16/02/2024
Alla Sardegna servono i grandi progetti, non nuove servitù.
Assistiamo ormai da mesi all'assalto della speculazione energetica. Una serie infinita di progetti di pale eoliche, che parrebbero incontrastabili, poiché le solite ..."esigenze superiori" hanno imposto decisioni calate dall'alto che semplificano le VIA trasformandole da severo strumento di controllo a mero assenso amministrativo e esautorando la Sardegna dalla possibilità di influenzare decisioni che riguardano il suo territorio, dove incidono in maniera impattante.
Un vero e proprio attentato all'Autonomia Sarda, un commissariamento delle nostre istituzioni che quindi non possono fare nulla di fronte all'assalto di speculatori senza scrupoli. Noi tutti siamo favorevoli alle nuove fonti energetiche green, ma con criterio e buonsenso, valutando bene i modi e definendo anche i vantaggi per la nostra terra.
Pro e contro che devono essere ben valutati anche riguardo un altro progetto assai impattante, quello dell'Einstein Telescope di Lula. Un'infrastruttura che è stata presentata in termini eccessivamente entusiastici, e già ciò deve sollevare più di un sospetto.
Si è parlato di 36 mila nuovi posti di lavoro. E qui già la prima distorsione della realtà. Il sito dell'istituto nazionale di fisica parla di 4.016 posti di lavoro. E il progetto analogo nei Paesi Bassi prevede invece soli 1.300 occupati. Un balletto di cifre che potrebbe essere stato creato ad hoc per ingolosire spegnendo la capacità critica dei sardi. Che non sono stati informati del fatto che presumibilmente tali maestranze devono essere altamente specializzate e dunque non saranno in larga parte sarde.
In più occorre valutare gli enormi vincoli che tale struttura porterà nel raggio di 25 chilometri. La legge 41/2003 con l'articolo 47 comma 9 ha imposto il parere vincolante del governo per una serie di attività "rumorose" nei comuni limitrofi a Lula (tra cui Padru, Alà, Buddusò) che renderanno non più possibili ad esempio l'apertura di cave di marmo e granito, la lavorazione di tali pietre, persino la costruzione di strade e ferrovie e la produzione di energia elettrica.
Il motivo del provvedimento è ovvio: il telescopio per onde gravitazionali ha bisogno di silenzio assoluto e le popolazioni che vivono intorno dovranno garantirlo!
E tali vincoli non dovrebbero essere gli unici. A Cascina, in provincia di Pisa, è in funzione dal 2017 il Virgo Telescope, un analogo sistema, ma più piccolo di un terzo. Dopo alcuni anni sono stati richiesti ulteriori vincoli rispetto a quelli iniziali, andando a vietare addirittura i concerti in piazza e le installazioni di fotovoltaico sui tetti.
Veniamo poi all'incredibile sviluppo promesso per il territorio. A Cascina, dopo ben sedici incrementi demografici consecutivi dal 2000 al 2017, dall'entrata in funzione del telescopio, si è invertita la tendenza: la cittadina ha iniziato a perdere abitanti ogni anno, e ben 200 famiglie sono mancate dal 2017 al 2020.
I motivi potrebbero essere molteplici, ma siamo ben lontani dall'incremento economico e quindi demografico promesso. È assai probabile che gli enormi vincoli imposti abbiamo al contrario peggiorato le condizioni di vita della cittadinanza.
È il rischio che quindi corre Lula e con lei altri 19 comuni attorno a Sos enatos, una comunità complessiva di circa 100.000 abitanti. Bisogna evitare dunque di farsi coinvolgere dall'entusiasmo creato ad hoc dai mass media e dai diretti portatori di interessi e valutare bene vantaggi e svantaggi dei grandi progetti.
Vale per l'Einstein Telescope, vale per i grandi stabilimenti di energie rinnovabili, vale per qualsiasi altra proposta calata dall'alto. L'anello al naso non lo abbiamo più, dimostriamolo!