17/02/2025
È un po’ che non mi faccio vedere e torno con un post riflessivo..
Come la gran parte degli italiani, ho seguito il festival di Sanremo e ho trovato le parole, o meglio un cantante in gara mi ha aiutato a trovare le parole, per esprimere un concetto che mi sta molto a cuore, e chi mi conosce lo sa.
So che questo è un profilo “fisioterapico”, ma negli anni mi sono resa conto di quanto anche la percezione e l’immagine che abbiamo e soprattutto che vogliamo (o vorremmo) dare di noi, possa incidere anche su alcune problematiche fisiche.
Lucio Corsi (che ricordo di aver intravisto nei corridoi del liceo ed era esattamente come lo avete visto sul palco) con la sua “Volevo essere un duro”, ha puntato i riflettori su un tema importante, ovvero l’accettazione di sé stessi, nella nostra essenza più pura.
Ecco, immagino che tutti abbiano fatto la riflessione su come questa società della performance ci spinga a pensarci ed immaginarci come dei superuomini e delle superdonne, e quanto invece sia fondamentale arrivare a volerci bene per come siamo.
Ma l’accettazione non è importante solo per la salute mentale e la costruzione della nostra identità, ma anche per la nostra salute fisica.
A volte mi rendo conto che negli schemi che ci vengono imposti (o che ci vogliamo imporre), si rimane intrappolati anche fisicamente.
Voglio darvi un’altra e personale chiave di lettura di questo pezzo per me bellissimo: ognuno ha il suo percorso per arrivare ad accettarsi, e come in tutti i percorsi, anche in quelli di cura, penso che sia normale farsi domande, chiedersi “perché”, arrestarsi, scivolare, tornare indietro e andare poi sempre avanti, verso la meta, verso la la nostra essenza e il nostro benessere, psicologico ma anche fisico.
Liberiamoci dalle trappole che ci ingabbiano anche fisicamente, ognuno con i suoi tempi e con i suoi modi, siamo tutti speciali, non ce lo dimentichiamo♥️