Dott.ssa Giorgia Proto Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Giorgia Proto    Psicologa   Psicoterapeuta Medicina e salute

“Pensavamo fosse solo una fase.”Una bambina di otto anni che si spegne piano piano.Un padre silenzioso, in difficoltà do...
03/08/2025

“Pensavamo fosse solo una fase.”

Una bambina di otto anni che si spegne piano piano.
Un padre silenzioso, in difficoltà dopo aver perso il lavoro.
Una madre che regge tutto, ma senza respiro.

Erano venuti per la figlia.
Ma il disagio non era solo suo.
Era della famiglia. Di un equilibrio che stava cambiando, senza che nessuno lo dicesse ad alta voce.

Abbiamo ascoltato. Non solo la bambina, ma anche il contesto.
E qualcosa è cambiato.

Lei ha ricominciato a sorridere.
Lui a parlare.
Lei a respirare.

Perché quando si guarda il sistema, il benessere si moltiplica.

29/07/2025

LA GELOSIA POST DISTACCO
è un fenomeno psicologico che può manifestarsi dopo la fine di una relazione sentimentale, quando una persona prova un’intensa gelosia nei confronti dell'ex partner. Questa gelosia spesso è amplificata dalla percezione che l'ex stia andando avanti, magari iniziando una nuova relazione, mentre chi prova questi sentimenti si sente ancora emotivamente legato o insicuro.

✅Sintomi
I principali sintomi della gelosia post distacco includono:

1. Pensieri ossessivi sull'ex partner:
Controllare continuamente i social media.
Immaginare l'ex con un nuovo partner.

2. Invidia e confronto:
Confrontarsi con chi potrebbe essere il nuovo partner dell'ex.
Sentirsi inadeguati o "inferiori" rispetto agli altri.

3. Ansia e depressione:
Sensazione di vuoto, solitudine e abbandono.
Perdita di autostima o senso di colpa.

4. Comportamenti impulsivi:
Cercare di mettersi in contatto con l'ex in modo insistente.
Tentare di suscitare gelosia a propria volta.

5. Rabbia o risentimento:
Criticare l'ex partner.
Nutrire pensieri negativi o desiderio di "vendetta".

✅Cause
La gelosia post distacco può essere causata da diversi fattori, tra cui:

➡️Attaccamento emotivo irrisolto: La persona non è riuscita a elaborare la fine della relazione.

➡️Bassa autostima: Si teme di non essere "abbastanza" o di non trovare un'altra persona.

➡️Paura dell’abbandono: Un passato di relazioni problematiche o traumi può accentuare questa paura.

➡️Idealizzazione dell’ex: Si continua a vedere l’ex come perfetto, ignorando i problemi che hanno portato alla rottura.

➡️Dipendenza affettiva: La relazione era vissuta come unica fonte di sicurezza e felicità.

Terapie e Strategie
Per superare la gelosia post distacco, è fondamentale affrontare il problema con consapevolezza. Ecco alcune possibili strategie:

1. Terapia psicologica
➡️Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT): Aiuta a gestire i pensieri ossessivi e a migliorare l’autostima.
➡️Terapia di accettazione e impegno (ACT): Promuove l'accettazione delle emozioni e il focus sul presente.
➡️Terapia psicodinamica: Per esplorare le cause profonde della gelosia e dei legami affettivi.

2. Auto-aiuto e crescita personale
➡️Pratica del distacco emotivo: Limitare i contatti con l'ex, anche sui social media, per ridurre i trigger della gelosia.
➡️Attività personali: Coltivare hobby, amicizie e passioni per riscoprire la propria indipendenza.
➡️Scrittura terapeutica: Annotare emozioni e pensieri per comprenderli meglio.

3. Tecniche di rilassamento
➡️Mindfulness e meditazione: Aiutano a gestire ansia e stress.
➡️Esercizio fisico: Rilascia endorfine che migliorano l'umore.

4. Supporto sociale
Parlare con amici o familiari di fiducia può aiutare a sentirsi meno soli e a ottenere una prospettiva esterna.

5. Se necessario, supporto farmacologico
In casi gravi di ansia o depressione, uno specialista potrebbe consigliare farmaci come antidepressivi o ansiolitici, ma solo sotto controllo medico.

Conclusioni
La gelosia post distacco è una risposta emotiva comune, ma può diventare problematica se non viene gestita. Affrontare le emozioni con l'aiuto di un terapeuta e concentrarsi sulla propria crescita personale sono passi fondamentali per superarla e tornare a una vita equilibrata.
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta
Psicologo e Psicoterapeuta in Milano, Roma, Napoli e Salerno

14/07/2025

"Una ragazzina di 14 anni presa a calci e
pugni al volto, al torace, allo stomaco da
un branco di coetanee. Nessuno che
interviene, altri che riprendono, il video
che puntualmente finisce sui social. Un'aggressione pesante con la ragazzina
ricoverata in osservazione al pronto
soccorso.
Il padre: "Ho visto solo 5 secondi di quel video, troppo dolore. Proteggeva un'amica. Si
sentivano risate in sottofondo".

Fonte: Repubblica.it

“Il peggior giorno del lutto...Il più triste.Non è il giorno del funerale, né il giorno del compleanno di quella persona...
14/07/2025

“Il peggior giorno del lutto...
Il più triste.
Non è il giorno del funerale, né il giorno del compleanno di quella persona dopo che se n’è andata.
Nessuno di questi è il giorno peggiore.
Il giorno peggiore è un giorno qualunque.
È quando ti succede qualcosa di bello e ti rendi conto che non puoi correre a raccontarglielo.
È quando ti capita qualcosa di brutto e non hai quelle braccia che ti sostengano o quella voce che ti dia un consiglio.
Il peggior giorno è un giorno qualunque...
È una domenica in cui dovresti essere felice, ma invece fa male.
E senti la mancanza.
E rimpiangi.
Ma, più di ogni altra cosa...
Hai bisogno”.

Autore Anonimo

Amare un genitore che non sa amare.Lo amavi perché è tua madre (o tuo padre): non avevi scelta.L'amore per un genitore n...
15/06/2025

Amare un genitore che non sa amare.

Lo amavi perché è tua madre (o tuo padre): non avevi scelta.

L'amore per un genitore non si decide, si vive, è biologico, istintivo, inevitabile.

Anche quando loro non sanno ricambiarlo, anche quando il loro amore era vuoto, ma tu eri un bambino e i bambini amano i loro genitori, sempre, anche quando sono mostri.

Anche quando i loro genitori non sanno amare.

Da bambino non puoi permetterti di non amarli: dipendi da loro per sopravvivere.
Il tuo cervello deve convincersi che quell'amore freddo sia normale, che quelle briciole siano un banchetto.

Non hai alternative.

O li ami o muori dentro.

E così scegli di amarli ogni singolo giorno.

Il paradosso più crudele: più loro sono incapaci di amarti, più tu ti sforzi di meritare il loro amore.

Diventi perfetto/a, invisibile, silenzioso/a.

Se solo fossi più bravo/a (pensi) forse mi amerebbero!

Ma non puoi insegnare l'amore a chi non ha mai imparato cosa significhi.

E così cresci diviso in due: una parte di te (il Bambino/a che sei stato) ama disperatamente; l'altra parte sa la verità... che il loro amore è come una stanza vuota.

Ma, ammettere che loro non ti amino davvero, significa ammettere di essere solo/o al mondo.

E' troppo. Troppo.

Così da adulto impari a vivere nel paradosso: ad amare chi ti ferisce, a cercare calore nel ghiaccio, a vedere amore dove c'è solo dovere, o peggio, indifferenza. Impari che amare significa soffrire in silenzio; che essere amati è un lusso che non ti puoi permettere.

Ma il tuo corpo ricorda: quando qualcuno ti tratta con freddezza ti senti a casa, quando qualcuno è emotivamente assente, lo riconosci come amore.

E' il paradosso che ti porti dentro: cerchi negli altri lo stesso vuoto che ti ha cresciuto/a, perché è l'unico amore che il tuo sistema conosce.

C'è una responsabilità dolorosa da riconoscere: scegli chi conferma la tua storia; i partner emotivamente assenti non capitano per caso, li riconosci, li selezioni, li tieni perché l'intimità vera terrorizza chi non l'ha mai conosciuta.

Meglio il vuoto familiare che il pieno sconosciuto.

Riconosci l'amore disfunzionale come un segugio, lo fiuti nell'aria, lo vedi in come non ti guardano, in come ti sfamano a briciole, non per masochismo, ma perché il tuo sistema sa navigare il rifiuto, non la presenza: è una competenza traumatica.

C. Scarpati

La violenza psicologica lascia ferite profonde, anche se non visibili. Manipolazione, umiliazione, isolamento: segni sil...
12/06/2025

La violenza psicologica lascia ferite profonde, anche se non visibili. Manipolazione, umiliazione, isolamento: segni silenziosi che logorano l’autostima e la libertà. Non servono lividi per riconoscere un trauma. Ascolta, credi, sostieni.

Non mi ha mai colpita, ma… 🥀

Non mi ha mai colpita, ma quando era a casa era sempre davanti al computer,
alla TV o al telefono.

Non mi ha mai colpita, ma un giorno poteva essere attento e affettuoso, e il giorno dopo distante, freddo e aggressivo.

Non mi ha mai colpita, ma era assente fisicamente ed emotivamente.
Non mi ha mai colpita, ma con tutti era felice, tranne che a casa, con la sua famiglia.

Non mi ha mai colpita, ma mi illudeva con promesse che non ha mai mantenuto.

Non mi ha mai colpita, ma annullava le mie emozioni e la mia percezione della realtà, dicendo che esageravo o mi inventavo tutto.
Non mi ha mai colpita, ma mi faceva sentire responsabile per cose fuori dal mio controllo, perché secondo lui tutto era colpa mia.

Non mi ha mai colpita, ma era avaro con i soldi e diceva sempre che non ne aveva, soprattutto per me.
Non mi ha mai colpita, ma maltrattava i miei animali e le persone a me care.
Non mi ha mai colpita, ma non si assumeva mai la responsabilità di nulla, facendo sempre sentire me in colpa.

Non mi ha mai colpita, ma mi lasciava tutte le responsabilità della casa e della famiglia, perché lui era sempre "troppo occupato con il lavoro".
Non mi ha mai colpita, ma era costantemente di cattivo umore.
Non mi ha mai colpita, ma si infuriava e mi insultava ogni volta che non facevo ciò che voleva.
Non mi ha mai colpita, ma quando mi accompagnava da qualche parte, si lamentava del traffico, si arrabbiava e mi faceva sentire un peso.
Non mi ha mai colpita, ma guidava all'impazzata per farmi paura.

Non mi ha mai colpita, ma non mi faceva mai un complimento.
Non mi ha mai colpita, ma riusciva a farmi soffrire con il suo silenzio, lasciandomi piangere tutta la notte mentre lui dormiva sereno.
Non mi ha mai colpita, ma quando camminavamo insieme accelerava il passo per lasciarmi indietro, facendomi sentire inadeguata.
Non mi ha mai colpita, ma urlava e mi minacciava con parole crudeli se non facevo ciò che voleva.
Non mi ha mai colpita, ma mi faceva aspettare ore o giorni prima di parlarmi o di aiutarmi in qualcosa di importante per me.
Non mi ha mai colpita, ma mi portava all'esasperazione con il suo disinteresse, per poi accusarmi di essere instabile e farmi passare per pazza davanti agli altri.

Non mi ha mai colpita, ma ora vivo con traumi, complessi, ansia, depressione, insonnia, fobie, ipersensibilità, disturbi alimentari, autolesionismo, dolori cronici e mille altre cicatrici che nessuno può vedere.
Non mi ha mai colpita, ma esercita su di me controllo economico e psicologico, mi minaccia e mi tiene sotto scacco con la paura.

E visto che non mi ha mai colpita, nessuno vede le mie ferite.

Ferite così profonde che attraversano il petto e arrivano fino all’anima. 🥀

10/06/2025

“Guarisciti, figlia mia… non dall’amore, ma dal vuoto che hai confuso con amore.”

C’è qualcosa che molte donne portano dentro senza riuscire a darle un nome: una sorta di fame emotiva, un desiderio profondo di essere scelte, di essere viste, di essere finalmente “la più importante” per qualcuno.
E quando questa ferita non viene riconosciuta, ciò che sembra amore… è solo un modo per colmare ciò che manca dentro.

È come se il tuo cuore avesse freddo fin da bambina, e cercassi una coperta ovunque, anche se sporca o strappata.
Ma quando guarisci, quando ti prendi cura di quel freddo interiore, non accetti più qualsiasi abbraccio.
Impari a tessere il tuo, con il tuo amore, il tuo rispetto, la tua presenza.

Guarire non significa indurirsi.
Significa smettere di consegnarti a chi non sa sostenerti.
Significa porre fine all’attesa eterna che qualcuno da fuori venga a darti ciò che tu stessa puoi iniziare a costruire.

E allora, quando l’amore arriva —perché arriva, e arriva proprio quando tu stai già bene—
quell’amore non fa male, non chiede prove, non punisce la tua indipendenza.
Quell’amore è una scelta, non un bisogno.
È gioia, non ansia.

…perché insegna ai figli che nella vita esistono dei limiti, delle regole, e che non tutto è dovuto o immediatamente ott...
29/05/2025

…perché insegna ai figli che nella vita esistono dei limiti, delle regole, e che non tutto è dovuto o immediatamente ottenibile.
Il “no” di un genitore non è una punizione, ma un’opportunità di crescita:
• aiuta i ragazzi a sviluppare frustrazione sana,
• rafforza la loro resilienza,
• e li prepara a gestire rifiuti, ostacoli e delusioni nel mondo reale.
Dire “no” con amore significa educare, non negare.
Significa mettere confini chiari per proteggere, non per limitare.
Un bambino che impara a tollerare il “no” sarà un adulto più forte, equilibrato e capace di affrontare la vita con maturità.

Stai attento alle parole che non dici.Una parola in piùpuò cambiare tutto.“Che mangiamo stasera”può diventare“Che mangia...
28/05/2025

Stai attento alle parole che non dici.
Una parola in più
può cambiare tutto.

“Che mangiamo stasera”
può diventare
“Che mangiamo stasera, Amore mio?”

Ora rileggila:
Lo senti come profuma di casa?

“Ci vediamo alle 20”
può diventare
“Ci vediamo alle 20, portami un bacio”

Non ti sembra che si sia fermato il tempo?

“Come stai?”
è cortesia.
“Come stai davvero?”
è una mano che resta.

“Torno tardi”
è informazione.
“Torno tardi, ma ti penso”
è presenza anche da lontano.

“Buonanotte”
è chiudere.
“Buonanotte, riposa il cuore”
è prendersi cura.

“Scrivimi”
è un gesto.
“Scrivimi se tremi”
è un rifugio.

Una parola in più
può salvare una sera,
una storia,
un cuore.

Fa da coperta
fa da luce accesa sul comodino
fa da “sono qui”
quando il mondo è troppo.

Usala.
Con chi ami.
Con chi incontri.
Anche con te stesso.

Quella parola che sfiora,
che consola,
che si fa carezza,
che si fa pane,
che si fa sì.

Perché non è lo stesso dire
“Va tutto bene”
e
“Va tutto bene, ma restami vicino”.

Ci sono dolori che non si spiegano con una risonanza.Tensioni che si annidano sempre nello stesso punto del corpo.Gesti,...
23/05/2025

Ci sono dolori che non si spiegano con una risonanza.
Tensioni che si annidano sempre nello stesso punto del corpo.
Gesti, posizioni, rigidità che sembrano dire più di mille parole.
Non sempre la causa è fisica.
A volte, dietro un fastidio cronico, si cela un’emozione antica.
Una ferita rimasta inascoltata.
Una perdita mai davvero accolta.
Una paura passata che ancora oggi si manifesta sotto forma di insonnia, mal di stomaco, blocchi muscolari. Il nostro corpo ha memoria.
Parla un linguaggio sottile, non sempre accessibile alla mente logica.
Ma quel linguaggio può essere compreso, accolto, integrato.
Nel percorso terapeutico non ci limitiamo a placare i sintomi.
Andiamo a incontrare ciò che è rimasto in sospeso.
Le parti dimenticate, congelate, silenziosamente custodite dal corpo.
Perché guarire non è solo smettere di soffrire.
È dare ascolto a ciò che ha causato quella sofferenza.
È lasciare che il corpo ci conduca dove la mente non osa guardare

22/05/2025


Indirizzo

Via Vittorio Veneto, Giugliano In Campania NA
Giugliano In
80014

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