Società Dante Alighieri Grosseto

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Gentilissimi Soci e Amici, lunedì 1 dicembre alle ore 17:00, nell'Aula delle Colonne presso la Fondazione Polo Universit...
27/11/2025

Gentilissimi Soci e Amici,
lunedì 1 dicembre alle ore 17:00, nell'Aula delle Colonne presso la Fondazione Polo Universitario Grossetano la Professoressa Teresa Nocita terrà una conferenza che si inserisce nelle celebrazioni dell'anno boccacciano. L'argomento è incentrato sul ruolo che rivestono le donne nel Decamerone, partendo dall'analisi della novella in cui incontriamo il personaggio che apre la multiforme galleria delle figure femminili. Il titolo della conferenza è infatti "La novella della Marchesana di Monferrato (I 5): incontro con la prima protagonista femminile del Decameron di Giovanni Boccaccio".

Teresa Nocita è professoressa associata di Filologia italiana presso l'Università degli Studi dell'Aquila, dove attualmente insegna. È membro del comitato scientifico e direttrice di numerose riviste, coordinatrice di convegni e seminari nazionali e internazionali, collabora a vari progetti di ricerca presso Università italiane e straniere, occupandosi anche di censimento e schedatura delle risorse umanistiche in Internet, laboratori multimediali, Italianistica digitale, editoria scientifica.
Le sue ricerche e le sue pubblicazioni vertono principalmente sulla poesia italiana del Trecento, Giovanni Boccaccio e il Decameron, il rapporto tra racconto e novella nella tradizione europea medievale e rinascimentale; ha pubblicato uno studio approfondito riguardante la tradizione filologica a stampa di tutte le opere di Dante Alighieri.
È in uscita il suo nuovo libro "L’ultima volontà: Boccaccio, il Decameron e il codice Hamilton 90", dedicato al manoscritto autografo della raccolta boccacciana di novelle.
L'iniziativa è realizzata in collaborazione con la Fondazione Polo Universitario Grossetano e con il patrocinio dell'Ente Nazionale Giovanni Boccaccio.
Allego la locandina dell'evento.

Un saluto caro
Letizia Stammati

26/11/2025
21/11/2025

Una lectio magistralis la Conferenza del Prof. Lorenzo Zambernardi dal titolo:
“Lingua perfetta: nascita delle scienze linguistiche tra rigore metodologico e distorsioni ideologiche” organizzata dalla Società Dante il 18 novembre u.s. Dopo la presentazione della Presidente Letizia Stammati, un pubblico numeroso e affascinato ha ascoltato con attenzione vigile il giovane Professore.
La ricerca della “lingua perfetta” sembra nascere da un bisogno psicologico di ridurre l’incertezza: quando la realtà culturale appare frammentata, la mente cerca un’origine unica e ordinata che dia stabilità. L’attrazione verso una grammatica universale, da Port-Royal a Chomsky, risponde proprio al desiderio di semplificare il mondo, trasformando la diversità in variazioni di un modello ideale. Anche l’idea romantica di una lingua primitiva e pura è una forma di nostalgia: il tentativo di ritornare simbolicamente a un passato immaginato come armonico.
La storia di queste teorie mostra come il linguaggio diventi spesso un contenitore di proiezioni collettive. Dal Medioevo al Settecento, la ricerca di un’origine unica rassicurava più che spiegare: serviva a tenere insieme identità e ordine in momenti percepiti come instabili.
Nell’Ottocento la linguistica comparata cercò maggior rigore, ma produsse effetti psicologici inattesi. Il modello biologico di Schleicher trasformò ansie sociali di declino in immagini di lingue “degeneranti”, mentre la gerarchizzazione linguistica traduceva il bisogno di superiorità culturale in classificazioni pseudo-oggettive. In questo clima si sviluppò un potente bias cognitivo: la correlazione illusoria tra lingua e razza. Bastò una somiglianza linguistica per far sembrare plausibile la costruzione della “razza ariana”, un’operazione che semplificava brutalmente la complessità culturale.
Fascismo e nazismo sfruttarono a fondo questi meccanismi. Capirono che il linguaggio non descrive soltanto la realtà: la modella. La ripetizione ossessiva di parole ideologiche riduceva la capacità critica, mentre la “purificazione linguistica” faceva leva sul bisogno di appartenenza: eliminare termini stranieri serviva a creare confini identitari rigidi, un “noi” chiuso e rassicurante.
Il passaggio saussuriano dall’ossessione per le origini allo studio del sistema rappresenta anche una maturazione psicologica: accettare che il significato nasce dalle relazioni, non da un’essenza pura. Da qui la consapevolezza moderna che il sogno della lingua perfetta fu soprattutto lo specchio dei bisogni emotivi e politici delle epoche che l’hanno immaginata.
Grazie Prof. Zambernardi per averci accompagnato con professionalità e sensibilità in questo cammino.

Gentilissimi Soci e Amici, mercoledì 26 novembre alle ore 17:00, presso il Polo Culturale Le Clarisse l'Architetto Edoar...
20/11/2025

Gentilissimi Soci e Amici,
mercoledì 26 novembre alle ore 17:00, presso il Polo Culturale Le Clarisse l'Architetto Edoardo Milesi terrà una conferenza dal titolo " Un mondo di relazioni".
La conferenza intende esplorare, attraverso esempi concreti e riflessioni teoriche, in che modo l'Architettura possa essere considerata un campo di studio e di lavoro capace di realizzare contesti che riflettano e favoriscano la complessità dei rapporti umani e possa contribuire a costruire un mondo dove le relazioni siano al centro di ogni progetto.
L'essere umano è un'entità relazionale per eccellenza, quindi la nostra vita è caratterizzata da un incessante scambio con gli altri, con l'ambiente e con i luoghi che abitiamo. La mancanza di legami e di raffronti costituisce una perdita, una frattura che porta a interrogarsi sul senso stesso dell'esistenza. Ma è proprio in un simile desiderio di connessioni partecipate che risiede la chiave per comprendere quanto ci circonda.
La realtà, infatti, non è altro che un fascio di relazioni in continua evoluzione, un intreccio di collegamenti in grado di dare forma a ciò che conosciamo. Tale principio sta alla base di discipline quali l'Architettura e la Teoria dei quanti, fondate sull'opinione che ogni elemento è parte di un sistema più ampio, influenzato e influenzante.
I grandi Architetti del Rinascimento consideravano gli edifici e la città come organismi viventi, progettati per durare nel tempo e, soprattutto, per interagire con chi vi risiedeva. La loro visione era quella di ideare spazi non solo funzionali, ma anche capaci di favorire le relazioni tra le persone, creando comunità e senso di appartenenza.

Edoardo Milesi è un architetto italiano noto per la sua attenzione alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione del territorio.
Laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1979, ha fondato lo studio Archos, che si occupa di progettazione architettonica, riqualificazione urbanistica e paesaggistica.
Tra i suoi lavori più noti ci sono il Forum Fondazione Bertarelli, l'École technique Pape Jean XXIII a Port-au, progetti di riqualificazione dei castelli di Vicarello e Collemassari e del monastero di Siloe, catalogato dalla Soprintendenza di Siena e Grosseto come bene architettonico contemporaneo assoggettato a tutela. È stato membro del consiglio di amministrazione della Fabbriceria del Duomo di Siena denominata "Opera della Metropolitana e dal 2020 fa parte del comitato scientifico dell'Osservatorio paesaggi costieri italiani di Legambiente.
Ha vinto numerosi premi, tra cui il premio internazionale Fassa Bortolo per l'architettura sostenibile (2006), il Premio Architettura Toscana (2019) e il German Design Award. È fondatore della Scuola Permanente dell'Abitare (SPdA) e ha tenuto lezioni e workshop in Italia e all'estero.
La sua opera è stata esposta in diverse mostre, tra cui la Biennale di Venezia e una personale a Grosseto, "Abitare la vita", che ripercorre oltre vent'anni di attività in Toscana (18 ottobre - 30 novembre 2025).
La sua architettura si caratterizza per l'attenzione al contesto, l'uso di materiali naturali e la ricerca di un equilibrio fra tradizione e innovazione.
Allego locandina dell'evento.
Vi aspettiamo!

16/11/2025

Il 12 Novembre u.s. ha avuto luogo la terza ed ultima parte della conferenza sul tema "DEMOCRAZIA e PACE" tenuta dall’Ing. Fabio Fineschi (gia Docente e Presidente Corso Laurea Magistrale in Scienze per la Pace, UniPi) e organizzata dalla Società Dante Alighieri.
L’Ing. Fineschi ricorda che la pace sociale e politica nasce dalla crescita psicologica dell’essere umano: solo cittadini interiormente liberi, consapevoli e responsabili possono costruire una società pacifica e democratica.
Nella relazione si intrecciano concetti politici e morali, pace, libertà, democrazia, e ha un forte caposaldo psicologico, perché riguarda la maturazione dell’individuo e della collettività.
Fineschi sottolinea che la pace esterna tra gli Stati nasce solo da una pace interna, cioè da un equilibrio psicologico e sociale dentro ciascun individuo e dentro la comunità. Se le persone vivono in conflitto con sé stesse o con gli altri, lo Stato non può essere pacifico.
Perciò da un punto di vista psicologico, la libertà non è solo assenza di vincoli, ma capacità di autodeterminazione consapevole: scegliere in modo responsabile, rispettando i limiti propri e altrui.
È una libertà “matura”, che richiede autocontrollo, empatia e senso del dovere in altre parole è la libertà del “sé adulto”, non quella impulsiva del bambino.
La democrazia diventa la traduzione politica di questa maturità psichica che implica fiducia nell’altro, capacità di dialogo, gestione del conflitto e riconoscimento della diversità senza sentirsi minacciati. Dove mancano questi atteggiamenti interiori, la democrazia si svuota e prevale la logica della “massa” come descrive Pio XII : “un insieme di persone che reagiscono d’impulso, senza pensiero critico”,
Grazie Prof. Fineschi per il suo intervento illuminante e per aver offerto spunti che arricchiscono profondamente il pensiero

Indirizzo

Grosseto
58100

Orario di apertura

Martedì 17:00 - 19:00
Giovedì 10:00 - 12:00

Sito Web

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