11/06/2021
BIGENITORIALITA’ IN PANDEMIA
In questo momento storico, caratterizzato dall' sanitaria dovuta al Covid-19, non si può non rivolgere uno sguardo attento proprio ai figli e alla loro gestione, soprattutto in quei nuclei familiari nei quali era già in atto una crisi della coppia genitoriale.
La limitazione al movimento, dovuta al contenimento del contagio, ha messo in luce quanto i , già di per sé psicologicamente provati dall' forzato, siano stati pregiudicati dalla non semplice attuazione del diritto di visita - e in alcuni casi - dalla sua strumentalizzazione. Se da un lato, infatti, era necessario tutelare la loro , evitando di esporli al rischio di un contagio, dall'altro era fondamentale salvaguardare il loro all'incontro con il non collocatario.
In virtù del principio di bigenitorialità, introdotto con la legge 08 febbraio 2006 n. 54 sull'affidamento condiviso, ogni bambino ha diritto a mantenere rapporti stabili con entrambi i genitori, anche qualora gli stessi siano separati o divorziati, e a conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale. Tale diritto trova fondamento nell'articolo 30 della e nell'articolo 8 della Convenzione dei diritti dell'uomo e implica che, nella responsabilità genitoriale si annoverino sia il dovere di tutelare la salute del minore sia il dovere di garantire allo stesso una partecipazione attiva di entrambi i genitori al suo progetto , di crescita e di assistenza. Conseguentemente, al fine di tutelare il diritto alla bigenitorialità e alla crescita sana e equilibrata del proprio figlio, il genitore collocatario deve porre in essere tutti quei comportamenti che permettano di preservare la continuità delle relazioni parentali con l’altro genitore.
Orbene, in tal periodo, proprio per un bilanciamento dei vari interessi di pari rango costituzionale, ovvero quello a tutela della salute e quello a tutela della bigenitorialità, non sono mancate pronunce di Tribunali che, se da un lato hanno dovuto sospendere il diritto di visita "in presenza", proprio per tutelare la salute del bambino, dall'altro hanno contestualmente disposto modalità alternative del suo esercizio, come ad esempio l'utilizzo delle videochiamate per periodi di tempo uguali a quelli già fissati. Purtuttavia, non sono mancati casi in cui i genitori collocatari abbiano tenuto comportamenti che hanno limitato o addirittura impedito il diritto del minore, non assicurandogli il costante contatto con il genitore non collocatario.
Purtroppo, non è infrequente che, nei conflitti familiari, proprio i figli diventino parte attiva delle dinamiche conflittuali dei propri genitori: dinamiche che, in un contesto come quello pandemico, sarebbe stato difficile non si esasperassero, trovando piuttosto in esso proprio il pretesto per "colpire" l'altro.
Durante un conflitto, spesso i genitori si dimenticano di aver un ruolo e dei doveri nei confronti dei propri figli, essendo in primis concentrati sulla loro battaglia: sono, infatti, investiti da un tumulto emotivo - fatto di rancore, rabbia, delusione - che facilita il mettere in campo strategie bellicose e proprie della logica di potere, piuttosto che atteggiamenti volti alla cooperazione e alla reciproca comprensione.
Pertanto, proprio per tutelare il miglior interesse dei figli, in tali situazioni, sarebbe opportuno aiutare la coppia genitoriale a volgere uno sguardo verso il futuro e non verso il passato ma pur sempre puntato al presente e, in particolar modo, ai figli, evitando così la loro strumentalizzazione.
✍ Stefania Renna