Dott.ssa Maria Guarino Mediatore familiare

Dott.ssa Maria Guarino Mediatore familiare Il ruolo del mediatore è quello di portare i genitori a trovare da sé le basi di un accordo durevole,tenendo conto dei bisogni dell'intero nucleo familiare

La Dott.ssa Maria Guarino ha conseguito la laurea specialistica in organizzazione e gestione dei servizi sociali e politiche sociali, presso l'Università di Napoli, Federico II. Ha conseguito il master in " Mediazione familiare-sistemica" presso ISPPREF di Caserta.

18/05/2025

Può sembrare un paradosso, quello di tenersi per mano mentre ci si sta separando: se cominciassimo però dalle parole, appunto, e se (tanto più dove ci sono anche i figli) sostituissimo “separazione” con “trasformazione”?

L'idea che “stare insieme per i figli” sia sempre un gesto protettivo e altruistico è una delle distorsioni più comuni. ...
23/03/2025

L'idea che “stare insieme per i figli” sia sempre un gesto protettivo e altruistico è una delle distorsioni più comuni. Spesso usata come scusa quando un genitore non vuole assumersi il rischio e le responsabilità di ciò che comporterà la separazione. Il figlio è usato come ulteriore parafulmini per un'autonomia mai raggiunta. Ma anche prendendo la genuinità di questa frase, ammettendo che non ci si separi per "il bene dei figli", bisogna considerare che quando una coppia permane in una relazione insoddisfacente, carica di tensioni, conflitti silenziosi o apertamente espressi, rischia di trasmettere ai figli modelli affettivi disfunzionali.

La famiglia è il primo contesto in cui i bambini apprendono cosa significa amare, essere amati e stare in relazione. Una coppia infelice, anche se formalmente "unita", può veicolare un messaggio ambivalente: l’amore è un sacrificio privo di autenticità, l’intimità è compromesso sterile, il legame è un dovere piuttosto che una scelta libera.

In questo quadro, i figli non imparano tanto dalle parole quanto dalle dinamiche relazionali che osservano e interiorizzano. Crescere in un clima emotivamente impoverito o cronicamente teso può compromettere la loro capacità futura di costruire legami sani, basati su fiducia, autenticità e reciprocità. Paradossalmente, quindi, l’illusione di "salvare" i figli mantenendo l'unità familiare può invece esporli a una confusione affettiva che li accompagnerà per tutta la vita (o quasi).

"Lasciarsi per i figli" non significa banalizzare la separazione, ma riconoscere che talvolta è più sano interrompere una relazione disfunzionale piuttosto che farne uno scenario quotidiano. La verità relazionale, anche se dolorosa, è meno dannosa. Ciò che farebbe davvero la differenza è che la convivenza o la separazione che sia, avvenga in un clima di rispetto e responsabilità condivisa, in modo da garantire ai figli buoni modelli oltre che una base sicura.

Scommettiamo che sono in tanti che avrebbero preferito vedere i propri genitori separati piuttosto che vivere in un clima tossico... usati come parafulmine e che, purtroppo, portano sulle spalle il peso di colpe che non hanno. ❤️

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31/07/2024

1. Non confondere il conflitto con la violenza. Il conflitto lo usi per affrontare l’ostacolo, la violenza per eliminare chi ti ostacola.
2. Utilizza il conflitto come antidoto alla violenza
Se hai imparato a saper gestire i momenti di crisi e di contrarietà non avrai motivo di ricorrere alla violenza, né contro gli altri né contro te stesso.
3. Non cercare il colpevole
È la forma più arcaica e primitiva di affrontare il conflitto che rischia di portarti unicamente al rancore e alla vergogna.
4. Impara a so-stare nel conflitto
È meglio che cercare subito la soluzione. Il conflitto nasconde tante informazioni che puoi esplorare. Il conflitto provoca tante emozioni che puoi saper riconoscere e rispettare.
5. Impara a comunicare e ascoltare
Anche in presenza di contrasti, leggi il conflitto non come minaccia ma come occasione di cambiamento. Così puoi sviluppare la tua competenza conflittuale.
6. Usa la domanda maieutica
Rappresenta una forma molto efficace di comunicazione: crea interesse reciproco e ti permette di cogliere i punti di vista altrui.
7. Prenditi cura dei tuoi tasti dolenti, saranno tuoi alleati!
Nei conflitti avrai capito che emergono le tue emozioni e i tuoi dolori infantili. Prenditene cura, per sviluppare la necessaria capacità di capire te stesso e gli altri.
8. Educa bene
Dove c’è violenza c’è anche cattiva educazione. Educare bene è la base della vita come il cibo, riguarda tutti, anche te. Impegnati per avere scuole di qualità e perché i genitori non siano lasciati soli nella crescita dei figli.
9. Aiuta i bambini a litigare bene
Nei litigi infantili evita di cercare il colpevole o imporre la soluzione. Sostieni i bambini a comunicare e a darsi le reciproche versioni dei fatti. In questo modo faciliti la loro ricerca di accordi possibili.

27/07/2024

Nelle famiglie dove i genitori sono in conflitto, i bambini si sentono responsabili dei problemi familiari e anche di quello che accade.
I modi in cui i bambini cercano di “salvare” le loro famiglie sono tre: rendersi invisibili, diventare monelli o essere bravi.

- Rendersi invisibili significa non chiedere mai nulla, non avere esigenze, evitare preoccupazioni ai genitori. La sofferenza personale di questi bambini/adulti è essere intorpiditi, non sentire niente.

- Essere monelli significa essere ribelli. Il capro espiatorio, punto focale delle sofferenze della famiglia. I genitori si chiedono "cosa faremo di lei/lui?” invece di chiedersi "cosa faremo del nostro matrimonio?".
La rabbia copre il dolore.

- Essere bravi significa essere vincenti nel mondo esterno. Sembrare felici e brillanti serve a coprire la paura e la rabbia.

Apparire felici diventa più importante che sentirsi felici. Ricordatevi sempre che i figli vi guardano. Abbiate sempre parole significative per spiegare ciò che accade e che c'è sempre una soluzione proattiva.
Dott. Salvo Noè psicologo/ psicoterapeuta
Mediatore familiare

27/07/2024

Nelle famiglie dove i genitori sono in conflitto, i bambini si sentono responsabili dei problemi familiari e anche di quello che accade.
I modi in cui i bambini cercano di “salvare” le loro famiglie sono tre: rendersi invisibili, diventare monelli o essere bravi.

- Rendersi invisibili significa non chiedere mai nulla, non avere esigenze, evitare preoccupazioni ai genitori. La sofferenza personale di questi bambini/adulti è essere intorpiditi, non sentire niente.

- Essere monelli significa essere ribelli. Il capro espiatorio, punto focale delle sofferenze della famiglia. I genitori si chiedono "cosa faremo di lei/lui?” invece di chiedersi "cosa faremo del nostro matrimonio?".
La rabbia copre il dolore.

- Essere bravi significa essere vincenti nel mondo esterno. Sembrare felici e brillanti serve a coprire la paura e la rabbia.

Apparire felici diventa più importante che sentirsi felici. Ricordatevi sempre che i figli vi guardano. Abbiate sempre parole significative per spiegare ciò che accade e che c'è sempre una soluzione proattiva.
Dott. Salvo Noè psicologo - psicoterapeuta
Mediatore familiare

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