatto sentire non meno amata, ma meno necessaria di ieri.
Sono felice per loro, anche se il cuore a volte si sbriciola per la nostalgia di quando ero io il solo e unico nido. Sono felice di vederli emanciparsi.
Se loro fossero tutta la mia vita, in questo momento mi starei macerando nel dolore e nell'angoscia di vedere che la mia unica ragione di esistere si sta allontanando da me. Potrei anche impazzire, o diventare appiccicosa, opprimente, ricattatoria, patetica.
Ma i miei figli non sono tutta la mia vita, anche se li amo sopra ogni cosa.
Così ho fatto un bel respiro per scacciare la malinconia, mi sono fatta un caffè, ho letto qualche pagina di un libro bellissimo e telefonato a un'amica. La mia vita sono le risorse che metto in campo quando ho bisogno di ritrovare un equilibrio e di sapere chi sono.
Io continuerò ed esistere anche quando i miei figli se ne andranno di casa, e spero che esisterò in una maniera piena, gioiosa, serena, per essere pronta, quando e se vorranno, ad accoglierli con un sorriso, e non con il broncio della mamma tradita.

(Nella foto, vita).
[Repost].

14/09/2025

💻Sono online le novità per accedere al 2025.
Sarà possibile presentare domanda, dal 15 settembre al 14 novembre 2025, esclusivamente in via telematica accedendo al servizio “Contributo sessioni psicoterapia” e selezionando “Contributo sessioni psicoterapia domande 2025”.

Per accedere al beneficio, al momento della domanda, è necessario essere residenti in Italia e disporre di un ISEE ordinario o corrente, in corso di validità, non superiore a 50.000 euro.

Il Bonus Psicologo prevede un contributo fino a 50 euro per seduta, differenziato in base all’ISEE:
📌massimo 1.500 euro per ISEE inferiore a 15.000 euro;
📌massimo 1.000 euro per ISEE compreso tra 15.000 e 30.000 euro;
📌massimo 500 euro per ISEE tra 30.000 e 50.000 euro.
⚠️I beneficiari che non effettueranno almeno una seduta entro 60 giorni dalla comunicazione di accoglimento della domanda perderanno il beneficio

👉 Tutte le informazioni: https://rb.gy/9s1iqb

11/09/2025

Quando una sentenza definisce sette minuti di violenza inaudita, con un volto frantumato in 21 placche di titanio, come “uno sfogo comprensibile”, il nostro Paese scivola in un abisso medievale di tolleranza verso la violenza maschile.

È questo che accade oggi a Lucia Regna, la donna colpita con una furia devastante dall’ex marito, insultata, minacciata di morte.

Eppure quell’uomo è stato condannato ad una pena irrisoria, perché i giudici hanno ritenuto la sua rabbia “umana e spiegabile”.

La “colpa”? Lucia avrebbe “sfaldato il matrimonio”.

Questa logica ribalta i ruoli e la vittima viene colpevolizzata, l’aggressore quasi compreso.

Una giustificazione che sa di resa culturale, che legittima la violenza come risposta accettabile al dolore maschile. È il punto e’ sempre questo perché, evidentemente, la logica secondo cui una donna maltrattata (persino uccisa) “se la sia cercata” non riusciamo a scardinarla…neppure nella mente di chi giudica queste vicende indossando una toga e pronunciandosi “in nome del popolo italiano”

È esecrabile, è inaccettabile. Significa dire alle donne che se osano ribellarsi, se osano separarsi, se osano vivere liberamente, la violenza subita diventa una “reazione naturale”.

Una sentenza così non solo ferisce Lucia, ma manda un messaggio devastante a tutte: “Se denunciate, se resistete, lo Stato non vi proteggerà.

Potrebbe persino giustificare chi vi massacra”.

Questa non è giustizia..
E noi abbiamo il dovere di dirlo ad alta voce.

02/09/2025

Stupende parole di Alberto Pellai
Grazie

DIVENTARE PIU' FORTI

"Diventare più forti vuol dire capire che:
- non tutto quello che mi piace mi fa bene,

- una medicina molto amara può aiutarmi,

- a volte bisogna prendere la strada in salita, anche quando avresti voglia della discesa,

- rinunciare non vuol dire sempre perdere: a volte può essere un atto di coraggio.

Riicordati però che non sempre si riesce a fare la scelta giusta.
Ciò che conta è accorgersi il prima possibile di aver sbagliato e porvi rimedio e/o perdonarsi.
(tratto da Perché sei speciale di A. Pellai e B.Tamborini, Mondadori ed,)

Spesso ai nostri figli bisogna ribadire queste verità. Sono difficili da dire, perché espongono chi cresce alla sperimentazione di emozioni complesse e a volte disagevoli. Eppure è grazie a questo approccio educativo che spesso i nostri figli imparano a scegliere la fatica inevitabile se vuoi diventare più forte. Viviamo in un contesto in cui si confonde la felicità con la ricerca del piacere. Perché il piacere lo si può comprare al mercato, mentre la felicità deve essere conquistata in.modo attivo, condizione che richiede impegno e fatica. Oggi più che mai é importante aiutare i nostri figli e studenti a comprendere che imparare ad abitare la vita è molto diverso che permanere nel paese dei balocchi, in quanto richiede una motivazione profonda a dare il meglio di sé, rinunciando alle facili promesse di chi li invita a scegliere una vita fondata sulla gratificazione istantanea.

"Quando un figlio o una figlia manifestano difficoltà scolastiche o personali, un genitore ha di fronte solo due strade....
12/03/2025

"Quando un figlio o una figlia manifestano difficoltà scolastiche o personali, un genitore ha di fronte solo due strade.
La prima è fare finta di niente, sperare che passi (spoiler: non passa), minimizzare, dare la colpa alla scuola, agli amici, alla società, al figlio o alla figlia, girarsi dall’altra parte, forse illudendosi che “Se fingo che non esista, allora non esiste”. Lo capisco, vi capisco, prendere coscienza che qualcosa non va fa tanta paura. Fa tremare la terra sotto i piedi.
La seconda strada è rimboccarsi le maniche, preparare una scorta di fazzolettini, tendere una mano, ascoltare, provare a capire, cercare una soluzione e, se ci si accorge che da soli non bastiamo, chiedere aiuto.
La seconda strada è in salita, tortuosa e piena di buche. L’ho percorsa e la sto percorrendo, e vorrei raccontarvi qualcosa, nel caso in cui decidiate di imboccarla anche voi.
Quando una madre o un padre scelgono di aiutare un figlio o una figlia a stare meglio, devono sapere che verranno messi in discussione. Dai figli, dagli insegnanti, dagli specialisti (rivoltarvi come calzini è il loro lavoro), dal primo che si sentirà in diritto di dare consigli non richiesti (e, di solito, perfettamente inutili). Da sé stessi. ..
(La cattiva notizia è che non si finisce mai di coltivare. La buona è che il panorama è impagabile)."

Quando un figlio o una figlia manifestano difficoltà scolastiche o personali, un genitore ha di fronte solo due strade.
La prima è fare finta di niente, sperare che passi (spoiler: non passa), minimizzare, dare la colpa alla scuola, agli amici, alla società, al figlio o alla figlia, girarsi dall’altra parte, forse illudendosi che “Se fingo che non esista, allora non esiste”. Lo capisco, vi capisco, prendere coscienza che qualcosa non va fa tanta paura. Fa tremare la terra sotto i piedi.
La seconda strada è rimboccarsi le maniche, preparare una scorta di fazzolettini, tendere una mano, ascoltare, provare a capire, cercare una soluzione e, se ci si accorge che da soli non bastiamo, chiedere aiuto.
La seconda strada è in salita, tortuosa e piena di buche. L’ho percorsa e la sto percorrendo, e vorrei raccontarvi qualcosa, nel caso in cui decidiate di imboccarla anche voi.
Quando una madre o un padre scelgono di aiutare un figlio o una figlia a stare meglio, devono sapere che verranno messi in discussione. Dai figli, dagli insegnanti, dagli specialisti (rivoltarvi come calzini è il loro lavoro), dal primo che si sentirà in diritto di dare consigli non richiesti (e, di solito, perfettamente inutili). Da sé stessi.
Dovrete abbandonare l’idea che avevate di voi come “buoni genitori” per diventare “genitori che ce la mettono tutta”, per poi scoprire (spoiler numero due), dopo un lungo viaggio, che le due cose coincidono.

Le domande faranno sbocciare altre domande, altre incertezze, altre crisi. La parola “crisi”, in origine, indicava la competenza con cui gli agricoltori separavano il grano dalle piante infestanti per assicurarsi un buon raccolto. Se vorrete aiutare i vostri figli, vi capiterà quasi sicuramente di smarrirvi, come smarriti sono i vostri figli - ma in maniera diversa, parallela.
Gli specialisti e gli insegnanti vi faranno molte domande e vi sentirete un po’ messi sotto una enorme lente d’ingrandimento, coi vostri pregi e soprattutto con tutti i vostri difetti. Tenete duro, fate tesoro di questo trambusto interiore, perché vi servirà per conoscervi più a fondo. Il solo fatto di provarci deve farvi sentire valorosi.

Per molti anni la mia identità ha ruotato attorno al mito della madre perfetta – che non ero. Quando la crisi ha spalancato porte e finestre di casa come un uragano, portando polvere, lacrime, disordine e incertezza, mi sono sentita persa. Ma poi ho scelto di affidarmi a chi ne sapeva più di me, e mettendomi a n**o (poiché non c’era altra strada) ho scoperto che la madre perfetta non esiste, i figli perfetti non esistono, i padri perfetti non esistono, la perfezione è una fregatura. Esiste avere il coraggio di tendere una mano, avere l’immensa fortuna di trovarne una che prende la nostra (che siamo bambini, ragazzi, adulti), rimettere insieme i pezzi in una maniera che non avremmo mai immaginato per disegnare un presente nuovo, più interessante, meno prevedibile, aperto alle possibilità.
Alla possibilità di confessarsi imperfetti e trovare una parola di conforto.
Alla possibilità di ammettere che non va tutto bene - e stare meglio.
Alla possibilità di metterci di fronte a nostro figlio o a nostra figlia, guardarci negli occhi con le braccia abbassate, e magari ci scappa un abbraccio. Magari ci scappa un Ti voglio bene. Magari ci scappa un nuovo modo di essere famiglia, dove nessuno è perfetto e tutti sappiamo di avere un luogo sicuro dove tornare.

E magari, una sera come tante, sentirete vostra figlia ridere nella sua stanza insieme a un’amica con la sua voce cristallina e senza ombre, e quel frammento di normalità vi sembrerà un meraviglioso traguardo da cui ripartire. Ecco il vostro prezioso raccolto.
(La cattiva notizia è che non si finisce mai di coltivare. La buona è che il panorama è impagabile).

Indirizzo

Piazza Colombo 2A/5
Genova
16121

Orario di apertura

Martedì 10:00 - 18:00
Mercoledì 10:00 - 18:00
Giovedì 10:00 - 18:00
Venerdì 10:00 - 18:00

Telefono

+393201486672

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