07/06/2020
Sindrome Generale di Adattamento
La S.G.A. non è altro che il modo con cui l’organismo reagisce agli eventi stressanti.
La progressiva crescita dei contagi da COVID 19 nei vari territori, in questi ultimi mesi, ha generato una crescente tensione nella mappa emotiva di tutte le persone. Comunque, sembrerebbe che, la crisi ci ha restituito una buona capacità di rispondere con resilienza e adattamento.
La crisi ha portato delle opportunità ma ha lasciato tensioni, ansia, paura, senso di vuoto.
Cosa succede in queste situazioni al nostro sistema psichico?
Nella prima fase di allarme, con l’attivazione del sistema nervoso autonomo, del cervello rettiliano, costituito dal cervelletto e dal bulbo spinale e sede che ha a che fare con l’autoconservazione e la sopravvivenza, il corpo vive uno stato emotivo intenso e un vissuto generale di disorientamento e di paura.
La paura convive con noi. Non possiamo illuderci di riuscire ad eliminarla, sarebbe impossibile, ma impariamo a gestirla, per non farci sopraffare da lei.
La seconda fase di resilienza, caratterizzata da adattamento allo stress, è regolata dal sistema limbico. Questo è coinvolto nell’elaborazione delle emozioni, ci permette anche di prenderci cura e di metterci al sicuro quando scatta il pericolo. La sopravvivenza, il legame affettivo-emotivo, la coesione sociale sono tipici di questa situazione.
In quanto persone abbiamo bisogno di punti di riferimento affidabili, in grado di fornire risposte e infondere sicurezza. Non sempre tuttavia siamo “attrezzati” per rispondere con equilibrio e non sempre sentiamo di giocare buone competenze, capacità per rendere prevedibile ciò che muove un senso di vuoto e di incertezza.
La terza fase di esaurimento nel caso in cui lo stress permanga e l’organismo non metta in atto risposte positive adeguate per fronteggiarlo l’ansia e/o la paura permangono mantenendo la percezione di disagio. Senso di soffocamento, irrequietezza, sudorazione eccessiva, tachicardia, insonnia, ecc. non ci abbandonano.
La neocorteccia o cervello superiore è costituito dagli emisferi cerebrali. Questa è la sede di tutte le funzioni cognitive e razionali. Il cervello superiore è in grado di attivare quei comportamenti basati sul problem solving, ci aiuta ad affrontare situazioni nuove, prendere decisioni, prevedere eventi e agire in positivo. I Immagini, pensieri, ricordi del passato, del presente e del futuro in certe situazioni non sono unite e non sono coerenti e in equilibrio. Il vissuto di un evento percepito pericoloso genera, nella sfera psicologica, conflitto insoddisfazione, diminuzione del benessere, riduzione della creatività, perdita di senso e appiattimento delle performance del fare.
La percezione di disagio diventa, il campanello “allarme”, per ascoltare il nostro dialogo interno (pensieri positivi o negativi), le nostre emozioni (positive o negative) e il conseguente comportamento (fuga/evitamento, richiesta di aiuto, controllo).
Cosa possiamo fare? Possiamo metterci in ascolto empatico e raccogliere informazioni per conoscere il proprio stato per far fronte alla situazione. Decidere e scegliere cosa fare ci mette in posizione attiva, ci permette di creare “ordine”, diffondere uno stato di “sicurezza” e creare una “zona confort”. In caso di bisogno è possibile chiedere aiuto alle persone emotivamente e affettivamente più vicine oppure parlarne con il proprio medico oppure pensare ad un supporto psicologico. Dott.ssa A.Gallizzi Psicologa Psicoterapeuta