05/02/2025
Stasera vorrei fare una riflessione con tutti voi e vorrei fare un invito che è molto meno scontato di quanto possa sembrare: quando un bimbo o un ragazzo (intendo chiaramente di qualunque genere e sesso) viene e vi racconta qualcosa di sé anche con una sola frase ermetica, lapidaria o che sembra fuori contesto, incomprensibile per voi, accoglietelo! Che voi siate insegnanti, genitori, allenatori, zii, nonni, ecc., ascoltatelo con la curiosità di chi esplora una terra nuova. Vi sta donando una parte di sé e vi ha scelto, siate grati per questo! Si sta rendendo vulnerabile di fronte a voi, sta correndo il rischio di scottarsi perché vi mostra cosa c'è sotto la sua pelle che è l'organo di protezione dal mondo per eccellenza!
Lasciatevi incuriosire, mollate la presunzione di avere la verità in tasca sulla realtà, su cosa sia giusto/sbagliato, adeguato/inadeguato perché, in fondo, il mondo è solo una nostra rappresentazione soggettiva, ce lo insegna bene Schopenhauer. Ognuno ha delle lenti uniche con cui legge e dà significato al mondo e ogni lente ha una sua dignità e verità.
Chissà, poi, da quanto tempo e con quanta fatica questo bimbo/ragazzo sta cercando il coraggio di affidare proprio a voi quella parte di sé; ad un certo punto ce la fa e non sta a noi stabilire se sia il momento adeguato, anche quando ci sembra incomprensibile. Esiste quello che i greci chiamavano kairos, ossia il momento opportuno. Il momento giusto è quello di chi ci sta dando il privilegio di accedere a una parte di sé, non possiamo essere noi a stabilire quale sia.
Ricordo che in piena adolescenza mi misi a parlare con una persona adulta di cui mi fidavo, feci fatica a confidarmi e le dissi che mi sentivo come avvolta da una luce nera. Mi guardò con distacco e mi disse: "Motta, che c'entra ora? Poi non ha senso: o c'è luce o c'è il nero, piantala, via". Posto che poi proseguendo gli studi avrei scoperto che esiste anche la luce nera 😅, ma quanto sarebbe stato diverso se mi avesse detto: "Eleonora, faccio davvero fatica a immaginare la luce nera di cui mi parli. Me la racconti? Me la insegni?"
Curiosità, umiltà, gratitudine, rispetto. Ecco, credo che questi siano degli ingredienti fondamentali sia per far sentire visto e accolto chi ci ha scelti, sia per dare a noi stessi la possibilità di arricchirci scoprendo un mondo nuovo e unico, quello dell'altro da sé.