Dottoressa Daniela Giunta Psicoterapeuta

Dottoressa Daniela Giunta Psicoterapeuta Dirigente Psicologo presso il CSM dell' ASP Ragusa, Psicoterapeuta sistemico-relazionale, sessuologa, Operatrice di training autogeno.

08/10/2025
24/08/2025

La notizia della ventinovenne statunitense che si è tolta la vita dopo mesi di confidenze a un “terapista” AI chiamato Harry ha riacceso il dibattito: l’intelligenza […]

10/08/2025
06/08/2025

I feedback delle persone durante il relazionarsi sono molto importanti.
I feedback spesso ci sorprendono, sia in positivo che in negativo. Dagli altri ci ritornano aspetti di noi, di cui magari non abbiamo molta o piena consapevolezza. Allora le nostre reazioni possono essere varie, accogliere con piacere le restituzioni oppure prenderne le distanze. Può infatti capitare che ciò che ci ritorna ci lasci turbati. E questo può spingerci a riflettere sul fatto che noi non siamo mai uguali a noi stessi.
Che ciò che ci accade muove e smuove, e chi ci è attorno si accorge di ciò che malamente proviamo a celare o di cui non abbiamo piena consapevolezza.
Ecco l'importanza dell'io in relazione.

03/08/2025

Riflettevo su quanto una persona che, durante una discussione o un litigio, decide di non ferire l'altro, usandogli contro le sue debolezze, le sue ferite, stia portando rispetto non solo verso l'altro ma anche verso se stessa nel non diventare meschina e cattiva, scegliendo di non ferire sapendo che potrebbe fare tanto male.
D.sa Daniela Giunta

02/08/2025

DECIDERE È UN ATTO DI SEPARAZIONE

Non è una scelta.
È un taglio.
Un addio.

Quando decidi davvero, qualcosa muore.
Un’abitudine.
Un legame che non regge più.
Un pezzo della tua identità
che non ti assomiglia da tempo.

E non c’è niente di romantico nel farlo.
Fa male.
A volte ti sembra di stare sbagliando tutto.
Perché la mente grida: “Torna indietro!”
Ma il corpo…
il corpo lo sa che è l’unico modo
per restare vivo.

Ci sono decisioni che non ti rendono felice.
Ti rendono intero.
Che non portano subito luce.
Ma almeno smettono
di farti tremare le mani ogni sera.

Tagli.
Non per ferire.
Ma per non sanguinare più.

Tagli.
Perché non sei nato per restare in ginocchio davanti a un passato che non ti guarda più.

Decidere è come strapparsi la pelle cucita addosso da altri.
È restare nudi.
Veri.
Anche se fa freddo.
Anche se fa paura.

E poi succede.
Dopo giorni di silenzio,
di dubbi,
di notti intere a guardare il soffitto
come se fosse un giudice:
succede.

Qualcosa respira.
Dentro.
Una voce più antica del dolore.
Una parte di te che non chiedeva vendetta,
ma verità.

Perché non c’è futuro senza un addio.
E certe rinascite
non hanno profumo di fiori,
ma odore di pelle bruciata.

Eppure sono le più vere.
Quelle che ti lasciano sporco di coraggio.
E finalmente tuo.

27/07/2025

I traumi psicologici non rendono più forti, ma più vulnerabili, hanno un impatto significativo sul sistema nervoso e possono portare ad alterazioni funzionali del cervello ed avere conseguenze psicologiche a lungo termine:

1. Alterazioni Neurochimiche: Il trauma può causare cambiamenti nella neurochimica cerebrale, inclusa la disfunzione dei neurotrasmettitori come serotonina, dopamina e norepinefrina. Questi cambiamenti possono influenzare l'umore, l'ansia e la capacità di gestione dello stress (Yehuda, 2002).

2. Iperattività del Sistema Limbico: L'iperattività dell'amigdala, una parte del sistema limbico coinvolta nella risposta alla paura, è comunemente osservata in persone che hanno subito traumi. Questa iperattività può portare a una reazione esagerata agli stimoli stressanti (Shin et al., 2006).

3. Atrofia dell'Ippocampo: Studi hanno dimostrato che il trauma può causare una riduzione del volume dell'ippocampo, una regione del cervello cruciale per la memoria e la regolazione dello stress (Bremner et al., 1995).

4. Alterazioni nell'Asse HPA (Ipotalamo-Ipofisi-Surrene): Il trauma può disregolare l'asse HPA, che è fondamentale nella risposta allo stress. Questa disfunzione può portare a livelli anormali di cortisolo, l'ormone dello stress, che è associato a una serie di problemi fisici e mentali (Heim et al., 2000).

Fra le Conseguenze Psicologiche a Lungo Termine ci sono :
1. Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD): Una delle conseguenze più comuni dei traumi è il PTSD, caratterizzato da sintomi come flashback, evitamento di stimoli associati al trauma e ipervigilanza (American Psychiatric Association, 2013).

2. Depressione: I traumi possono aumentare il rischio di sviluppare depressione, caratterizzata da sentimenti persistenti di tristezza, perdita di interesse in attività piacevoli e alterazioni nel sonno e nell'appetito (Kessler, 2000).

3. Ansia: I traumi possono portare a disturbi d'ansia, inclusi attacchi di panico e fobie specifiche, che possono compromettere significativamente la qualità della vita (Brewin et al., 2000).

4. Disregolazione Emotiva: Le persone che hanno subito traumi possono sperimentare difficoltà nel regolare le proprie emozioni, con conseguenti esplosioni di rabbia, irritabilità e difficoltà a gestire le emozioni negative (Van der Kolk, 2006).

5. Disturbi Dissociativi: I traumi possono portare a disturbi dissociativi, che includono amnesie dissociative, depersonalizzazione e disturbo dissociativo dell'identità (Putnam, 1997).

6. Problemi Relazionali: I traumi possono influenzare negativamente le relazioni interpersonali, portando a difficoltà di fiducia, isolamento sociale e problemi nelle relazioni intime (Riggs et al., 1998).

Fonti
1. Yehuda, R. (2002). Post-traumatic stress disorder. *New England Journal of Medicine*, 346(2), 108-114.
2. Shin, L. M., & Liberzon, I. (2006). The neurocircuitry of fear, stress, and anxiety disorders. *Neuropsychopharmacology*, 31(1), 201-225.
3. Bremner, J. D., Randall, P., Scott, T. M., et al. (1995). MRI-based measurement of hippocampal volume in patients with combat-related posttraumatic stress disorder. *American Journal of Psychiatry*, 152(7), 973-981.
4. Heim, C., Newport, D. J., Bonsall, R., et al. (2001). Altered pituitary-adrenal axis responses to provocative challenge tests in adult survivors of childhood abuse. *American Journal of Psychiatry*, 158(4), 575-581.
5. American Psychiatric Association. (2013). *Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5th ed.)*.
6. Kessler, R. C. (2000). Posttraumatic stress disorder: the burden to the individual and to society. *Journal of Clinical Psychiatry*.
7. Brewin, C. R., Andrews, B., & Valentine, J. D. (2000). Meta-analysis of risk factors for posttraumatic stress disorder in trauma-exposed adults. *Journal of Consulting and Clinical Psychology*, 68(5), 748.
8. Van der Kolk, B. A. (2006). Clinical implications of neuroscience research in PTSD. *Annals of the New York Academy of Sciences*, 1071(1), 277-293.
9. Putnam, F. W. (1997). *Dissociation in children and adolescents: A developmental perspective*. Guilford Press.
10. Riggs, D. S., Byrne, C. A., Weathers, F. W., & Litz, B. T. (1998). The quality of the intimate relationships of male Vietnam veterans: Problems associated with posttraumatic stress disorder. *Journal of Traumatic Stress*, 11(1), 87-101.

26/07/2025

Una persona è un processo fluido, non un’entità fissa e statica; un fiume fluente di cambiamento, non un blocco di materiale solido; una costellazione continua di potenzialità, non una quantità fissa di tratti.
La vita piena è dunque un processo, non uno stato. E’ una direzione, non una destinazione.
Se accetto l’altra persona come qualcosa di rigido, di già diagnosticato e classificato, di già formato dal suo passato, contribuisco a confermare questa ipotesi limitata.
Se l’accetto come un processo di divenire, contribuisco, invece, al limite delle mie possibilità, a confermare e a rendere reali le sue potenzialità.
Tutti abbiamo paura di cambiare. Una delle ragioni principali della resistenza a comprendere, è la paura del cambiamento: se veramente mi permetto di capire un’altra persona, posso essere anch’io cambiato da quanto comprendo.
Le persone sono altrettanto meravigliose quanto i tramonti se io li lascio essere ciò che sono.
In realtà, la ragione per cui forse possiamo veramente apprezzare un tramonto è che non possiamo controllarlo.
Quando osservo un tramonto non mi capita di dire: “Addolcire un po’ l’arancione sull’angolo destro, mettere un po’ più di rosso porpora alla base, ed usare tinte più rosa per il colore delle nuvole”.
Non tento di controllare un tramonto. Ammiro con soggezione il suo dispiegarsi.
Apportiamo un aiuto profondo solo quando nella relazione rischiamo noi stessi come persone, quando sperimentiamo l’altro come una persona con i suoi diritti: solo allora ha luogo un incontro ad una profondità tale da dissolvere il dolore della solitudine in entrambi.
La compagnia gentile e sensibile offerta da una persona empatica fornisce un campo di illuminazione e guarigione.

(Carl Rogers)

Immagine: Opera di Chema Madoz

08/07/2025

Indirizzo

Ispica
97014

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 00:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 19:00

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un pò di me

Mi chiamo Daniela, ho 44 anni, sono madre di Alessandro, 19 anni, e di Francesco, 5 anni. Sono una psicologa e una psicoterapeuta sistemico relazionale. Mi sono laureata all’Università degli studi di Palermo il 17 gennaio 2006, con una tesi con la cattedra di Psicologia Giuridica dal Titolo “Donna e Assassina. Aspetti psicologici e giuridici dell’omicidio al femminile”. Ho svolto l’anno di tirocinio post laurea tra il DSM ambulatoriale e il Consultorio Familiare, esperienze importanti, la seconda molto più formativa della prima per la varietà di ambiti in cui il consultorio opera e si muove. Durante questo periodo frequento un corso di alta formazione in “Counselling e mediazione familiare” e successivamente mi iscrivo ad un corso in Sessuologia clinica e psicologia della coppia a Roma, organizzato dal CIS (centro italiano di sessuologia di Bologna) ed in collaborazione con l’AIS (accademia italiana di sessuologia di Roma). Dopo l’abilitazione alla professione di psicologa, presa nell’ottobre del 2007 con la relativa iscrizione al mio albo di competenza, l’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, con nr 4319/A, ho iniziato a muovermi in ambito lavorativo. Ho iniziato con il presentare dei progetti nelle scuole secondarie. Ho iniziato a lavoricchiare come docentie in corsi di formazione aziendali e nei progetti PON attivati nelle scuole. Finalmente, nel 2008, una scuola, anzi la mia scuola superiore, mi approva un progetto per occuparmi di uno sportello di ascolto. ho iniziato con 40 ore in un intero anno scolastico.... che sono raddoppiate e triplicate negli anni a seguire. Nel frattempo, nel 2009, decido di iniziare la scuola di psicoterapia. Ritorno a studiare a Palermo, scelgo l’Accademia di Psicoterapia Familiare: 5 anni di formazione.... 5 anni di km viaggiati e diversi letti in cui ho dormito. un gruppo di colleghi che si formano e che intrecciano, negli anni di formazione, le loro vite e con cui rimane un legame affettivo seppur segnato dalla distanza fisica. Durante gli anni di formazione come psicoterapeuta ho svolto l’attività di tirocinio presso il Servizio di Psicologia misurandomi con l’attività clinica, consapevole di dover apprendere tanto, di sbagliare in alcuni casi, ma con una rete di protezione su cui potermi muovere e appoggiare. Gli anni di lavoro a scuola, con i ragazzi e gli insegnati, mi formano molto. Girare per le classi, poter ascoltare ciò che hanno da dire, aiutar loro e gli adulti a provare a mettersi nei panni dell’altro, mi hanno permesso di crescere come professionista e come persona (oltre che aiutarmi a pagare gli studi!!!). Nel 2013 decido di iniziare l’attività privata, apro (finalmente!) lo studio. I primi mesi passano senza grandi successi.... ma piano piano, grazie agli invii, grazie alle occasioni per potermi fare conoscere: girare per gli studi medici e presentarmi ai medici di base, essere chiamata per tenere delle conferenze nelle scuole, negli asili, essere ospite in alcuni programmi televisivi di una tv locale, inizio ad avere i primi riscontri. Ovviamente (ma poi tanto avvio non é!) pur avendo aperto lo studio la mia formazione personale non finisce. decido di iscrivermi ad un corso di Training Autogeno, dopo averlo sperimentato personalmente come tecnica per gestire lo stress. Mi formo ed inizio a presentarlo come attività presso una palestra della mia città. Nel frattempo, dopo la laurea, ho partecipato a diversi concorsi banditi dalla ASP più vicine alla mia città e nel 2018, precisamente il 24 dicembre 2018, mi viene comunicato di essere stata selezionata per un progetto per un contratto di 8 mesi presso il SERT. sono stati 8 mesi in cui si faceva prevenzione a scuola e sul territorio della mia provincia, attraverso una unità mobile ci si spostava per i vari comuni a fare prevenzione sul consumo di sostanze alcoliche, psicoattive e sul gioco d’azzardo. una gran bella esperienza che ancora di più mi fa appassionare al mio lavoro e mi fa credere fortemente nel forte impatto che la psicologia può avere nella prevenzione e nella promozione del benessere psicologico. Questa convinzione, insieme ad un evento tragico che mi ha scosso fortemente, è ciò che mi ha portato, nel luglio 2017, a riunire alcune colleghe e a dare vita alla nostra associazione Il Gruppo Archè (abbiamo anche una pagina FB se volete darci uno sguardo), di cui sono presidente, oltre che socia fondatrice. L’associazione in questi anni si è mossa sul territorio per promuovere la cultura della prevenzione dei comportamenti a rischio in età adolescenziale. abbiamo lavorato nelle scuole, nelle autoscuole, abbiamo collaborato con le forze dell’ordine e con le autorità che amministrano le città, convinte del ruolo importante che ognuno svolge nella società e nell’impegno che può mettere, per ciò che gli compete, per migliorarla.

tutto questo l’ho potuto fare grazie al sostegno della mia famiglia, la mia famiglia d’origine, la mia famiglia attuale, i miei figli..... amo profondamente il mio lavoro, dentro la stanza di terapia e fuori, e sono consapevole di quanto possa davvero migliorare le condizioni di vita di tutti, proprio perchè la psicologia è una materia trasversale a molti ambiti e se solo avesse le possibilità di esplicarsi potrebbe, in alcuni settori, fare la differenza.

tra le mie passioni vi è il canto, che ha anche una funzione terapeutica, mi rilassa e mi carica allo stesso tempo....