27/08/2025
Ascensore pieno, risonanza magnetica, stanza senza finestre: il cuore accelera, il respiro si fa corto, l’unico pensiero è “uscire subito”. La claustrofobia è una fobia specifica: non è “debolezza”, ma un disturbo d’ansia con sintomi reali (tachicardia, sudorazione, vertigini, fino all’attacco di panico) e con un forte impatto sulla vita quotidiana.
Quanto è frequente? Le fobie specifiche toccano una quota significativa della popolazione nell’arco della vita, e gli spazi chiusi sono tra i trigger più comuni (ascensori, tunnel, aerei, sale diagnostiche come la RM). Il problema non è “il chiuso” in sé, ma ciò che temiamo possa accadere lì (perdita di controllo, impossibilità di fuggire).
La buona notizia: si cura. Il trattamento di prima scelta è la terapia cognitivo-comportamentale con esposizione graduale (dal meno al più temuto), spesso affiancata da tecniche di respirazione e gestione dell’ansia; in alcuni casi si valutano farmaci.
E la risonanza magnetica? È uno degli scenari più comuni in cui la claustrofobia può diventare un ostacolo: non pochi pazienti arrivano a interrompere l’esame. Per questo, adottiamo soluzioni mirate per rendere l’esperienza più serena: utilizziamo apparecchiature con tubo più largo e più corto, esami dalla durata ridotta, e mettiamo a disposizione un campanello d’allarme sempre in mano al paziente. La comunicazione con il tecnico è costante, si può ascoltare musica o indossare cuffie, e nei casi necessari è possibile ricorrere a una sedazione lieve, sempre sotto attenta supervisione clinica.
Quando chiedere aiuto? Se eviti luoghi o procedure mediche, se i sintomi durano da mesi e limitano le tue attività, una valutazione specialistica può fare la differenza. In Sanitalia Medical Care offriamo percorsi personalizzati, coordinati tra psicologia/psichiatria e diagnostica, per affrontare la paura in sicurezza e tornare a fare ciò che conta. Parlane con noi: il primo passo è già uno spazio che si riapre.