Rossella Baggetta - Biologa Nutrizionista

Rossella Baggetta - Biologa Nutrizionista Consulenze nutrizionali ed elaborazione di piani alimentari personalizzati in base alle esigenze

Vitamine e minerali per l’autunno: gli alimenti che non devono mancareCon l’arrivo dell’autunno, il corpo ha bisogno di ...
06/10/2025

Vitamine e minerali per l’autunno: gli alimenti che non devono mancare

Con l’arrivo dell’autunno, il corpo ha bisogno di più sostegno e l’alimentazione è la prima alleata per affrontare il cambio di stagione, grazie a vitamine e minerali che rafforzano il sistema immunitario.

La vitamina C è sicuramente la vitamina più nota per prevenire i malanni stagionali perché, oltre a contribuire alla produzione di collagene e a favorire l’assorbimento del ferro, stimola anche l’attività dei globuli bianchi.

Oltre alla vitamina C, però, anche la vitamina D e le vitamine del gruppo B svolgono un ruolo chiave nella regolazione della risposta immunitaria e nella produzione di energia a livello cellulare, aiutando a contrastare stanchezza e spossatezza tipiche del cambio di stagione.

Tra i minerali, lo zinco contribuisce alla produzione di anticorpi e ha un ruolo nella cicatrizzazione; il ferro è indispensabile per trasportare ossigeno ai tessuti e prevenire l’anemia, che può causare debolezza e calo di concentrazione e il selenio, oligoelemento presente nelle patate, nelle carote e nelle cipolle, aiuta a proteggere le cellule dallo stress ossidativo e rafforzare le barriere immunitarie.

Garantire un apporto adeguato di questi micronutrienti aiuta dunque a rinforzare il sistema immunitario, aumentare i livelli di energia, concentrazione e buon umore, fattori che in autunno tendono facilmente a calare.

La stagione autunnale offre molti alimenti ricchi di vitamine e minerali supportando salute e benessere in modo naturale.

Patate: fonte di potassio, vitamina C e carboidrati complessi, sono perfette per fornire energia durante la giornata.

Zucca: simbolo dell’autunno, fornisce vitamina A, fibre e potassio, utili per contrastare lo stress ossidativo, mantenere in equilibrio la flora intestinale, regolare la pressione e sostenere il sistema nervoso.

Verdure a foglia verde: spinaci, bietole e cavoli forniscono calcio, ferro e vitamina K, essenziali per ossa e coagulazione ma anche per dare energia

Legumi: fagioli, ceci e lenticchie sono ricchi di proteine vegetali, ferro e zinco. Abbinati a cereali integrali o patate e a verdure di stagione, garantiscono pasti completi e sazianti che supportano il sistema immunitario.

Carote: ricche di beta-carotene, precursore della vitamina A, fondamentale per la salute di pelle, occhi e mucose.

Cipolle: contengono composti solforati e flavonoidi dall’azione antiossidante.

Mele e pere: ricche di vitamina C, polifenoli e fibra solubile (pectina), che favorisce la digestione e la regolarità intestinale, con effetti anche sul sistema immunitario.

Uva: grazie al resveratrolo e ai polifenoli, aiuta a contrastare lo stress ossidativo.

Frutta secca: noci, mandorle e nocciole forniscono vitamina E, acidi grassi essenziali e magnesio, utili per contrastare la stanchezza e sostenere la memoria durante il cambio di stagione.

L'introduzione di questi alimenti nelle ricette quotidiane è un modo semplice per assumere i nutrienti necessari a rafforzare l’organismo in autunno.

Oltre a una dieta bilanciata, per prevenire i malanni di stagione è poi importante adottare abitudini che favoriscano il benessere. Dormire a sufficienza, ad esempio, aiuta il sistema immunitario a rigenerarsi e a mantenersi efficiente, mentre l’attività fisica regolare, anche solo camminate quotidiane, migliora la circolazione e contribuisce a mantenere costante il livello di energia. Anche idratarsi in modo adeguato è importante e, in autunno, è possibile farlo anche grazie a tisane e zuppe calde.

Diceva Ippocrate: "Fa' che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo".Continuare a rimandare l’inizio di un ...
23/09/2025

Diceva Ippocrate: "Fa' che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo".

Continuare a rimandare l’inizio di un percorso dietetico può voler dire non iniziarlo mai e questo è segno di una scarsa attenzione per la nostra salute e il nostro corpo. Non c’è tempo più bello che quello impiegato per noi, iniziate da adesso!

“Amare se stessi dovrebbe prevedere una cultura alimentare rigorosa. Circa il 50% delle malattie più gravi e invalidanti...
18/09/2025

“Amare se stessi dovrebbe prevedere una cultura alimentare rigorosa. Circa il 50% delle malattie più gravi e invalidanti è riconducibile allo stile di vita, e stile di vita significa anche alimentazione. Ecco perché diventa ovvio che scegliere di alimentarsi correttamente rappresenti una specie di assicurazione sulla vita” (Umberto Veronesi)

Il rischio di ammalarsi di cancro a causa di un’alimentazione non equilibrata varia a seconda del tipo di tumore, come c...
18/08/2025

Il rischio di ammalarsi di cancro a causa di un’alimentazione non equilibrata varia a seconda del tipo di tumore, come confermato da alcuni grandi studi epidemiologici.
Una dieta poco salutare aumenta in particolare il rischio di sviluppare tumori che colpiscono gli organi dell’apparato digerente. Per esempio, quelli del cavo orale (soprattutto tra chi consuma di frequente bevande alcoliche), dell’esofago, dello stomaco e del colon-retto, seguiti dalle neoplasie che possono colpire il fegato, la colecisti, le vie biliari e il pancreas. Secondo alcune stime, oltre 7 casi su 10 di questi tipi di cancro potrebbero essere evitati migliorando la dieta.
Le possibili conseguenze di una dieta poco equilibrata non sono solo a carico degli organi a diretto contatto con gli alimenti. Una dieta non salutare può aumentare anche il rischio di ammalarsi di tumori della prostata, del seno, dell’ovaio e del corpo dell’utero. L’incremento è stato riscontrato in particolare in uomini e donne in sovrappeso e obesi, ed è dovuto con ogni probabilità all’aumento dello stato infiammatorio e dei livelli degli ormoni sessuali circolanti.
Un’alimentazione sana, che aiuti a proteggersi non solo dal cancro ma anche dalle malattie cardiovascolari e neurodegenerative, richiede soprattutto di ridurre l’apporto di grassi e proteine animali e di favorire l’assunzione di cibi ricchi di vitamine e fibre. Per questo occorre portare a tavola almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno. Inoltre, bisogna dare più spazio ai legumi e privilegiare i cereali integrali. Questo perché questo stile alimentare aiuta la regolazione del peso corporeo, apporta micronutrienti antiossidanti (vitamina C, vitamina E, folati, carotenoidi, selenio, zinco) e favorisce il controllo dell’infiammazione, garantito da un apporto limitato di proteine di origine animale. Per quanto riguarda l’infiammazione, sono da ridurre soprattutto le carni rosse (manzo, vitello, maiale, capra, agnello, montone e cavallo) e in particolare quelle lavorate e trasformate (insaccati, salumi e carni in scatola).
Un eccessivo consumo di carni rosse mette a rischio soprattutto il colon-retto, ma i risultati di varie ricerche mostrano che ad aumentare sarebbe anche la possibilità di sviluppare altre forme di cancro: per esempio allo stomaco, al pancreas e alla prostata. Per garantirsi un adeguato apporto proteico, è consigliabile preferire i legumi.
Le linee guida sulla sana alimentazione e sulla prevenzione di pressoché tutte le malattie croniche raccomandano di seguire un’alimentazione ricca soprattutto di frutta e verdura. L’ideale sarebbe consumare ogni giorno le famose 5 porzioni al giorno di frutta (150 grammi a porzione) e verdura (200 grammi da cuocere). Ma quali sono i vegetali da preferire? È innanzitutto importante ricordare che in linea generale non esistono divieti categorici né “super-alimenti” e che una primo suggerimento da seguire è la varietà, a partire dal colore. Portando a tavola un “paniere” quanto più assortito di frutta e verdura, ci si garantisce un apporto di tutte le vitamine e i sali minerali di cui abbiamo bisogno per proteggere la nostra salute,
Un ruolo di primo piano nella prevenzione oncologica lo occupano gli agrumi, ricchi di vitamina C, e i frutti di bosco, che sono un concentrato di sostanze antiossidanti in grado di proteggere il DNA da mutazioni potenzialmente cancerogene. A questi si aggiungono le verdure a foglia verde, come l’insalata, le erbette e gli spinaci, molto ricche di folati, che a loro volta proteggono il DNA da mutazioni. Vi sono poi ortaggi quali le carote e la zucca, per l’apporto di antiossidanti, e il pomodoro, per il contenuto di licopene, una sostanza che sembra ridurre il rischio di insorgenza del tumore della prostata. Non sono da dimenticare le crucifere: verze, cavolfiori, broccoli, cavolini di Bruxelles, cime di rapa, rucola, ravanelli e crescione nell’insieme sembrano avere un impatto protettivo contro il tumore al seno, al polmone, al colon-retto, alla prostata e alla vescica.
Nella prevenzione del rischio tumorale importante è anche il metodo di cottura dei cibi. Grigliate, barbecue e altri tipi di cottura espongono cibi come la carne, il pesce, pollame a temperature molto elevate. Ciò libera sostanze capaci di provocare cambiamenti nel DNA aumentando il rischio di sviluppare tumori (in particolare dello stomaco e del colon-retto). Per questo è preferibile ricorrere meno a questi metodi di cottura e comunque, quando lo si fa, associare sempre abbondanti verdure al pasto, in modo da limitare l’assorbimento di sostanze nocive nel tratto digerente. Anche con la frittura a temperature troppo elevate si possono produrre sostanze tossiche come l’acroleina. La bollitura è invece un modo di cucinare più salutare, ma va fatta attenzione a non prolungarla troppo, perché si potrebbero inattivare le vitamine del gruppo B e la vitamina C. È da preferirsi la cottura al vapore, perché la temperatura è meno elevata e i nutrienti non si disperdono. Come cottura a secco, invece, non vi sono particolari problemi a usare il forno tradizionale o a microonde, a patto anche in questi casi di limitare la temperatura massima raggiunta.

Per ulteriori informazioni sull'argomento e/o per prendere un appuntamento chiamami o scrivimi al 327 9819245.

La dieta per l’ovaio policistico (PCOS)La sindrome dell’ovaio policistico è un disturbo endocrino che colpisce le donne ...
04/08/2025

La dieta per l’ovaio policistico (PCOS)
La sindrome dell’ovaio policistico è un disturbo endocrino che colpisce le donne giovani ed è caratterizzato da:
1) alterazioni del ciclo mestruale, che può essere irregolare o assente;
2) presenza di cisti su una o entrambe le ovaie;
3) aumento degli ormoni maschili (iperandrogenismo), che determina comparsa di acne e peluria.
Nel 70-80% delle donne sono presenti sovrappeso, sindrome metabolica e insulino-resistenza.

Ruolo del nutrizionista nella sindrome dell’ovaio policistico
Numerosi studi hanno dimostrato che un'alimentazione corretta in termini di calorie totali e qualità degli alimenti assunti, può aiutare a migliorare il quadro clinico generale. Il primo compito del nutrizionista è quello di valutare se:
- la donna è sovrappeso o obesa;
- è presente sindrome da insulino-resistenza.
L’obiettivo primario della dieta per l’ovaio policistico è ridurre il peso corporeo, se eccessivo, e migliorare la sensibilità dei tessuti all’insulina. Di quanti kg andrebbe ridotto il peso? Numerosi studi hanno dimostrato che i benefici su molti sintomi dell'ovaio policistico compaiono quando la riduzione del peso è pari ad almeno il 20% del peso di partenza.

Dieta e alimenti nella sindrome dell’ovaio policistico
La dieta che utilizziamo nella donna con sindrome dell’ovaio policistico deve essere povera di grassi saturi (es. insaccati, carni rosse grasse, formaggi grassi, interiora, besciamella, etc) e povera di zuccheri semplici (es. merendine, bibite zuccherate, dolci al cucchiaio, frutta sciroppata, frutta esotica, etc).

Carboidrati nella dieta per l’ovaio policistico
I carboidrati devono fornire il 50% circa delle calorie giornaliere. Per carboidrati intendiamo quelli complessi, a lento assorbimento e ricchi di fibra (es. farro, orzo, riso integrale, legumi, etc). Le patate, il riso bianco, il pancarrè e la baguette sono alimenti da evitare.

Proteine nella dieta per l’ovaio policistico
Le proteine devono apportare circa il 20% circa delle calorie totali. Una metà delle proteine deve provenire da fonti vegetali (legumi, etc) mentre l’altra metà deve provenire da fonti animali (pesce, uova, etc). Il pesce, in particolare quello azzurro (salmone, sgombro, sardine, tonno), va consumato almeno 2-3 volte a settimana, cucinato alla piastra o al forno. Le carni bianche vanno consumate 1-2 volte a settimana. Le carni rosse, in particolare i tagli magri, vanno assunte al massimo 1 volta a settimana.

Quali grassi scegliere nella dieta per l’ovaio policistico?
I grassi devono fornire il rimanente 25% delle calorie totali. Per grassi intendiamo prevalentemente quelli mono-insaturi (olio extravergine di oliva) e quelli poli-insaturi (pesce azzurro, noci, semi, etc). I grassi saturi (grasso degli insaccati, delle carni e di molti formaggi) non devono superare l’8% delle calorie totali.

Per ulteriori informazioni su questo problema o per prendere un appuntamento chiamami al 327 9819245.

PICCO GLICEMICO, DIABETE E INSULINO-RESISTENZAIl picco glicemico è un meccanismo fisiologico, dovuto ad una normale risp...
19/07/2025

PICCO GLICEMICO, DIABETE E INSULINO-RESISTENZA

Il picco glicemico è un meccanismo fisiologico, dovuto ad una normale risposta metabolica dopo aver assunto del cibo. Ma per i pazienti con insulino-resistenza o diabete un eccesso di glucosio nel sangue può rappresentare un rischio molto significativo.

La glicemia è la concentrazione di glucosio nel sangue. Quando mangiamo alimenti che contengono carboidrati, quindi zuccheri, come il glucosio, questa si alza.
Per controllare i livelli di glucosio nel sangue il nostro corpo produce l’insulina, un ormone secreto dalle cellule β del pancreas rilasciato nel sangue quando i livelli ematici di glucosio aumentano.

Ma cosa avviene durante i pasti? I carboidrati iniziano già ad essere digeriti nella bocca. Quando arrivano a livello intestinale vengono assorbiti e causano un aumento della glicemia. I carboidrati, che sono formati da più zuccheri, vengono ridotti a singoli zuccheri in modo da poter essere assorbiti nell’intestino e poi trasportati nel sangue.

L’indice glicemico degli alimenti è l‘indice del loro effetto sui livelli di glucosio nel sangue. Alimenti con indice glicemico elevato hanno una risposta glicemica postprandiale rapida ed elevata. Al contrario, alimenti con indice glicemico basso hanno una risposta postprandiale più lenta.

Il picco glicemico è il punto massimo di glicemia che si raggiunge dopo i pasti, ed è fisiologicamente seguito dal picco insulinico.

Nei pazienti con insulino-resistenza o diabete, il picco glicemico e il picco insulinico durano più a lungo e il controllo della glicemia è sregolato. Ciò può causare iperglicemia o ipoglicemia, che talvolta se eccessive possono sfociare nel coma diabetico.

Il picco glicemico quindi è una risposta fisiologica e non è di per sé pericoloso per i pazienti diabetici o insulino-resistenti. Piuttosto, per questi pazienti, è importante imparare a fare le giuste scelte alimentari e bilanciare la quantità di glucosio e insulina nel sangue, anche a seconda del tipo di attività fisica che si dovrà svolgere prima o dopo.

Per prenotare una visita chiama o scrivi al
327 9819245
Dott.ssa Rossella Baggetta
Biologa Nutrizionista

Estate e alimentazione: il decalogo dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per proteggersi dal caldo con una dieta sana...
07/07/2025

Estate e alimentazione: il decalogo dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per proteggersi dal caldo con una dieta sana e leggera

Quando il termometro sale, anche la tavola deve adattarsi. L’ ISS ha pubblicato un decalogo di consigli alimentari per affrontare il caldo estivo proteggendo la salute, soprattutto di anziani e bambini, le fasce più vulnerabili durante le ondate di calore. Il documento, realizzato dal Reparto alimentazione, nutrizione e salute, raccomanda uno stile alimentare idratante, leggero e bilanciato, ricco di frutta, verdura e liquidi.

Vediamo in sintesi i 10 punti chiave del decalogo ISS per un’estate in salute:
1. Bere almeno due litri d’acqua al giorno
La regola dell’idratazione costante è fondamentale. Con il caldo, il corpo perde molti liquidi e aspettare di sentire sete significa essere già disidratati. Bere regolarmente, anche lontano dai pasti, aiuta a mantenere l’equilibrio idrico.
2. Frutta e verdura di stagione ogni giorno
Anguria, melone, pesche, ciliegie, pomodori, cetrioli e melanzane sono ricchi di acqua, vitamine e sali minerali. Meglio se crudi e freschi. Costituiscono una protezione naturale contro la disidratazione e lo stress ossidativo.
3. Scegli pasti leggeri e digeribili
In estate meglio evitare piatti troppo elaborati. L’ISS suggerisce piatti unici e bilanciati, come insalate di pasta con verdure, riso e legumi, pesce o carni bianche con contorno. Da evitare menù completi con troppe portate, soprattutto se si soggiorna in hotel o si pranza fuori casa.
4. Non saltare la colazione
Soprattutto quando fa molto caldo, è importante iniziare la giornata con una colazione leggera ma nutriente: yogurt naturale, frutta fresca e cereali integrali sono ideali per fornire energia senza appesantire.
5. Limitare il consumo di sale
Meglio utilizzare sale iodato, ma con moderazione. Attenzione anche a salse pronte, snack salati e salumi, che favoriscono la ritenzione idrica.
6. Evitare alcolici e bibite zuccherate
Cocktail, birra e bibite gassate danno una falsa sensazione di freschezza ma in realtà aumentano la disidratazione e l’apporto di zuccheri. Meglio preferire infusi freddi o acqua aromatizzata con frutta e erbe.
7. Preferire spuntini freschi e leggeri
Yogurt, frullati, centrifugati o frutta fresca sono ideali per gli spuntini estivi. Aiutano a mantenere costante l’apporto di nutrienti e liquidi senza appesantire.
8. Gelato sì, ma con moderazione
Il gelato può essere un buon compromesso, ma solo se consumato in porzioni piccole e senza glassature o topping calorici. Scegliere gusti semplici, sia alla frutta che alle creme.
9. Attenzione alla conservazione dei cibi
Le alte temperature aumentano il rischio di contaminazioni alimentari. È essenziale mantenere la catena del freddo, soprattutto per prodotti deperibili come carne, latticini o insalate pronte. In caso di gite, usare borse frigo e contenitori termici.
10. Legumi anche in estate
Spesso trascurati d’estate, i legumi sono ottime fonti di proteine vegetali. Si possono gustare in insalata, in zuppe fredde o in creme spalmabili. Valida alternativa anche il pesce azzurro di stagione, come sardine e sgombri, più leggero delle carni rosse e meno ricco di grassi saturi.

L’invito dell’ISS è semplice ma fondamentale: “Mangiare bene è anche una forma di prevenzione”.

E tu, vorresti affrontare l’estate con una corretta alimentazione senza però rinunciare al gusto?
Nessun problema! Chiamami o scrivimi al numero 327 9819245 e prenota una consulenza nutrizionale. Ti aiuterò a fare scelte alimentari più consapevoli che proteggano il tuo organismo dallo stress termico e favoriscano il tuo benessere 💪

A dieta sì ma con gusto 😉😊
12/06/2025

A dieta sì ma con gusto 😉😊

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VALUTAZIONE NUTRIZIONISTICA  A cosa serve la valutazione nutrizionistica?La valutazione nutrizionistica è utile a guidar...
09/06/2025

VALUTAZIONE NUTRIZIONISTICA

A cosa serve la valutazione nutrizionistica?

La valutazione nutrizionistica è utile a guidare le persone che ne hanno la necessità a recuperare il peso forma, adottare una dieta sana, equilibrata e personalizzata oppure prevenire e/o gestire alcune patologie come il diabete, malattie cardiovascolari, problemi gastrointestinali (reflusso gastrico, intolleranze alimentari), cistiti e candidosi, ritenzione idrica, oppure mantenere sotto controllo pressione e colesterolo.

Quali patologie possono essere prevenute e gestite attraverso una corretta alimentazione?

Un nutrizionista può aiutare nel percorso di prevenzione e gestione di:

allergie e intolleranze alimentari
insufficienza renale cronica
malattie neurologiche
malnutrizione
sarcopenia
sindrome metabolica
sovrappeso e obesità
dislipidemie
diabete
ipertensione
costipazione
patologie gastrointestinali (es. colite ulcerosa, morbo di Crohn ecc.)

Un nutrizionista segue anche il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare, elabora percorsi nutrizionali per le donne in gravidanza, per gli sportivi, per i vegetariani e i vegani.

Come si svolge il percorso nutrizionistico presso il mio studio?

Il percorso si articola in una serie di incontri volti a definire gli obiettivi del/della paziente, il percorso da intraprendere e i tempi.

Durante il primo incontro viene raccolta un’anamnesi completa attraverso:

Informazioni sulla storia familiare e riguardanti l’evoluzione di peso della persona, tipologie di diete seguite in precedenza (es. vegana, iperproteica ecc.);
Terapie mediche e/o farmacologiche passate o in corso;
Rilevazione di altezza, peso, circonferenze, BMI (Indice di massa corporea), BM (Metabolismo basale a riposo), grasso viscerale e grasso sottocutaneo mediante plicometria;
Valutazione del fabbisogno energetico sulla base dello stile di vita perché è importante conoscere anche il livello di attività fisica seguita.

L’anamnesi nutrizionale è utile per conoscere la storia clinica, le abitudini alimentari e lo stile di vita ed elaborare un piano alimentare personalizzato e facilmente adottabile.

Il piano alimentare personalizzato comprendente le spiegazioni utili per seguirlo al meglio, viene generalmente mandato via email o, per chi preferisce, su WhatsApp. Sono fornite, inoltre, le informazioni sulle modalità di preparazione e di cottura dei cibi, consigli su quali prodotti limitare e quali, invece, preferire in relazione al disturbo o patologia riferita.

Gli incontri periodici

La distanza dell’incontro periodico successivo viene stabilita insieme al paziente, di norma dopo almeno quattro settimane dalla consegna del percorso alimentare personalizzato.

La visita di controllo deve essere vissuta come un momento di confronto utile per intervenire in maniera puntuale in caso di difficoltà di aderenza al programma e per fornire nuovi stimoli e motivazioni. Durante la visita sono rilevati nuovamente i dati (ad esempio peso, circonferenze, BMI, ecc.) attraverso i quali valutare i progressi e capire, eventualmente, come intervenire.

Studio di Nutrizione della dottoressa Rossella Baggetta
Tel.: 327 981 9245
Email: rossella.baggetta@gmail.com

2 GIUGNO: GIORNATA MONDIALE DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTAREI disturbi alimentari sono sempre più diffusi. In I...
02/06/2025

2 GIUGNO: GIORNATA MONDIALE DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
I disturbi alimentari sono sempre più diffusi. In Italia oltre tre milioni di persone convivono con un disturbo del comportamento alimentare, tra anoressia, bulimia e binge eating disorder.
Secondo l'Istituto superiore di sanità, l'età di insorgenza più frequente è tra i 15 e i 25 anni, ma i casi tra i minori sono in aumento: durante il primo semestre del 2020, le nuove diagnosi di disturbi alimentari sono cresciute del 40% rispetto all'anno precedente. Anche in Europa il quadro preoccupa: la prevalenza nei bambini raggiunge il 2%, la più alta a livello globale. Numeri che evidenziano l'urgenza di un approccio fondato su basi cliniche solide e non condizionato da semplificazioni mediatiche o narrazioni ideologiche. La Società italiana di psichiatria (Sip) invita a riportare l'attenzione sulla complessità dei disturbi alimentari, per troppo tempo ridotti a problemi "culturali" o di mera immagine corporea.
"Negli ultimi anni l'attenzione mediatica è cresciuta e si sono moltiplicate le campagne per combattere stereotipi estetici e stimoli sociali negativi. Tuttavia, questo slancio comunicativo ha spesso generato confusione, sovrapponendo concetti diversi - salute e politica, malattia e cultura, natura e ambiente - e trascurando la base clinico-biologica della malattia. Un esempio evidente è il movimento della body positivity dove la giusta lotta agli stereotipi estetici si è fusa con il principio dell'inclusività, rischiando però di incoraggiare, inconsapevolmente, comportamenti errati o di ostacolare l'accesso alle cure", osserva Liliana Dell'Osso, psichiatra e presidente della Sip.
È dunque fondamentale trovare un equilibrio tra salute mentale e salute fisica. Un peso corporeo eccessivo, ad esempio non deve essere motivo di vergogna o esclusione sociale, ma va comunque corretto per prevenire complicanze metaboliche e cardiovascolari, a volte anche gravi.

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Gioiosa Ionica
89042

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