Dott.ssa Spicuzza Rosaria

Dott.ssa Spicuzza Rosaria Si effettuano colloqui psicologici individuali e di coppia con relativo percorso psicoterapico ad indirizzo psicodinamico, rivolti ad adulti ed adolescenti.

Si effettuano consulenze on line se impossibilitati a raggiungere lo studio privato.

Quando essere “diverso” significa sentirsi invisibile“Mi sveglio con lo stomaco chiuso. Non è fame quella che sento, è u...
23/09/2025

Quando essere “diverso” significa sentirsi invisibile

“Mi sveglio con lo stomaco chiuso. Non è fame quella che sento, è un nodo. So che oggi sarà come ieri. E ieri è stato come tutti i giorni prima…”

Questa potrebbe essere la voce interiore di un ragazzo emarginato. Deriso, bullizzato, escluso. Ogni giorno affronta sguardi, risate, silenzi. A volte le parole fanno male, altre volte fa più male l’indifferenza.

🔹 Si sente invisibile, ma osservato.
🔹 Vive nella paura di essere notato, ma sogna di essere capito.
🔹 Finge di stare bene, ma dentro si spegne un po’ alla volta.

Il bullismo non è solo ciò che si vede:
è anche quello che non si dice.
È la solitudine che cresce, il sentirsi sbagliati, il non sapere a chi raccontarlo.

Se lavori con adolescenti, sei genitore, insegnante ricorda che richiede attenzione, sensibilità e ascolto, perché spesso le vittime non parlano apertamente.
Ci sono diversi segnali che si possono cogliere, in base all’età del bambino o ragazzo, dai segni fisici (graffi lividi o vestiti o zaini strappati ecc) a quelli psicosomatici (mal di testa, mal di pancia, nausea…), cambiamenti d’umore o ritiro sociale ecc…
Se non vuole parlare subito, non insistere, ma fai capire che sei disponibile ogni volta che vuole.
Ascoltare è già un atto di cura.
A volte basta uno sguardo gentile, una presenza silenziosa, un adulto che si accorge.
La prevenzione comincia dall’empatia.

Se c’è il sospetto di bullismo, si può contattare uno psicologo scolastico, un centro anti-bullismo, o in casi più gravi, le autorità competenti, ma soprattutto non lasciate soli i ragazzi!

22/09/2025

Molti genitori dicono di voler proteggere i propri figli ma appena possibile, mettono in mano lo smartphone…che modo strano dì proteggere…


Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.” – Carl Gustav JungViviamo spesso cercando risposte nel mondo este...
03/09/2025

Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.” – Carl Gustav Jung

Viviamo spesso cercando risposte nel mondo esterno, ma la vera svolta arriva quando iniziamo ad ascoltarci davvero.
Guardarsi dentro non è facile, ma è lì che nasce la consapevolezza, la motivazione autentica, e il cambiamento duraturo o come sostengo sempre “la modificazione” duratura.
☺️

   anche Freud ha un riconoscimento per i bau 🐶 ☺️
27/08/2025

anche Freud ha un riconoscimento per i bau 🐶 ☺️

Empatia e invidia sui social: cosa ci succede quando scorriamo?Succede a tutti, anche se non lo diciamo. Scorriamo i soc...
31/07/2025

Empatia e invidia sui social: cosa ci succede quando scorriamo?

Succede a tutti, anche se non lo diciamo. Scorriamo i social, vediamo una foto, una frase, un successo condiviso. A volte ci emozioniamo, ci sentiamo vicini a chi ha postato. Altre volte qualcosa si muove dentro: un fastidio, una punta di tristezza, un confronto silenzioso.

I social ci mettono davanti continuamente alla vita degli altri – o almeno a una versione filtrata, scelta, spesso molto curata. E anche se lo sappiamo, anche se diciamo a noi stessi “è solo una foto”, certe emozioni scattano lo stesso.

L’empatia, quella vera, richiederebbe tempo, contatto, ascolto. Ma nei social spesso ci limitiamo a un like, a una reazione veloce. È come una vicinanza a metà. Ci sembra di esserci, ma qualcosa resta in superficie.

E poi c’è l’invidia, quella che nessuno vuole nominare. Ma che può farsi sentire quando vediamo qualcuno ottenere qualcosa che vorremmo anche per noi: amore, successo, leggerezza, bellezza. Non è cattiveria, è umanità. È il confronto continuo che ci stanca, ci mette in crisi, ci fa sentire “indietro”.

Alla fine, ciò che cerchiamo non è molto diverso: vogliamo sentirci visti, capiti, apprezzati. Solo che sui social questo bisogno si confonde, si maschera, si amplifica. E rischiamo di perdere il contatto con l’altro, e anche un po’ con noi stessi.

Forse la vera sfida non è “disintossicarsi dai social” ma di guardarli con più consapevolezza.
Riconoscere cosa proviamo senza vergogna, prenderci una pausa quando serve, e ricordarci che non tutto va mostrato, e non tutto ciò che si mostra è reale.
A volte basta fermarsi un attimo.
Respirare. E tornare a noi.

Non bisogna insegnarlo solo ai bambini ma soprattutto agli adulti…in studio ne ho visti parecchi…
04/06/2025

Non bisogna insegnarlo solo ai bambini ma soprattutto agli adulti…in studio ne ho visti parecchi…

"In un’epoca in cui i genitori fanno fatica a comprendere i loro figli, spesso finendo per essere troppo permissivi, è importante riflettere sul modo giusto per preparare i giovani ad affrontare le sfide della vita. L’eccessiva protezione finisce per privare i ragazzi degli strumenti necessari. Le piccole frustrazioni e delusioni sono essenziali per abituarci a confronto con gli ostacoli presenti nel quotidiano. Se ne siamo perennemente schermati da piccoli, cosa faremo nel momento in cui non avremo più nessuno a fare da barriera?"

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https://www.altuofianco.blog/insegnate-ai-bambini-ad-aspettare-ed-annoiarsi-basta-con-il-tutto-e-subito-per-proteggerli-dalle-fatiche/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR16Qkp9WkXPvzNH5liRfKrVHkZ1-rg-vN694aXuf9CF4zSloVeyBionTKM_aem_ejWTJShOhhTUrrrVM8Iu8Q&sfnsn=scwspwa

17/05/2025

Il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dalla Classificazione Internazionale delle Malattie.

Un passaggio che ha segnato una trasformazione rilevante nei modelli interpretativi della salute psicologica, con effetti duraturi sul piano clinico, scientifico e culturale.

A 35 anni da quella revisione, la data rappresenta un momento di riflessione sulla responsabilità della comunità scientifica nel promuovere approcci fondati sull’evidenza, nel rispetto della persona e della sua identità.

Netflix  Una miniserie di eventi perturbanti, carichi di tristezza e angoscia, perché tutto reale, ha colpito il pubblic...
20/03/2025

Netflix

Una miniserie di eventi perturbanti, carichi di tristezza e angoscia, perché tutto reale, ha colpito il pubblico di Netflix.
L’incredula famiglia si ritrova catapultata in una storia, per loro inverosimile, del proprio figliolo e fratello, di 13 anni, accusato di omicidio di una compagna di scuola!
Tante le emozioni e le osservazioni da fare ma un commento mi preme più di tutti, i genitori non dovrebbero dire, “conosco mio figlio”, perché non è così, ma dire “conosco ciò che mio figlio mi permette di conoscere…” …
Consiglio la visione

…in un mondo dell’Avere, i soldi danno ricchezza, ma nel mio mondo, sono le Persone che danno soddisfazione…🥰
08/01/2025

…in un mondo dell’Avere, i soldi danno ricchezza, ma nel mio mondo, sono le Persone che danno soddisfazione…🥰



24/12/2024
03/11/2024

Lei è Teresa. Vive a Roma, è separata e madre di due figli. Andrea ha 14 anni, è il primogenito. È un ragazzo solare, ama cantare, frequenta la prima liceo. È il 2012. Teresa torna a casa, Andrea le consegna la pagella. Tutte insufficienze. Lei è stupita, gli chiede come mai. La ragazza che gli piace l’ha respinto. Teresa lo abbraccia, prova a consolarlo.

È il 14 novembre. Il suo Andrea compie 15 anni, al ritorno da scuola è molto triste. Teresa non si preoccupa, forse è una fase passeggera. Per tirarlo un po’ su organizza una festa in famiglia, Andrea la stringe forte. Grazie mamma.

Passa qualche giorno. Teresa è in Calabria dalla madre. Riceve una chiamata dall’ex marito. Risponde. Dall’altra parte del telefono, sente delle urla. Cosa succede? Cade la linea. Teresa ha il cuore a mille. Richiama. L’ex marito balbetta. Non so come dirtelo, Andrea si è impiccato.

I giorni successivi sono il caos. Teresa è in obitorio, tocca il corpo del figlio, freddo, fragile. La sensazione le rimane impressa per sempre. Pensa di non farcela, di impazzire. Una domanda la tormenta. Perché? Apre il giornale. La morte di Andrea è in prima pagina. Lo chiamano il ragazzo dai pantaloni rosa. Teresa non capisce, fa domande ad amici e professori, e scopre tutta la verità. Scopre che il figlio era vittima di bullismo da quando un giorno, nonostante i suoi pantaloni fossero diventati rosa per una lavatrice sbagliata, aveva deciso di indossarli lo stesso.

I compagni avevano iniziato a umiliarlo, qualcuno aveva aperto una pagina social apposta per ridicolizzarlo. Teresa è sconvolta, non ha mai sospettato nulla. Si sente una pessima madre.

La procura indaga, e conclude che Andrea non era oggetto né di omofobia né di bullismo. Teresa è l’ombra di se stessa, solo una cosa la tiene in piedi. Testimoniare. Scrive un libro, gira le scuole, parla della sua esperienza. Perché nessuna madre commetta più l’errore di sottovalutare la tristezza negli occhi dei propri figli, perché nessuna provi quella sensazione che le è rimasta impressa sul palmo della mano, quella carezza di pietra. Perché tutti i ragazzi con i pantaloni rosa sparsi per il mondo capiscano che vale la pena vivere.
Oggi la storia di Andrea è un film. Dal 7 novembre al cinema.
Clicca su questo link ⬇️
https://bit.ly/48vBChA
In collaborazione con Eagle Pictures

Quando questa mattina una mia paziente ha iniziato la seduta con “Io esisto”…mi ha fatto commuovere!!! Tutto sembra scon...
30/10/2024

Quando questa mattina una mia paziente ha iniziato la seduta con “Io esisto”…mi ha fatto commuovere!!!
Tutto sembra scontato nella vita, ma non è così…e lei, finalmente, è uscita dall’ombra per ritornare a Vivere alla luce del sole!

Indirizzo

Via Fratelli Cairoli 41 Giarre (CT)
Giarre Riposto
95014

Orario di apertura

Lunedì 10:00 - 13:00
16:30 - 20:30
Martedì 10:00 - 13:00
16:30 - 20:30
Mercoledì 10:00 - 13:00
16:30 - 20:30
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Venerdì 10:00 - 13:00
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