nederlandse gids sardinië

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06/05/2024

Il fallimento di Solinas in una sola immagine! La salute dei sardi va oltre le ideologie e le parti politiche! Più della metà del bilancio della Regione Autonoma della Sardegna copre le spese sanitarie, che noi sardi, a differenza degli italiani delle altre regioni, ci paghiamo di tasca al 100%.

Questa è la priorità assoluta! Non c'è altro tempo da perdere....

16/02/2024

Alla Sardegna servono i grandi progetti, non nuove servitù.

Assistiamo ormai da mesi all'assalto della speculazione energetica. Una serie infinita di progetti di pale eoliche, che parrebbero incontrastabili, poiché le solite ..."esigenze superiori" hanno imposto decisioni calate dall'alto che semplificano le VIA trasformandole da severo strumento di controllo a mero assenso amministrativo e esautorando la Sardegna dalla possibilità di influenzare decisioni che riguardano il suo territorio, dove incidono in maniera impattante.

Un vero e proprio attentato all'Autonomia Sarda, un commissariamento delle nostre istituzioni che quindi non possono fare nulla di fronte all'assalto di speculatori senza scrupoli. Noi tutti siamo favorevoli alle nuove fonti energetiche green, ma con criterio e buonsenso, valutando bene i modi e definendo anche i vantaggi per la nostra terra.

Pro e contro che devono essere ben valutati anche riguardo un altro progetto assai impattante, quello dell'Einstein Telescope di Lula. Un'infrastruttura che è stata presentata in termini eccessivamente entusiastici, e già ciò deve sollevare più di un sospetto.

Si è parlato di 36 mila nuovi posti di lavoro. E qui già la prima distorsione della realtà. Il sito dell'istituto nazionale di fisica parla di 4.016 posti di lavoro. E il progetto analogo nei Paesi Bassi prevede invece soli 1.300 occupati. Un balletto di cifre che potrebbe essere stato creato ad hoc per ingolosire spegnendo la capacità critica dei sardi. Che non sono stati informati del fatto che presumibilmente tali maestranze devono essere altamente specializzate e dunque non saranno in larga parte sarde.

In più occorre valutare gli enormi vincoli che tale struttura porterà nel raggio di 25 chilometri. La legge 41/2003 con l'articolo 47 comma 9 ha imposto il parere vincolante del governo per una serie di attività "rumorose" nei comuni limitrofi a Lula (tra cui Padru, Alà, Buddusò) che renderanno non più possibili ad esempio l'apertura di cave di marmo e granito, la lavorazione di tali pietre, persino la costruzione di strade e ferrovie e la produzione di energia elettrica.

Il motivo del provvedimento è ovvio: il telescopio per onde gravitazionali ha bisogno di silenzio assoluto e le popolazioni che vivono intorno dovranno garantirlo!

E tali vincoli non dovrebbero essere gli unici. A Cascina, in provincia di Pisa, è in funzione dal 2017 il Virgo Telescope, un analogo sistema, ma più piccolo di un terzo. Dopo alcuni anni sono stati richiesti ulteriori vincoli rispetto a quelli iniziali, andando a vietare addirittura i concerti in piazza e le installazioni di fotovoltaico sui tetti.

Veniamo poi all'incredibile sviluppo promesso per il territorio. A Cascina, dopo ben sedici incrementi demografici consecutivi dal 2000 al 2017, dall'entrata in funzione del telescopio, si è invertita la tendenza: la cittadina ha iniziato a perdere abitanti ogni anno, e ben 200 famiglie sono mancate dal 2017 al 2020.

I motivi potrebbero essere molteplici, ma siamo ben lontani dall'incremento economico e quindi demografico promesso. È assai probabile che gli enormi vincoli imposti abbiamo al contrario peggiorato le condizioni di vita della cittadinanza.

È il rischio che quindi corre Lula e con lei altri 19 comuni attorno a Sos enatos, una comunità complessiva di circa 100.000 abitanti. Bisogna evitare dunque di farsi coinvolgere dall'entusiasmo creato ad hoc dai mass media e dai diretti portatori di interessi e valutare bene vantaggi e svantaggi dei grandi progetti.

Vale per l'Einstein Telescope, vale per i grandi stabilimenti di energie rinnovabili, vale per qualsiasi altra proposta calata dall'alto. L'anello al naso non lo abbiamo più, dimostriamolo!

13/02/2024

Il mondo delle campagne proprio in questi giorni è in subbuglio, con una protesta diffusa in tutta Europa ma che da noi in Sardegna stenta a decollare. Al di là di alcune motivazioni non condivisibili - la farina di grillo a 72 euro al chilo non crea alcun pericolo alla produzione agricola - l'impressione è che davvero il settore agricolo sia gestito a livello europeo in maniera superficiale.

Le politiche di sviluppo sono basate su alcune misure discutibili che dovrebbero invece essere riviste. Ma trattasi di vertenze a livello più ampio che andrebbero portate su altri tavoli.

La Sardegna dovrebbe a questi tavoli portare proposte concrete. Sarebbe auspicabile ad esempio un sistema di finanziamenti e agevolazioni più mirato, che chieda espressamente come risultato un incremento effettivo della produzione agricola. Proventi a pioggia incrementano solo le partite iva, con conseguente proliferazione di aziende di piccolissima dimensione incapaci di reggere i mercati. Con sistema degli aiuti occorre inoltre influenzare la scelta delle singole produzioni guidandole verso quelle più adatte e remunerative. Per fare ciò è fondamentale armonizzare le funzioni dei vari enti regionali a supporto, che spesso sono indefinite, si accavallano e creano confusione e burocrazia.

A contorno: creare un brand unico, stile "Made in Sardinia", per le produzioni tipiche, da valorizzare e fare conoscere in tutto il mondo; stimolare la reale produzione, renderne prioritari consumo e vendita nelle mense scolastiche, nella grande distribuzione, nel sistema horeca; stabilire marchi di qualità e disciplinari rigidi per le filiere di maggior valore e potenzialità; recuperare le vecchie colture e le specie autoctone e creare da ciò dei prodotti di nicchia capaci di aggredire efficacemente i mercati.

13/02/2024

La sanità che non funziona è uno dei problemi più sentiti ed impattanti tra tutti. Non che in passato il settore in Sardegna brillasse particolarmente ma il peggioramento degli ultimi dieci anni è evidente e innegabile.

Il tutto nonostante il legislatore, sia a livello italiano che sardo, proprio negli ultimi due decenni abbia dato notevoli attenzioni al comparto della salute pubblica, portando avanti riforme più ideologiche che di reale efficacia.

Innanzitutto occorre evitare questi disastrosi interventi. Il numero chiuso nelle facoltà di medicina, stabilito dal Governo D'Alema nel 1999, generando il blocco degli effetti di liberalizzazione della Legge Codignola, in vigore dal 1969, ha sancito un collo di bottiglia troppo netto e perentorio all'accesso alla professione. Primo di una serie di ostacoli enormi per chi vuol diventare medico. Con il provvedimento cosiddetto "Quota 100", deciso dal governo Conte nel 2019, sono andati in pensione anticipata ben 7.225 medici.

Il risultato a valle è una carenza ormai cronica e preoccupante di personale specializzato.

Basterebbe che i politici allontanassero le loro attenzioni morbose dal comparto per vedere dunque migliorare i servizi.

A contorno di ciò, occorre: migliorare l'allocazione delle risorse finanziarie, evitando gli sprechi, e recuperando così risorse per migliorare le prestazioni per il cittadino; potenziare le strutture territoriali a supporto dei nosocomi, che saranno in tal modo decongestionati; migliorare e rendere più automatizzate le procedure di prenotazione e di disdetta delle prestazioni sanitarie; creare nelle grandi città poli sanitari che evitino la dispersione nel centro abitato delle funzioni e dei servizi, e il pendolarismo di pazienti e personale sanitario.

Visto che la Sardegna è l'unica regione che paga di tasca propria l'intera spesa sanitaria, oltre a rivedere in via definitiva il meccanismo degli accantonamenti - oggetto di un ricorso del governatore Cappellacci, poi colpevolmente ritirato da Pigliaru - è necessario istituire una cabina di regia tra Stato e Regione Autonoma Sarda con finalità consultiva e decisionale. Se paghiamo di tasca nostra il servizio sanitario, giusto avere voce in capitolo in posizione paritetica con lo Stato riguardo i provvedimenti che lo riguardano!

Occorre chiedere ciò con fermezza, anche perché all'orizzonte - salvo ulteriori proroghe - ci sono i nuovi tariffari per la specialistica ambulatoriale, a regime dal 1 aprile prossimo. Che potrebbero portare al blocco delle prestazioni private e quindi all'esplosione delle già lunghissime liste d'attesa.

La sanità dovrà dunque essere il primo fascicolo sul tavolo del nuovo governatore sardo.

08/02/2024

Dalla cultura si mangia! Sfatiamo il mito che vedeva in termini negativi l'investimento in cultura. A Su nuraxi di Barumini nel 2022 hanno registrato ben 124 mila presenze. A Monte prama sono state 133 mila. E numeri di poco inferiori li fanno il parco nuragico di La prisgiona ad Arzachena e le rovine di Nora a P**a. Il museo archeologico di Cagliari si attesta sulle 60.000 presenza circa all'anno, mentre il MAN di Nuoro supera abbondantemente le 30 mila visite annue.

Bisogna investire in cultura perchè alla gente la cultura piace. Oltre a rendere fruibili tutti i complessi nuragici della Sardegna, che spesso sono abbandonati tra erbacce, rovi e mancanza di sentieristica di accesso, bisogna ampliare l'offerta culturale per i sardi e i tanti visitatori forestieri.

Occore ad esempio valorizzare il circuito dell'architettura romanica, che si sviluppò in epoca giudicale in Sardegna, di cui abbiamo ancora decine e decine di testimonianze sparse per l'intera isola!

Bisogna dare valore alle espressioni musicali tipiche della Sardegna, quali i tenores, sos cantos a chiterra, lu cantu a tasgia, e tanti altri, estendendo gli ambiti in cui oggi sono relegati, e diffondendone in maniera più pregiata e nobile la conoscenza. La musica sarda deve entrare nei teatri e nei luoghi eleganti della cultura come succede con la stagione lirica.

Fondamentale poi avviare un progetto massivo di digitalizzazione degli archivi storici dei comuni e di quelli parrocchiali, incentivando in tal modo la ricerca storica e la produzione editoriale derivante, che crea un indotto economico considerevole. Come anche la pubblicazione di tutto il patrimonio letterario in lingua sarda e la sua conseguente diffusione tramite le biblioteche locali, che devono diventare istituzioni promotrici di eventi culturali di nicchia.

Bisogna puntare inoltre sui grandi eventi culturali, quelli che vengono riconosciuti a livello internazionale e che portano lustro alla Sardegna.

Tantissime cose si posso fare nel settore della cultura, ma bisogna partire da alcuni punti fermi e poi nel tempo estendere gli ambiti di intervento. L'importante che la cultura non venga trascurata mai!

03/02/2024

È del 2023 la notizia della preferenza da parte della Regione per il modello Baleari per i voli aerei. Trattasi di una decisione frutto di impazienza giustificata da anni e anni di dibattiti sul metodo calzante alla Sardegna. Il modello aereo deve essere infatti non una calata di un sistema adatto per gli altri, ma un adattamento del sistema alle peculiarità di ogni territorio.

Se oggi è difficilissimo ve**re in Sardegna, col modello Baleari si arriverebbe ad una bulimia di arrivi. Si stima che nei prossimi anni 2 miliardi di persone, sugli 8 che vivono sulla terra, faranno turismo. Viaggeranno per diletto. Si manifesterà quindi il problema dell'overtourism. Avvisaglie di questo turismo senza indotto le abbiamo avute anche in zona, visto che San Teodoro ha dovuto mettere il numero chiuso in alcune spiagge. E a Olbia, dove non si trovano più case in affitto. Bisogna evitare assolutamente che diventi un modello di turismo. E il modello Baleari spinge verso questo.

Come spesso accade non esiste una soluzione unitaria, ma bisogna affidarsi ad un mix di farmaci. Innanzitutto occorre incrementare la dotazione di finanziamento pubblico. In Sardegna troppo bassa. In Corsica si spende una cifra pari a 250 euro per abitante, nelle Baleari 180, in Sardegna non si superano i 25. Inoltre occorre limitare le rigidità europee sugli aiuti di stato adottando per le isole il principio agevolativo dell'insularità e il trattato europeo sulle regioni insulari. Non si può prevedere per le isole, che hanno handicap naturali e strutturali, lo stesso criterio della libera concorrenza. Gli isolani farebbero la fine del topo. Quindi più elasticità di criteri dall'Europa.

Inoltre sarebbe opportuno adottare un sistema misto Baleari-Corsica, con il primo però abilmente adattato ad un turismo sardo che non vuol essere assolutamente di massa. Basta trovare il giusto equilibrio nel rimborso da dare al viaggiatore sul costo del biglietto, variarlo a seconda della categoria sociale. Occorre dunque un lavoro di calibrazione dell'aiuto. Il sistema misto prevede dunque una libera concorrenza nei mesi estivi, con rimborsi dati direttamente al viaggiatore. E un sistema di monopolio invernale, come in Corsica, con oneri di servizio dati all'unica compagnia che garantisce tratte continue, basato su una società a partecipazione regionale, forse meglio se pluriregionale (Sardegna, Sicilia, e se possibile Corsica, magari dell'interno Mediterraneo) che opera in regime di appalto e quindi in concorrenza a monte con eventuali attori privati.

Riguardo il settore marittimo, le regole e le restrizioni europee sugli aiuti di stato alle compagnie sono finalizzati a stabilire la libera concorrenza e quindi il moltiplicarsi dei vettori marittimi. In Sardegna ciò non è avvenuto, occorre dunque che l'Europa riveda le normative che non hanno portato quello per il quale esse erano nate! Un rimedio che non cura il problema dev'essere cambiato!

03/02/2024

Proprio questi giorni assistiamo al razionamento dell'uso dell'acqua a causa dell'incredibile mancanza di eventi piovosi.

È da anni ormai che si assiste ad un autunno secco, a un inverno non sufficientemente piovoso. Il clima sta cambiando. Solamente la fortuna di una primavera che ultimamente ha portato precipitazioni copiose ci ha salvato dal disastro. Fortunata ho scritto, perché potrebbe anche non capitare che ci salvi una primavera bagnata.

Quest'anno stiamo rischiando grosso. I bacini sono vuoti, già a febbraio. E tra qualche mese subiremo l'assalto degli milioni di turisti.

Di fronte a questa situazione davvero inquietante ci si deve chiedere: si può nel terzo millennio basare i propri destini sull'alzare gli occhi al cielo per sperare che piova? Può una civiltà che si reputa moderna ed evoluta programmare il settore agricolo, quello turistico ma anche la vita quotidiana sull'aleatorietà del piovere o non piovere?

Ovviamente no, nella nostra era tecnologica è totalmente anacronistico. In Spagna lo hanno capito e da più di un decennio hanno sviluppato un sistema integrato di quasi 800 DISSALATORI. Trasformano dunque l'acqua del mare in acqua dolce. Ne producono ben 5 milioni di metri cubi al giorno.

In Sardegna ne abbiamo solo uno, ad uso esclusivamente industriale, negli stabilimenti della Saras, che produce solamente 12.000 metri cubi al giorno.

Si dovevano investire i proventi del PNRR - occasione unica - in questo ambito vitale. Invece di spenderli in progetti anche importanti ma non prioritari come questo, o in cose inutili e banali: campi di padel, ippodromi, il museo del giocattolo, la valorizzazione della briscola!!!

Se è ancora possibile rimodulare il PNRR la nuova amministrazione regionale dovrà indirizzare i fondi verso un sistema integrato di dissalatori che renda meno impattante per i Sardi la mancanza cronica di precipitazioni.

Se non sarà possibile, bisognerà trovare altri fondi e operare convintamente verso questa direzione. Peraltro le nuove tecnologie di osmosi inversa rendono meno impattante sull'ambiente il procedimento industriale e anche la salamoia che si crea come prodotto di scarto può essere usato per altri usi senza che aumenti invece la salinità dello specchio di mare circostante.

Occorrono politici svegli, con visione sul futuro, lungimiranti. Altrimenti per il mondo delle campagne, per il turismo ma per tantissimi altri ambiti la sete sarà il veleno mortale. Con la mancanza d'acqua rischiamo davvero la desertificazione della nostra amata isola. Non bisogna perdere più tempo!

29/01/2024

OLBIA. Quattro presone, rimaste coinvolte in un incidente stradale, sono state trasportate al Pronto Soccorso di Olbia in seguito alle ferite riportate in uno scontro avvenuto tra due auto una Mini e una Bmw. il sinistro è avvenuto prima dell’alba sulla strada statale 127 nei pressi del bivio per...

29/01/2024

Impegno politico e sociale, esclusivamente a favore dei Sardi e della loro patria! Ama la Sardegna p

29/01/2024

L'ambito turistico è strategico e necessità della massima attenzione, in Sardegna in generale ma più in particolare nel Nord-Est. Non bisogna farsi prendere dalla smania ossessiva del rincorrere tutte le fette di mercato, bisogna puntare assolutamente sul turismo d'élite, evitando di "riminizzare" la Sardegna. Se nonostante la feroce concorrenza di nuove località turistiche del Mediterraneo, il turismo sardo ha retto l'urto mentre appunto località come Rimini hanno subito nel 2023 pesanti contraccolpi, significa che il turismo di massa è la peggior deriva.

Occorre ricercare le varie forme di turismo di nicchia per ridurne la stagionalità ed estendere quindi i flussi turistici ad almeno dieci mesi l'anno. Sardegna al centro propopone inoltre di trasformare l'odiata imposta di soggiorno in imposta di sbarco: più entrate, costo pro capite inferiore, procedura più snella, distribuzione più equa senza che nessuna comunità ci rimetta; destinazione - per norma espressa - dei proventi a progetti di abbellimento e valorizzazione dei centri abitati sardi.

Fondamentale poi il potenziamento delle componenti naturalistiche simbolo: Monte Pinu di Olbia non ha mai visto un progetto serio di valorizzazione ambientale e turistica. Idem dicasi per la catena dei Monti di Alà e del Limbara. Ed è un passo importante aprirsi a forme atipiche di turismo adatte al territorio montano.

Tra le altre cose poi bisogna: far nascere la figura dell'Operatore turistico di montagna; recuperare anche per uso turistico stazzi, cuiles, pinnetas, furriadrojos, lollas; incentivare il ripristino della tecnica costruttiva in ládiris nel sud dell'isola.

31/10/2017

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