
18/08/2025
Il rischio di ammalarsi di cancro a causa di un’alimentazione non equilibrata varia a seconda del tipo di tumore, come confermato da alcuni grandi studi epidemiologici.
Una dieta poco salutare aumenta in particolare il rischio di sviluppare tumori che colpiscono gli organi dell’apparato digerente. Per esempio, quelli del cavo orale (soprattutto tra chi consuma di frequente bevande alcoliche), dell’esofago, dello stomaco e del colon-retto, seguiti dalle neoplasie che possono colpire il fegato, la colecisti, le vie biliari e il pancreas. Secondo alcune stime, oltre 7 casi su 10 di questi tipi di cancro potrebbero essere evitati migliorando la dieta.
Le possibili conseguenze di una dieta poco equilibrata non sono solo a carico degli organi a diretto contatto con gli alimenti. Una dieta non salutare può aumentare anche il rischio di ammalarsi di tumori della prostata, del seno, dell’ovaio e del corpo dell’utero. L’incremento è stato riscontrato in particolare in uomini e donne in sovrappeso e obesi, ed è dovuto con ogni probabilità all’aumento dello stato infiammatorio e dei livelli degli ormoni sessuali circolanti.
Un’alimentazione sana, che aiuti a proteggersi non solo dal cancro ma anche dalle malattie cardiovascolari e neurodegenerative, richiede soprattutto di ridurre l’apporto di grassi e proteine animali e di favorire l’assunzione di cibi ricchi di vitamine e fibre. Per questo occorre portare a tavola almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno. Inoltre, bisogna dare più spazio ai legumi e privilegiare i cereali integrali. Questo perché questo stile alimentare aiuta la regolazione del peso corporeo, apporta micronutrienti antiossidanti (vitamina C, vitamina E, folati, carotenoidi, selenio, zinco) e favorisce il controllo dell’infiammazione, garantito da un apporto limitato di proteine di origine animale. Per quanto riguarda l’infiammazione, sono da ridurre soprattutto le carni rosse (manzo, vitello, maiale, capra, agnello, montone e cavallo) e in particolare quelle lavorate e trasformate (insaccati, salumi e carni in scatola).
Un eccessivo consumo di carni rosse mette a rischio soprattutto il colon-retto, ma i risultati di varie ricerche mostrano che ad aumentare sarebbe anche la possibilità di sviluppare altre forme di cancro: per esempio allo stomaco, al pancreas e alla prostata. Per garantirsi un adeguato apporto proteico, è consigliabile preferire i legumi.
Le linee guida sulla sana alimentazione e sulla prevenzione di pressoché tutte le malattie croniche raccomandano di seguire un’alimentazione ricca soprattutto di frutta e verdura. L’ideale sarebbe consumare ogni giorno le famose 5 porzioni al giorno di frutta (150 grammi a porzione) e verdura (200 grammi da cuocere). Ma quali sono i vegetali da preferire? È innanzitutto importante ricordare che in linea generale non esistono divieti categorici né “super-alimenti” e che una primo suggerimento da seguire è la varietà, a partire dal colore. Portando a tavola un “paniere” quanto più assortito di frutta e verdura, ci si garantisce un apporto di tutte le vitamine e i sali minerali di cui abbiamo bisogno per proteggere la nostra salute,
Un ruolo di primo piano nella prevenzione oncologica lo occupano gli agrumi, ricchi di vitamina C, e i frutti di bosco, che sono un concentrato di sostanze antiossidanti in grado di proteggere il DNA da mutazioni potenzialmente cancerogene. A questi si aggiungono le verdure a foglia verde, come l’insalata, le erbette e gli spinaci, molto ricche di folati, che a loro volta proteggono il DNA da mutazioni. Vi sono poi ortaggi quali le carote e la zucca, per l’apporto di antiossidanti, e il pomodoro, per il contenuto di licopene, una sostanza che sembra ridurre il rischio di insorgenza del tumore della prostata. Non sono da dimenticare le crucifere: verze, cavolfiori, broccoli, cavolini di Bruxelles, cime di rapa, rucola, ravanelli e crescione nell’insieme sembrano avere un impatto protettivo contro il tumore al seno, al polmone, al colon-retto, alla prostata e alla vescica.
Nella prevenzione del rischio tumorale importante è anche il metodo di cottura dei cibi. Grigliate, barbecue e altri tipi di cottura espongono cibi come la carne, il pesce, pollame a temperature molto elevate. Ciò libera sostanze capaci di provocare cambiamenti nel DNA aumentando il rischio di sviluppare tumori (in particolare dello stomaco e del colon-retto). Per questo è preferibile ricorrere meno a questi metodi di cottura e comunque, quando lo si fa, associare sempre abbondanti verdure al pasto, in modo da limitare l’assorbimento di sostanze nocive nel tratto digerente. Anche con la frittura a temperature troppo elevate si possono produrre sostanze tossiche come l’acroleina. La bollitura è invece un modo di cucinare più salutare, ma va fatta attenzione a non prolungarla troppo, perché si potrebbero inattivare le vitamine del gruppo B e la vitamina C. È da preferirsi la cottura al vapore, perché la temperatura è meno elevata e i nutrienti non si disperdono. Come cottura a secco, invece, non vi sono particolari problemi a usare il forno tradizionale o a microonde, a patto anche in questi casi di limitare la temperatura massima raggiunta.
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