25/02/2024
A Roma il primo contatto coi cannabinoidi avviene a undici anni. Appena finite le elementari. «Per lo più ce lo raccontano i ragazzini, ma poi effettuiamo delle analisi». E davanti ogni scuola «è ormai verosimile che ci sia uno spacciatore». Sono parole forti, quelle di Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù e professore ordinario all’università Cattolica. Ma che danno l’idea di quanto il problema delle droghe, leggere o meno, in città sia sempre più serio.
«L’assunzione di sostanze da parte di bambini e ragazzi è in aumento — spiega a Repubblica il medico —. Ma a preoccupare maggiormente è ormai l’abbassamento dell’età dei primi contatti con le droghe, come confermano anche Federazione servizi dipendenze (FeDerSerD, ndr) e Fict, la Federazione italiana Comunità Terapeutiche». Nel dettaglio, il primo contatto con la cannabis può avvenire anche a undici anni. Quando si è ancora bambini, praticamente.
Messo qualche soldo da parte — la paghetta o gli spicci di qualche giorno di merenda appositamente conservati — i ragazzini possono comprare hashish o ma*****na. Pronti per essere fumati all’interno di si*****te home-made, da realizzare con l’aiuto di qualche video scovato sui social. La droga si vende online, su Telegram, in gruppi che si trovano facilmente, e arriva “delivery” a casa. Ma non solo. Perché «è ormai verosimile che davanti a ogni scuola ci sia uno spacciatore», prosegue Vicari.
«A 15-16 anni, poi, c’è chi passa alla cocaina — prosegue Vicari —. A quel punto chi a 11 anni ha iniziato con i cannabinoidi è già un poliabusatore». Lo raccontano gli esami del sangue effettuati a tutti i giovani pazienti che accedono in pronto soccorso per ragioni di vario genere.
«Gli adolescenti che arrivano a consumare la cocaina hanno già una storia di qualche anno con la droga — spiega ancora il dottore —. La mischiano tranquillamente con l’alcol». Che sarebbe deleterio anche da solo, per persone così giovani. Invece in questo caso si assume per «potenziare l’effetto delle sostanze assunte».
C’è anche chi usa farmaci come le benzodiazepine, che in alcuni casi, spiega Vicari, «si trovano anche dentro casa, a portata di mano. Ed è per questo che suggeriamo alle famiglie di tenere i farmaci sotto chiave». Nel lungo elenco delle droghe delle quali è aumentato il consumo tra i giovanissimi, c’è l’ossicodone. Nel mirino dei dottori del Bambino Gesù infine, finiscono quelle che loro definiscono come «nuove dipendenze». Non solo «social network», con video-trappole che potrebbero spingere le giovani vittime a farsi del male o, peggio, a togliersi la vita, ma «anche gioco d’azzardo». L’ennesima frontiera del disagio giovanile.
Fonte: https://roma.repubblica.it/cronaca/2024/02/19/news/droga_adolescenti_roma_bambino_gesu-422165008/