19/08/2025
Non serve una fotografia per raccontare ciò che abbiamo sentito. L’immagine della mamma che abbraccia Jannik dopo il ritiro con Alcaraz a Cincinnati è diventata un simbolo potente, un gesto figurativo che parla più di mille parole.
È l’abbraccio che tutti noi italiani avremmo voluto donargli, per stringerlo e dirgli che non è solo, che siamo accanto a lui non soltanto quando alza i trofei, ma soprattutto quando la vita e lo sport lo mettono alla prova.
Quell’abbraccio rappresenta la forza di una madre che, con un solo gesto, sa contenere dolore, delusione e amore. Ma è anche il riflesso di un Paese intero che riconosce il valore di un campione non solo nelle vittorie, ma soprattutto nella dignità con cui affronta le difficoltà.
Jannik, tu sei l’orgoglio di tutti noi italiani. Nonostante il ritiro, nonostante la fatica, nonostante gli infortuni che a volte ti costringono a fermarti. Perché ciò che ci rende fieri di te non è soltanto il punteggio sul tabellone, ma il cuore che metti in ogni scambio, la determinazione con cui affronti ogni sfida, la purezza con cui rappresenti il nostro Paese nel mondo.
Le sconfitte non cancellano nulla, anzi. Ci ricordano che sei umano, che sei uno di noi. E proprio per questo, ti sentiamo ancora più vicino. Le tue battaglie non sono solo tue: sono anche nostre, perché ti abbiamo adottato come figlio, come fratello, come simbolo di un’Italia che sogna attraverso il tuo tennis.
E poi c’è Wimbledon. Quel successo è ancora lì, vivo, indelebile. Le emozioni di quel giorno non si sono spente, anzi continuano a illuminare ogni tuo passo. Ogni volta che pensiamo a te, torniamo a rivivere quella gioia collettiva, quell’orgoglio che ci ha uniti. Nulla, nemmeno le cadute più dure, può cancellare ciò che ci hai già regalato.
Per questo, Sinner, in quell’abbraccio figurativo di tua madre ci siamo tutti noi. Ci siamo con il nostro affetto, con la nostra gratitudine, con la nostra speranza. Ti stringiamo forte, come si stringe un figlio che non smette di lottare, e ti diciamo: non sei solo, mai.
Perché per noi resterai sempre molto più di un campione. Sei la dimostrazione che la grandezza non si misura solo nelle vittorie, ma nella capacità di rialzarsi, di credere, di andare avanti. E in questo, Jannik, sei già leggenda.