10/11/2021
"Immaginiamo due zebre. Stanno mangiando l'erba in una radura; il maschio cerca di insidiare la sua compagna e sono rilassati e tranquilli. Un fisiologo direbbe che il sistema nervoso autonomo parasimpatico è estremamente attivo e favorisce la digestione, le fasi iniziali dell'accoppiamento, il rilassamento muscolare e, con esso, la respirazione e il battito cardiaco lenti. Il corpo non spreca energie inutili, assimila, digerisce, si accresce.
All'improvviso spunta un leone. Se le zebre continuassero a brucare l'erba in piena tranquillità il leone, verosimilmente, le mangerebbe entrambe. La natura non vuole arrendersi così facilmente ed ecco che scatta una condizione fisiologica del tutto diversa dalla prima. All'inizio parte una reazione di allerta. Il primo rumore o odore insolito fanno sì che l'animale passi dallo stato di rilassamento a una condizione di improvvisa attenzione. Gli organi sensoriali si attivano per captare tutti i segnali potenzialmente pericolosi. Le pupille si dilatano per cogliere tutti i possibili segnali visivi, anche quelli più periferici. Nel reagire così, le cose possono apparire un pò strane e deformate, ma ci si può salvare la vita. L'olfatto ricerca informazioni minute e, per fare questo, è necessario respirare molto. Questa attenzione, in parte, si dirige anche sugli organi interni e sul loro funzionamento e in tali condizioni non ha senso continuare a mangiare o tentare di accoppiarsi. Se poi lo stato di allerta rientra, tutto ritorna alla quiete. Se invece la presenza della minaccia è confermata, la condizione di allerta si trasforma in una condizione di allarme. a questo punto scatta una reazione simile alla sopravvivenza, ma molto impegnativa sul piano fisico. Il corpo si prepara ad aggredire o a fuggire dallo stimolo minaccioso. Per aggredire o fuggire occorrerà avere i muscoli pronti a scattare. La tensione estrema nei muscoli porta a tremori che possono manifestarsi con scosse fini o grossolane.
I muscoli e il cervello usano zuccheri e ossigeno. Lo stato di allarme porta, quindi, a complesse alterazioni ormonali. Uno dei risultati di tali alterazioni è un rapido aumento della glicemia, che rende disponibile molto zucchero e interrompe il bisogno di mangiare. Per aumentare lo zucchero nel sangue e, soprattutto, eliminare l'anidride carbonica in eccesso, niente di meglio che respirare molto più di quanto sia necessario al momento. Se immediatamente, o quasi, si passa all'azione, l'ossigeno è utile e viene consumato. Anzi nelle reazioni estremamente violente si va addirittura in debito di ossigeno.
Se invece la reazione di ansia viene vissuta senza passare all'azione, queste alterazioni inducono sintomi molto strani e preoccupanti.
Respirando molto più del necessario ci si sente, infatti, come ubriachi, estranei alla propria persona, tutto attorno sembra strano e alterato nelle forme e nelle proporzioni. Possono comparire vertigini, brividi, formicolii attorno alle labbra e alle estremità, anche i suoni sembrano alterati.
Per far sì che quest'ossigeno sia disponibile per muscoli e per cervello, il cuore batte molto rapidamente e la pressione aumenta. La percezione della tachicardia è più che giustificata, se poi si passa all'azione. Può essere molto preoccupante se qualsiasi azione è inibita. Sempre per mantenere questo stato di attenzione è utile trattenere liquidi e per questo interviene l'ormone antidiuretico (ADH) che ha anche altre funzioni indirette.
Ci si può domandare allora perchè, di solito quando abbiamo paura, sentiamo così spesso il bisogno di andare al gabinetto. Anche per chiarire questo punto, ci viene in aiuto la metafora delle zebre. L'ADH riduce l'eliminazione dell'acqua attraverso i reni. L'urina già presente in vescica, però non può essere riassorbita. In caso di fuga costituisce una zavorra. L'impulso di eliminare quanto presente in vescica, così come avviene per le feci, alleggerisce una zebra di molti chili.
Nello stato dall'allarme è indispensabile ragionare molto rapidamente, per trovare soluzioni a situazioni tanto minacciose. Seguendo la metafora delle zebre, s'impone di decidere se scappare o colpire il leone con calci.
Nella vita degli esseri umani le decisioni sono molto più complesse e, spesso, si vivono momenti di ansia in stati di completo blocco comportamentale.
Il ragionamento, in questi casi, corre senza freni, mentre il paziente è bloccato o si blocca."