20/04/2024
13 aprile 2024: una data che per noi è significativa in quanto esattamente 18 anni fa, il 13 aprile 2006, l'Hospice di Grumo Appula veniva aperto al pubblico. Ebbene sì: siamo maggiorenni! Costretto ad una temporanea inabilità, non potevo esimermi dal dedicare un pensiero a quella che, tra inevitabili alti e bassi è stata, e continua ad essere, una bella storia. Una storia fatta di dedizione, attaccamento, sensibilità, senso di appartenenza, attenzione ai bisogni di ammalati e loro familiari e, perché no, di sacrificio, anche sul piano personale. Tante cose sono cambiate rispetto a 18 anni fa, tante storie si sono concatenate nel corso di questi lunghi anni, tanti compagni di viaggio (consentitemi di citare Teresa Ugenti, Valeria Zotti, Antonia Vitucci, Domenica Focarazzo, Ida Gjiergij, Vito Fasiello, Francesca Romito, Giovanni Peragine, gli infermieri ed OSS succedutisi sin dall'inaugurazione, ecc.) hanno legittimamente, per motivi diversi, scelto di proseguire il loro percorso professionale su altre strade: rimane però la traccia di esperienze, vissuti, contributi che ognuno di noi ha lasciato in ogni momento di questo viaggio che abbiamo percorso insieme. Nel frattempo la vita è andata avanti: abbiamo accumulato competenze e saperi, condiviso gioie e soddisfazioni: mentre le nostre famiglie crescevano con noi, abbiamo percorso insieme le tappe di un cammino che non sempre è stato lineare, ha prodotto anche sofferenze, timori e, perché no, qualche volta anche rabbia. Nel frattempo, in questi 18 anni, il mondo è cambiato, anche quello della Sanità: stiamo vivendo un momento di rifondazione e profonda riorganizzazione dei servizi, in particolare di quelli territoriali, sotto l'egida della governance aziendale e regionale. I processi tendono, sia pure a fatica, alla semplificazione, allo snellimento di procedure amministrative talora incompatibili con i tempi e i bisogni che caratterizzano il setting palliativo, sia domiciliare che residenziale: ciò richiede tanta pazienza o, come si dice oggi, resilienza, quella che negli anni, credo di poter dire, ogni componente dell' equipe dell'Hospice di Grumo Appula, indipendentemente dal proprio profilo professionale, ha dimostrato di possedere in quantità industriali. Sempre oggi scorrono i ricordi di tanti episodi, di tanti ammalati, dei loro familiari, un succedersi di narrazioni, le piccole e grandi storie che ci hanno visto protagonisti, che ci hanno coinvolto anche emotivamente, senza però mai inficiare il nostro primo obiettivo: perseguire qualità e assicurare la indispensabile professionalità nell'intervento assistenziale e terapeutico: il prendersi cura, per l'appunto. Nelle "storie" dei nostri assistito abbiamo investito risorse fisiche e psichiche, nell'impegno continuo, quotidiano, ad alleviare sofferenze e patimenti dei nostri ospiti. Certo, non tutto è andato come speravamo e desideravamo: quante volte abbiamo dovuto condividere, tra di noi, il senso di impotenza o la frustrazione per il fatto di non essere percepiti come volevamo, anche da parte del contesto ambientale e sociale nel quale operiamo. Tuttavia sento di poter dire, e credo che questo mio pensiero sia condiviso, che alla resa dei conti abbiamo la coscienza a posto: il nostro senso del dovere, di infermieri ed OSS in primis, è stato un elemento qualificante, forte, che ci ha permesso di tenere la barra dritta, anche quando intorno a noi sembrava approssimarsi qualche tempesta: senza retorica, questo aspetto è motivo di orgoglio per tutti noi!!! Attualmente, quanto meno sul piano meramente numerico in relazione alla dotazione di posti letto, fatto salvo il problema della componente medica al momento carente per situazioni contingenti, l'equipe è a posto: non è un dato da considerarsi scontato, visti i tempi. Ma non basta: è tanto più importante avvalersi di una piena dotazione organica quanto più si condivide un progetto, un sistema di lavoro, una mission. Sia pure temporaneamente "lontano", mi permetto di esortare e sollecitare con forza questo processo di integrazione: un lavoro continuo, che non procede a salti, ma richiede pazienza e impegno quotidiani e che produce effetti positivi innanzi tutto sull'attività lavorativa, ed in subordine sul nostro benessere esistenziale, personale, familiare, un fattore cruciale per professionisti che operano in un settore così delicato. Per chiudere, riprendo una suggestione iniziale: la storia dell'Hospice di Grumo Appula è, al netto di tutto, una bella storia: è stata, e continua ad essere, un'esperienza di vita, prima che di lavoro. Nessun componente della nostra equipe potrebbe percepirsi pienamente come essere cogente bypassando o, peggio, scotomizzando questa esperienza, in nome della quale sento di auspicare per l'Hospice di Grumo Appula, il proseguimento di un'impresa, perseguendo l'obiettivo di coniugare al meglio mission e finalità della struttura, benessere organizzativo e l'indispensabile serenità professionale e personale: se queste condizioni saranno soddisfatte, il futuro dell'Hospice sarà assicurato sia in termini di continuità temporale che per qualità dell'offerta. Grazie a tutti coloro che ci supportano e ci seguono con interesse e attenzione.