14/05/2018
"Allora ho ascoltato le donne, innamorate o disamorate che fossero, di tutto lo spazio e di ogni tempo, la cui carne conosce il fuoco e il gelo, il cui spirito sa l'amore e il suo disincanto. Loro, con l'intelligenza del cuore che le chiama a farsi carico di ogni promessa di bellezza, a indirizzare lo sguardo verso tutto ciò che è vivo, tutte mi hanno risposto, generose o stanche, felici o frantumate, sempre hanno risposto, anche loro malgrado, perché sono condannate all'amore in ogni cellula, non possono farne a meno. Le donne sentono il tempo dal di dentro, quando spingono forte per dare alla luce: sentono, non per sentito dire come gli uomini, che la luce è una spinta di sangue e dolore, che per vivere bisogna far spazio, che amare è dare la vita a un altro, non prenderla. Della vita le donne non cercano la dimora, della vita si fanno dimora. La loro carne è il gomitolo che srotola con cura il fragile filo di ogni cosa vivente e ne tesse con pazienza l'intreccio mostrando, tra grovigli di dolore e di gioia, che la trama di ogni storia è nascere, non certo morire. E se la trama si sfilaccia sanno che l'amore ricuce lo strappo tra la felicità e la vita, perché solo l'amore permette alla vita di rinascere una e una volta ancora. La donna - si racconta in storie antiche - è stata fatta per ultima non per ripensamento tardivo, toppa al tessuto lacero delle cose, scarto di ciò che era già perfetto, ma perché solo alla fine di un'opera si giunge al suo compimento, perché solo alla fine l'artista scopre ciò che stava cercando, la vita che stava creando, proprio come accade a una madre quando guarda per la prima volta il suo bimbo appena spinto nella luce cruenta. Per questo mi sono rivolto alle donne, e a tutte quelle che ho incontrato ho chiesto il fatto più n**o di tutti: la verità sull'amore. E loro, da ogni parte della Storia e del tempo, mi hanno confidato la risposta con labbra sorridenti. O ancora sanguinanti". Alessandro D'Avenia in "Ogni storia è una storia d amore".