Consulenze psicologiche e psicoterapia personalizzata in base alla richiesta e all'obiettivo della persona. Setting di intervento individuale e di gruppo, principalmente ad impronta psicoanalitica, arricchita dall'attenzione data al corpo grazie alla tecnica bioenergetica. Si valuta il passaggio dalle sedute individuali al gruppo (analisi IN gruppo e non DI gruppo) attraverso la tecnica dello psic
odramma analitico, tecnica volta alla risoluzione delle difficoltà relazionali e allo sblocco delle situazioni psicologiche cristallizzate, dei comportamenti ripetuti e disfunzionali che impediscono di sentirci adeguati, sereni e in equilibrio tra ciò che vogliamo e ciò che il mondo esterno ci richiede. Vediamo i concetti base del mio approccio terapeutico.
“Psiche” e “drama”. La psiche ormai è conosciuta, in ogni sua forma e declinazione: leggera come il fiato, il respiro, assume anche il significato di anima, carattere, il colore che contraddistingue l’individuo, la sua essenza, i suoi pensieri. A Freud è riconosciuto l’enorme sforzo di aver fatto luce sugli angoli bui della psiche (della nostra anima), arrivando a creare una tecnica di “cura dell’anima” utilizzando proprio gli elementi di cui è composta, le parole. La psicoanalisi ad oggi è l'approccio su cui si basa la maggior parte delle psicoterapie moderne, la sua attenzione per la psiche, il flusso di pensiero, rimane una costante da cui non si può prescindere. Iniziamo col dire che non è il dramma come noi lo intendiamo, in senso negativo, deriva dal greco antico, precisamente dal verbo “drao”, agire. Quindi l’azione, le gesta, i comportamenti che, consciamente e inconsciamente, mettiamo in atto. Il corpo in questa dimensione gioca una parte fondamentale, noi agiamo attraverso il corpo, ci muoviamo con braccia e gambe, esprimiamo emozioni con il volto, con la postura, spesso anche con determinate sensazioni fisiche (psicosomatica). Il corpo è il veicolo di espressione per la psiche. Mente e corpo sono due compagni di viaggio inseparabili, uniti fin dai primi istanti di vita, anche se potrebbe sorprenderci pensare che prima della parola il corpo la faceva da padrone. Proviamo a pensare ad un neonato, si esprime principalmente col corpo: si agita con braccia e gambe, apre e chiude le manine, osserva, piange; per dirla con Freud “l’Io agli inizi è essenzialmente un Io corporeo”, le sensazioni prenderanno forma logica col tempo. Si può dire che in origine siamo stati “solo corpo”, poi le relazioni sociali (genitori, scuola etc.) hanno dato significato alle sensazioni corporee. Jacob Levi Moreno (1889-1974) psichiatra austriaco appassionato di teatro e filosofia greca, ha suggellato l’unione tra psiche e drama dando vita alla tecnica psicoterapeutica dello “psicodramma”. Moreno era affascinato dalla innata predisposizione dell’uomo ad entrare in contatto empatico con l’altro, riconosceva l’idea aristotelica dell’uomo come “animale socievole” nelle relazioni ma soprattutto nel teatro. In tale contesto ha potuto cogliere l’efficacia dell’azione drammatica (teatrale) per lo sblocco di determinate situazioni psicologiche disfunzionali, per le difficoltà relazionali e per l’impossibilità ad esprimere le emozioni. Lo psicodramma non è solo una tecnica psicologica efficace, è una palestra per imparare a ritrovare la connessione tra pensieri e sensazioni corporee, cosa che, mai come in questo periodo, è totalmente annebbiata dai mezzi tecnologici e dai social (ancor di più con la pandemia). Non ci sono colpe, solo fatti, l’evoluzione tecnologica porta con sé delle condizioni e la natura umana in qualche modo ne sta risentendo. La psiche e l’azione rimangono dunque gli elementi principali del mio metodo terapeutico. Alla attenzione di Freud per la “parola” unisco l’osservazione delle azioni nel qui ed ora sviluppata da Moreno (da qui lo Psicodramma Analitico). I percorsi psicoterapeutici che propongo (individuali e di gruppo) toccano entrambe le dimensioni, con lo scopo di sciogliere i blocchi interiori e trovare nuove soluzioni alle dinamiche difficili che si vivono giornalmente. In conclusione, non c’è nulla di così pauroso nello scoprirsi, nel conoscere i nostri pensieri e capire le nostre azioni, purché alla base ci sia la giusta dose di curiosità. Senza curiosità l’uomo non avrebbe potuto arrivare dov’è adesso. Essa è la forza motrice che conduce verso territori inesplorati, può farci ottenere nuove conoscenze e prospettive diverse, con la ricompensa di ricondurci nello stato di spontaneità in cui mente e corpo tornano a viaggiare sullo stesso binario senza difficoltà, in equilibrio.