Claudio Costantini Osteopata

Claudio Costantini Osteopata Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Claudio Costantini Osteopata, Osteopata, Grottammare.

Questa pagina nasce per la diffusione di materiale di studio, ricerche e articoli relativi all'Osteopatia filtrate dalla mia interpretazione della disciplina stessa dopo 18 anni di lavoro.

09/10/2025

💥 OGGI LO PSOAS È A PROCESSO 💥

Accusato di iperlordosi, lombalgia, coxalgia, rigidità, stress e pure di “rovinarci la postura”.
Ma forse… è solo un muscolo frainteso.

⚖️ IL PROCESSO ALLO PSOAS
(Cronaca di un muscolo troppo spesso incolpato)

Aula del Tribunale del Corpo Umano, ore 9:00.
Un brusio riempie la sala. Tutti i muscoli sono presenti: il diaframma, il gluteo, il retto dell’addome, perfino la lingua (che non riesce a stare zitta).
E al centro, sul banco degli imputati… lo psoas.

👨‍⚖️ IL GIUDICE:
“Signor Psoas, lei è accusato di iperlordosi lombare, lombalgia cronica, dolore inguinale, coxalgia, eccesso di rigidità e cattiva postura.
Come si dichiara?”

💪 LO PSOAS (in piedi, tono calmo):

“Innocente, Vostro Onore. Ma esausto.
Io non sono il colpevole: sono il soccorritore del corpo.”
“Vengo dalle vertebre lombari e arrivo al femore, passando vicino a reni, visceri e diaframma.
Fletto l’anca, sostengo il bacino, stabilizzo la colonna.
Mi accusano di ti**re, ma io reagisco.
Quando il diaframma è bloccato dallo stress, io mi contraggo per tenerlo in equilibrio.
Quando il retto dell’addome è debole, io mi irrigidisco per compensare.
Quando i glutei dormono, io lavoro al posto loro.
E quando i visceri o la mandibola mandano tensioni anomale, io le assorbo.
Sono io che tengo insieme ciò che gli altri dimenticano di sostenere.”

Un mormorio corre tra i muscoli in aula.
Il giudice alza la mano per fare silenzio. Poi, con tono severo, dichiara: “Chiamiamo il testimone esperto: l’Osteopata.”

🧠 L’OSTEOPATA (salendo sul banco, con calma e un sorriso):
“Grazie, Vostro Onore.
Confermo quanto detto dallo psoas.
Nella mia pratica clinica, lo vedo ogni giorno accusato di dolori e rigidità di cui non è l’origine, ma solo la voce.
Lo psoas è un muscolo profondo e intelligente, in connessione diretta con il diaframma attraverso le fasce del pilastro mediale.
Ogni volta che il respiro si blocca o l’emozione resta sospesa, lui entra in difesa.
È collegato ai visceri addominali, ai reni, al pavimento pelvico e perfino all’occlusione mandibolare.
Quando il sistema perde armonia, lui tira il filo per non farlo crollare.
Non crea il dolore: lo manifesta.”

👨‍⚖️ IL GIUDICE:
“Quindi lei sostiene che non è colpevole?”

🧠 L’OSTEOPATA:
“Assolutamente.
Quando lo tratto, non faccio “rilassare un muscolo”:
ripristino il dialogo tra respiro, bacino e catene muscolari.
Lo psoas torna libero solo quando tutto il sistema torna a comunicare.
È un interprete, non un aggressore.”
Il giudice annuisce.
La corte ascolta in silenzio.
Lo psoas abbassa lo sguardo, stanco ma grato.

💪 LO PSOAS (sussurrando):
“Non tutto ciò che tira fa male, Vostro Onore.
A volte tiro… perché sto tenendo insieme tutto il resto.”

⚖️ VERDETTO DELLA CORTE

“Il muscolo psoas è dichiarato innocente.
È riconosciuto come elemento fondamentale dell’equilibrio posturale e viscerale.
D’ora in poi, va trattato con rispetto e ascolto profondo.”
Applausi in aula.
Il diaframma sospira.
Il gluteo medio promette di impegnarsi di più.

E l’Osteopata, con un sorriso, prende appunti nel suo taccuino invisibile: “Anche oggi, giustizia è stata fatta.”

👉 Se senti tensione nella parte anteriore delle anche, nella schiena o nel bacino, non sempre è colpa dello psoas:
a volte è solo un messaggero che chiede equilibrio.
Con l’osteopatia si può ristabilire il dialogo tra muscoli, respiro e postura.

Perché quando il corpo comunica, tutto torna al suo posto.

📍 Ricevo a Ferrara, Imola, Cesena, Padova e Bologna
📞 335 5884012

25/09/2025
17/06/2025
17/06/2025

Eccoci con una delle immagini più sottovalutate e affascinanti del piede umano: le linee di forza della cupola astragalica, viste da tre prospettive (superiore, mediale, laterale). E adesso.. mettiamoci sopra un bel post coinvolgente, didattico e “wow”. 😜

Il piede è un’opera di ingegneria (e di equilibrio) di rara bellezza. Se credi che l’astragalo sia solo “un ossicino del piede”, preparati a rivalutarlo. In questa immagine lo vedi come il centro di irradiazione delle forze meccaniche e tensionali che attraversano la volta plantare. Un vero fulcro architettonico, in grado di trasformare l’impatto col suolo in un movimento fluido, stabile, adattivo.

Cosa stai guardando?

Vista superiore: i vettori si allungano in tutte le direzioni, con una distribuzione centripeta. Nella vista mediale e laterale: le linee convergono sull’astragalo, evidenziando una trasmissione verticale e l'arco longitudinale.

Tradotto: l’astragalo riceve, trasmette e bilancia il peso del corpo. Ma attenzione:
non ha inserzioni muscolari! Sì, hai letto bene. È tenuto insieme solo da legamenti e da ciò che lo circonda.

E allora perché è così importante?

Perché è il “cervello meccanico” del piede: ogni movimento della tibia, del calcagno, del navicolare, è gestito da lui. Se l’astragalo è fuori sede, crolla l’arco, cambia il carico, il piede compensa e il corpo segue.

Ecco perché un’alterazione del piede può riflettersi su ginocchia, anche, rachide e persino mandibola (non è magia, è biomeccanica!).

Quindi colleghi, valutare il piede vuol dire guardare le tre dimensioni del carico e il comportamento del sistema astragalico. Occhio a rigidità, ipermobilità, inversioni persistenti, retrazioni tricipitali e disallineamenti del retropiede.

E per voi, persone assistite, se avete male alla schiena, alle ginocchia o alle anche… non escludete il piede. Quel piccolo snodo lì sotto può essere il problema (o la soluzione).

Ti è mai capitato di migliorare una lombalgia.. partendo dal piede?

Raccontalo nei commenti.
E se questo post ti ha fatto guardare il piede con occhi nuovi, tagga un collega o un amico che ne ha bisogno!

Per i curiosi, ecco una serie di approfondimenti relativi a questa zona del corpo!

https://educarefisio.com/2016/06/09/articolazione-sotto-astragalica/
https://educarefisio.com/2016/09/22/la-biomeccanica-della-caviglia/
https://educarefisio.com/2016/04/21/lastragalo-o-talo/

11/06/2025
08/06/2025

Il crocevia nascosto dell’inguine: muscoli, nervi, legamenti.. e un rischio che pochi conoscono! 🫢

Benvenuti nella zona più densa, intricata e strategicamente trascurata del nostro corpo: l’inguine profondo. Un passaggio obbligato per muscoli potenti, nervi delicatissimi, strutture vascolari vitali e.. vulnerabilità cliniche da manuale.

1. Un’anatomia a compartimenti

La regione è organizzata in due lacune principali delimitate dal legamento inguinale e dall’arco ileopettineo.

La lacuna musculorum (lateralmente): contiene il muscolo ileopsoas, il nervo femorale e il nervo cutaneo laterale del femore. È un punto di passaggio fondamentale per forza e mobilità, ma anche sede di sindromi da intrappolamento (come la meralgia parestesica).

La lacuna vasorum (medialmente): ospita l’arteria e la vena femorale, il ramo genitofemorale e i linfonodi (di Rosenmüller). È un’area ad alto rischio per ernie femorali, particolarmente frequenti nelle donne.

2. Muscoli e tendini: non solo potenza, ma precisione!

Il muscolo ileopsoas e il muscolo iliaco passano in stretta vicinanza al legamento inguinale e all’arco ileopettineo, rendendo ogni movimento di flessione dell’anca un gioco di millimetri.

La borsa ileopettinea può infiammarsi in condizioni di sovraccarico cronico (pensa a corridori e ballerini), generando dolore inguinale profondo spesso confuso con pubalgia.

3. Legamenti e forami: l’ordine tra forze e fragilità

Il legamento lacunare (Gimbernat) e il legamento pettineo (Cooper) stabilizzano la parete mediale dell’inguine, ma sono spesso coinvolti nella trasmissione di forze disfunzionali che si riflettono a livello pubico o pelvico.

L’anello femorale, pur piccolo, è la zona più debole del pavimento inguinale: da qui si sviluppano le ernie femorali, spesso silenziose fino alla complicazione.

4. Strutture nervose in equilibrio precario

Il nervo genitofemorale, il nervo femorale e il nervo cutaneo laterale del femore: tre nervi, tre storie cliniche diverse, tutte a rischio di irritazione o compressione durante manovre, interventi chirurgici, traumi o alterazioni posturali profonde.

L’irritazione del nervo cutaneo laterale del femore è alla base della meralgia parestesica, una neuropatia insidiosa con parestesie brucianti lungo la faccia laterale della coscia.

5. La clinica parla. Tu ascolti?

Dolore inguinale cronico? Non sempre è pubalgia.
Cedevolezza in appoggio? Controlla il tono e la funzione dell’ileopsoas.
Formicolii anteriori o laterali della coscia? Potresti dover pensare a una compressione nervosa sotto il legamento inguinale.
Gonfiore unilaterale improvviso all’inguine? Pensa all’ernia femorale strangolata.

Un messaggio per fisioterapisti e clinici

Se non conosci l’arcata ileopettinea, la lacuna musculorum, le fibre intercrurali, l’anello femorale.. stai valutando e trattando alla cieca.
Qui non si improvvisa. Qui si ascolta, si palpa, si ragiona.

Chiudiamo con un pensiero provocatorio.

Forse il dolore non viene dall’inguine. Ma se non lo esplori, potresti sbagliare tutto il resto.
Perché là dove passano forza, movimento e controllo.. passa anche la clinica più difficile da risolvere.

Vuoi davvero ignorare l’area più densa del corpo umano? Meglio farci pace.. e studiarla. 🤭

07/05/2025

Dolore alla spalla o al trapezio

Il diaframma è innervato dal nervo frenico (C3-C5), che condivide radici con il plesso brachiale. Se il diaframma è in sofferenza, il tuo sistema nervoso potrebbe percepire il dolore come proveniente dalla spalla, facendoti credere di avere un problema articolare.
# dolore spalla

04/05/2025

Guardala bene: sembra un’articolazione semplice, e invece è una sinfonia di strutture che lavorano all’unisono per permetterti di fare ogni gesto quotidiano, dal portarti il caffè alla bocca al fare un curl con bilanciere da 40 kg (o da 4, dai).

Ma cosa succede davvero sotto la pelle?

Tendine del bicipite: è il motore della flessione e della supinazione. Se è infiammato, ogni rotazione ti sembra una tortura.

Tendine del tricipite: estensore per eccellenza, lavora in opposizione al bicipite. Se sei rigido, lui è spesso il primo a urlare.

Legamento collaterale ulnare: lo scudo del gomito, fondamentale per la stabilità in movimenti laterali. Lo stressi di continuo se fai sport lanciati o se scrivi al PC con cattiva postura.

Legamento anulare del radio: tiene fermo il capitello radiale ma gli permette di ruotare. Senza di lui, non ruoti nemmeno una maniglia.

Corda obliqua: spesso ignorata, lavora in tandem con i muscoli per stabilizzare l’avambraccio.

Capsula articolare e borsa sinoviale olecranica: le grandi dimenticate finché non si infiammano… e allora sì che le senti!

E ora la domanda provocatoria: ti sei mai chiesto perché senti dolore al gomito quando il problema potrebbe arrivare… dalla spalla o dal polso?

Il gomito è un crocevia biomeccanico, un punto di passaggio delle tensioni generate a monte e a valle. E non puoi risolvere un dolore al gomito trattando solo il gomito.

Il consiglio del fisioterapista:

1. Valuta tutto l’arto superiore, non solo dove senti dolore.

2. Lavora su flessibilità e rinforzo in catena, non per compartimenti stagni.

3. Se il gomito grida, forse è perché qualcun altro ha smesso di parlare da tempo (spalla? scapola? colonna cervicale?).

Il tuo gomito non è solo uno snodo meccanico. È un direttore d’orchestra. E se lo ascolti bene… ti dice esattamente cosa non sta funzionando. 🤗

04/05/2025

Benvenuti al secondo episodio di “Commenta che ti passa: dove i tuoi commenti trasformano i nostri post” Buona lettura!

Viviamo in un’epoca in cui guardare in basso è diventato automatico: smartphone, laptop, tablet… la sindrome da testa avanzata (Forward Head Posture, FHP) è ovunque. Ma quanto incide davvero sulla salute cervicale?

Hai mai notato persone con il mento sporgente in avanti, le spalle arrotondate e il collo teso? Magari anche tu, senza rendertene conto, assumi questa postura mentre guardi lo schermo del telefono o lavori al computer.

Testa avanti, peso moltiplicato!

Lo sapevi che la tua testa pesa circa 5 kg? E ogni centimetro in avanti aumenta il carico percepito dalla colonna:

A 15°: il carico arriva a 12 kg
A 30°: 18 kg
A 45°: 22 kg
A 60°: 27 kg

Ma come dice giustamente Angelo Torri:
“Non solo testa in avanti, ma anche di lato, inclinata, ruotata… si vedono posture scorrette ovunque.”

E infatti la postura disallineata della testa comporta sovraccarichi asimmetrici, che generano compensi cervicali e tensioni croniche, come confermato da molti professionisti.

Questo concetto si collega direttamente alle forze di taglio asimmetriche che si creano sulla colonna cervicale. Le rotazioni e inclinazioni laterali, oltre a rendere l’immagine posturale “storta”, sono clinicamente correlate a squilibri del tono muscolare cervicale e a possibili irritazioni radicolari da compressioni meccaniche o da instabilità segmentarie.

Vuoi sapere le conseguenze della postura avanzata?

Dolore cervicale: muscoli come trapezio, SCOM e suboccipitali sono in tensione costante.

Mal di testa e vertigini: possibile compressione delle arterie vertebrali

Rigidità articolare: perdita della fisiologica lordosi cervicale.

Sovraccarico toracico, scapolare e disfunzioni respiratorie.

Doris Occhipinti lo ricorda spesso ai suoi allievi:

“La postura è tutto, anche se nel 2025 molti ancora la snobbano.”

Eppure, la FHP non è solo “un problema moderno”: già studi del secolo scorso collegavano le disfunzioni della colonna cervicale con alterazioni della pressione intracranica e dell’equilibrio autonomico. Solo che oggi la stiamo semplicemente… moltiplicando con ogni scroll!

Ma cosa dice la letteratura? Ecco una carrellata di revisioni sistematiche:

1. FHP e dolore cervicale

La FHP è associata a maggiore intensità di dolore e disabilità cervicale (Kim et al., 2019)

La revisione ha analizzato 15 studi e ha mostrato che, nei pazienti sintomatici, l’angolo cranio-vertebrale (CVA) ridotto è un predittore significativo di dolore cronico al collo.

2. Esercizi terapeutici e FHP

Gli esercizi correttivi migliorano CVA e riducono dolore cervicale (Kang et al., 2018)

Particolarmente efficaci si sono dimostrati gli esercizi di retrazione cervicale abbinati a training del trapezio inferiore e al controllo scapolare. Lavorare solo sul collo… spesso non basta!

3. FHP e propriocezione

Alterazioni nei limiti di stabilità e nell’equilibrio funzionale (Yoo et al., 2022)

Questo spiega perché in alcuni soggetti, soprattutto anziani o con disfunzioni vestibolari, una testa mal posizionata può contribuire a instabilità e aumentato rischio di cadute.

4. Esercizi per la sindrome crociata superiore

Migliorano FHP, spalle e cifosi toracica (Chen et al., 2023)

Il protocollo includeva esercizi globali di rieducazione posturale combinati con stretching degli anteriori e rinforzo dei muscoli scapolari profondi. Un approccio “a catena”, non solo “a tratti”.

5. Text Neck: definizione controversa, ma implicazioni reali

Le posture prolungate in flessione cervicale hanno effetti clinici (Scoping review)

Marcus Tidwell a questo punto ha sollevato un punto interessante:

“Non esistono prove definitive che colleghino FHP e dolore cervicale, e i termini “Postura scorretta” o “postura appropriata” sono discutibili.”

Hai ragione, Marcus. È importante evitare generalizzazioni e usare il linguaggio con attenzione. Tuttavia, come riportato, le revisioni sistematiche mostrano associazioni clinicamente rilevanti, soprattutto nei soggetti sintomatici.

Etichettare tutto come “spazzatura” rischia di escludere dati utili nella pratica clinica. Come sempre: il contesto è tutto.

Ma come darti torto? Il termine “postura scorretta” può essere fuorviante. È più corretto parlare di “postura sostenuta nel tempo senza variazione” che, in soggetti predisposti, può contribuire all’insorgenza di dolore. La postura, insomma, non è buona o cattiva in sé… ma può diventare un problema se diventa l’unica disponibile.

E se il dolore cervicale causa anche altro?

Manuela Beltrame chiede: “Cosa fare se in posizione sdraiata, col capo sostenuto, si avverte mancamento? Potrebbe essere legato alla sindrome?”

Ottima osservazione. In alcuni casi, la compressione o tensione a livello cervicale può alterare la propriocezione o il flusso vertebro-basilare. È fondamentale un’accurata valutazione clinica per escludere cause vascolari o neurologiche e impostare un piano adattato.

La “drop attack” o il senso di mancamento da posizione supina con testa iperestesa è descritto anche in letteratura come possibile segnale di insufficienza vertebrobasilare o instabilità craniocervicale. Attenzione quindi: non sempre è solo una questione muscolare.

Come intervenire quindi su questa condizione “in avanti”?

Educazione posturale

Consapevolezza corporea (biofeedback, specchi, retrazione del mento)

Esercizi mirati: rinforzo dei flessori profondi cervicali, trapezio medio/inferiore

Ergonomia personalizzata

Anche un semplice cuscino ergonomico o la regolazione dello schermo possono cambiare la giornata. E se sei un fisioterapista… dai un’occhiata anche a test come il Cranio-Cervical Flexion Test per oggettivare il lavoro.

Momento interattivo: prova ora!

Fermati un secondo e fai questi tre check:

1. Dove si trova il tuo mento? Sporge in avanti o è in asse con il collo?

2. Le tue spalle sono rilassate o stanno cercando di diventare orecchie?

3. Lo sguardo è dritto all’orizzonte… o puntato giù verso uno schermo?

Se hai risposto “sì” a uno di questi, è il momento perfetto per iniziare a correggere dolcemente, ma con costanza.

La postura non è tutto. Ma è una parte importante del tutto. E come disse un lettore: “Continuate a scavare quella buca, amici!”

E noi lo facciamo, insieme a voi.

Se ti è piaciuto questo aggiornamento, salva il post, commenta e condividilo.

E se vuoi rileggerlo con ironia: ecco la versione “Patologie Spiritose” dedicata al Text Neck:

https://educarefisio.com/2024/12/14/text-neck/

13/03/2024

🎽”Vincere quella medaglia mi ha danneggiata fisicamente e mentalmente, non credo di poter tornare indietro. Mi chiedo anche se ne sia valsa la pena o se mi porterò dietro i traumi per il resto della mia vita. Sono una brava atleta, ma il modo in cui ho vinto la mia medaglia è stato frutto di una preparazione così meticolosa e organizzata che mi ha tenuto impegnata in ogni singolo elemento della mia vita per 10 anni. Questo tra le altre cose ha comportato la raccolta di dati sul sonno, l’analisi della variabilità della frequenza cardiaca, dover pesare il cibo e me stessa ogni mattina. Non andavo mai bene, così diceva la bilancia, e per tre mesi ero costretta a morire di fame. Mi svegliavo nel cuore della notte e correvo a bere un bicchiere d’acqua, non potevo fare altro perché stavo cercando di perdere peso. Questo non significa che non abbia avuto momenti di gioia, ma sono stati troppi i vincoli ai quali mi sono sottoposta per tanti anni. Li descriverei come comportamenti malsani. E viverli per molto tempo non mi ha fatto bene»

Holly Bradshaw

Indirizzo

Grottammare
63066

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00

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