Dott.ssa Nicoletta Agostinelli - Psicologa, Psicoterapeuta

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Dott.ssa Nicoletta Agostinelli - Psicologa, Psicoterapeuta Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.

18/03/2024

Da oggi fino al 31 maggio é possibile fare richiesta per il bonus psicologico, un contributo economico per usufruire di percorsi di psicoterapia. 🧠👥

19/02/2024

📣 Aggiornamenti Importanti sul Bonus Psicologo 2023! 🧠❤

L'INPS ha annunciato tramite la Circolare n.34 del 15/02/2024 i dettagli per accedere al Bonus Psicologo per l'anno 2023, con fondi stanziati per 10 milioni di euro!

🔹 Periodo di Presentazione Domande:
Dal 18 marzo al 31 maggio 2024, è possibile presentare la domanda per accedere a questo contributo vitale per la tua salute mentale.

🔹 Requisiti per i Beneficiari: Residenza in Italia - Valore ISEE fino a 50.000 euro

🔸 Soglie di Contributo in base all'ISEE:
ISEE < 15.000€: fino a 1.500€ (50€ a seduta)
ISEE tra 15.000€ e 30.000€: fino a 1.000€ (50€ a seduta)
ISEE tra 30.000€ e 50.000€: fino a 500€ (50€ a seduta)

📅 Tempistiche per l'Utilizzo: Dopo l'approvazione, hai 270 giorni per utilizzare il Bonus attraverso il codice univoco ricevuto, per le tue sessioni di psicoterapia.

🔹 Leggi tutti dettagli nella circolare qui: https://bit.ly/3HZe0p0

Il mio ultimo articolo per Wamily 💕
10/02/2024

Il mio ultimo articolo per Wamily 💕

Sapere come lodare i bambini non è affatto scontato: complimenti esagerati o poco sinceri potrebbero risultare addirittura controproducenti

Appena completato il corso di aggiornamento sul Metodo Gottman per la terapia di coppia 💞 Questo percorso formativo mi h...
12/11/2023

Appena completato il corso di aggiornamento sul Metodo Gottman per la terapia di coppia 💞
Questo percorso formativo mi ha arricchito di nuovi strumenti per aiutare le coppie a costruire relazioni più forti e significative. Il metodo Gottman, basato su anni di ricerca scientifica, offre strumenti pratici ed efficaci per migliorare la comunicazione, gestire i conflitti e rafforzare l'intimità.

"Quando sei in difficoltá il mondo si ferma e io mi metto in ascolto. Tu per me hai la prioritá." ❤

https://www.gottman.com/

07/08/2023

Se siete in vacanza o state per andare in vacanza o siete in dubbio se prendervi o meno una pausa, ricordate che …
…Certo che si soffre per raggiungere i propri obiettivi, che la sofferenza è intrinseca alla vita, che va accettata in quanto tale, elaborata e bla bla bla.
Però finiamola con questa retorica che soffrire rende migliori.
Piantiamola con la solfa che idealizza il sacrificio.
Sarà che ho staccato coi pazienti e la pausa estiva - più lunga di quella invernale - mi fa soffermare sulle tante strade lungo le quali mi concedono di accompagnarli.
Sarà pure che sto un po' invecchiando, che la verve dei 25 anni lascia il posto ai capelli bianchi, a qualche perdita, a qualche lutto che si accumula.
Ma soffrire fa schifo.
La sofferenza in quanto tale non ha mai reso migliore nessuno.
Altrimenti per far stare meglio i pazienti dovrei aiutarli a soffrire di più, non di meno.
I pazienti non migliorano perché soffrono.
Le persone stanno meglio quando sentono la vicinanza, la consolazione.
Stanno meglio quando iniziano a sperare, perché è sulla speranza che si fonda l'immaginazione e su questa la possibilità di costruire.
Queste sono le cose che rendono le persone migliori.
Più libere, più vicine a se stesse, più consapevoli della propria storia e del proprio ruolo nell'esistenza.
Le persone stanno bene quando hanno più possibilità.
E la sofferenza è la castrazione della possibilità.
La sofferenza farà sempre parte dell'esistenza perché non avremo mai il pieno controllo sul caso, sui genitori che ci partoriscono, sulle macchine che ci investono, sulle malattie che ci affliggono - noi o le persone che amiamo.
E per questo la sofferenza va raccontata, per poterla accettare, elaborare, farne parte della storia.
Ma dobbiamo piantarla di considerare l'esistenza come qualcosa da vivere come un moto perenne, altrimenti il primo momento di vuoto - di vacanza - non saremo in grado di tollerare la vera essenza dell'esistenza.
Non fare niente, e scegliere di andarlo a fare dove ci pare a noi.

Nel mio ultimo articolo per Wamily ho scritto di un tema a me caro: il burnout genitoriale. Siamo ogni giorno circondati...
01/06/2023

Nel mio ultimo articolo per Wamily ho scritto di un tema a me caro: il burnout genitoriale. Siamo ogni giorno circondati di consigli per diventare il genitore perfetto ma che impatto ha sulla nostra salute mentale?

Fare i genitori è un’esperienza meravigliosa ma talvolta può rivelarsi anche profondamente frustrante

Il mio ultimo articolo per Wamily 👇🏼💞🧠
12/04/2023

Il mio ultimo articolo per Wamily 👇🏼💞🧠

La comunicazione tra bimbi e genitori inizia ben prima della parola e benché si tratti di un rapporto fatto di sguardi, sorrisi e versetti, questo primo...

19/12/2022

Ho sempre pensato che la psicoterapia fosse un vettore di speranza.
La speranza non è ottimismo, non è felicità, non è sorrisi stucchevoli o casette di pan di zenzero, la parola "speranza" ha l'etimo che rimanda alla possibilità e al tendere verso una meta. A un percorso, un cammino. Non è qualcosa che giunge, è qualcosa che si coltiva, ogni giorno.
Il contrario di speranza non è pessimismo, ma cronicità, che è viaggiare senza meta, è l'incastro di un percorso che non è percorso, ma solo eterno ritorno dell'uguale. E' Chronos che divora i suoi figli.
"Usa al meglio quello che hai", mi hanno insegnato, e forse è l'insegnamento profondo che più segna ogni giorno il mio lavoro come terapeuta. Non restare su quello che non c'è, guarda quello che c'è per immaginare quello che ci potrà essere.
La possibilità, la speranza.
La terapia.

09/09/2022

: Cesare Pavese e l'amore come dovrebbe essere.

A tutti i miei maturandi 💪🏻❤️
28/06/2022

A tutti i miei maturandi 💪🏻❤️

Sessione di esami = circoli viziosi disfunzionali.

Dedicato a S., che ogni giorno lotta coi mille pensieri che le affollano la mente e che le rendono tanto faticoso portare avanti i suoi progetti.

Non sei sola ❤️

Parola d'ordine: sintonizzazione."Comprendere quel bisogno potrebbe portarci a considerare che alcune nostre intenzioni ...
01/06/2022

Parola d'ordine: sintonizzazione.

"Comprendere quel bisogno potrebbe portarci a considerare che alcune nostre intenzioni potrebbero non essere tradotte in azioni, in quanto non “sintonizzate” col bisogno del bambino, bensì mosse solo dal nostro bisogno di adulti. "

Il bacio sulla bocca ai bambini: perché è un tema tanto divisivo?
E’ evidente che il tema del bacio sulla bocca ai bambini è un tema che ha “acceso” i lettori e provocato reazioni molto intense. I motivi per cui ho affermato che non lo ritengo una buona pratica tra genitori e figli sono stati già ampiamenti spiegati nel relativo post, pubblicato ieri. Penso che questo sia uno di quei temi che sfida noi adulti in molti modi, non consentendoci di trovare una posizione comune. C’è chi non segue più la mia pagina, dopo il post di ieri, e chi invece, proprio dopo il post di ieri, ha cominciato a seguirla. Io trovo che il vero valore del post di ieri sia consistito nell’accendere una riflessione tra noi adulti. Come si stabiliscono i confini nella relazione con un figlio? Che significato do io a quello che accade con mio/a figlio/a e che significato è in grado di dare lui/lei a ciò che io gli propongo, essendo il suo genitore? Io sono partito da un dato di fatto: i bambini hanno bisogno di comprendere come definire i confini corporei e la loro inviolabilità. Questa competenza non la possono acquisire da soli: deve essere insegnata dagli adulti. Alcune azioni degli adulti sono però confusive per i bambini. Ricordo che in un laboratorio svolto a scuola con i bambini, proprio su questo tema, alla fine dell’incontro, un bambino ha alzato la mano e ha detto così: “Ora ho compreso che cosa non mi va giù, tutte le volte che mia mamma mi dice “Dai un bacio allo zio, che ti vuole tanto bene!”. Me lo dice sempre, quando lo zio viene a trovarci. Io mi alzo e lo vado a baciare. Ma il suo fiato puzza terribilmente. Però io non ho il coraggio di dire a quello zio che non ho voglia di baciarlo. E ogni volta lo bacio.”. Questa testimonianza è avvenuta al termine di un laboratorio sulla prevenzione degli abusi all’infanzia. E’ chiaro che questo bambino non stava parlando di un abuso e che nessun adulto, coinvolto nella situazione descritta, vuole il suo male. Ma è anche chiaro, in questa situazione, che il bambino si trova a fare qualcosa che non vorrebbe fare e per cui vorrebbe essere capace di dire di no. E che questa consapevolezza l’ha acquisita solo quando altri adulti gliel’ hanno messa a disposizione. E’ importante, come genitori, porci la domandai: “Come insegno a mio figlio a dire no, in tutte quelle situazioni che riguardano gesti relativi al suo corpo, in cui il suo consenso dovrebbe essere un consenso informato?”. Se ci poniamo questa domanda, le nostre parole e i nostri gesti saranno profondamente sintonizzati sul bisogno del nostro bambino. Un bisogno che magari lui – il bambino – nemmeno sa di avare ma del quale deve diventare consapevole. Comprendere quel bisogno potrebbe portarci a considerare che alcune nostre intenzioni potrebbero non essere tradotte in azioni, in quanto non “sintonizzate” col bisogno del bambino, bensì mosse solo dal nostro bisogno di adulti. Ascoltando il racconto di quel bambino a scuola, mi è stato molto chiaro che la mamma e lo zio di quel bambino avevano intenzioni apparentemente molto buone e valide, però il risultato che le loro intenzioni hanno prodotto nel bambino si è rivelato lontano “anni luce” da ciò che quei due adulti pensavano di ottenere. La questione sul bacio in bocca ai bambini, in fondo, è tutta qui. Siamo certi che quel genere di baci per loro sia sempre e comunque adeguato? E se non ne abbiamo la certezza, chi stabilisce e come si stabilisce il confine tra il bacio adeguato e quello che non lo è?

13/05/2022

Ho iniziato con i pazienti con gravi disturbi psichiatrici.
Avevo 22 anni, rinunciai a un comodo tirocinio fatto di tre seminari a cui sarebbe bastata la sola firma di presenza, per passare i mesi di luglio e agosto in una clinica psichiatrica.
Quando varcai la porta d'ingresso chiedendo dell'ufficio dove avrei potuto trovare la mia tutor, mi fu subito indicata una porta chiusa e con pezzo di plexiglas leggermente opacizzato cui assolutamente non dovevo avvicinarmi.
Era “il reparto femminile”, qualcosa che doveva contenere qualcosa di così truce che in due mesi non ci metterò mai piede.
Mi era invece permesso di stare all'aperto o nella sala ricreativa, dove in genere potevano sostare i pazienti più tranquilli e dove volentieri si facevano incuriosire dalle nuove presenze.
Di tutti ricordo la gentilezza con cui salutavano e una certa timidezza nell'approcciarsi... non avevo il camice e forse qualcuno (più che legittimamente...) si sarà chiesto se fossi lì come paziente... Quando capirono che ero lì per imparare, furono molto d'aiuto.
C'era una donna che mi mostrò cosa significava essere in fase maniacale, un altro mi fece vedere quanto potesse essere difficile distinguere realtà e sogni, un altro mi mostrò la paura di morire. Mentre prendevamo un caffè in un momento di pausa, disse una frase che mi restò fissa in mente – Hai mai fatto caso che tanti di loro hanno iniziato a stare male dopo la prima grande delusione d'amore? -
Non so a cosa si riferisse di preciso o cosa l'avesse colpita effettivamente, sta di fatto che quello che a me restò in testa fu che in effetti c'era stato un momento prima e fuori dalla clinica anche per loro, in cui avevano avuto desideri simili ai miei. Di avere un amico sincero, qualcuno che li amasse per quelli che erano, di farsi la propria strada.
Eravamo tutti nella stessa clinica e mi chiesi cosa aveva fatto la differenza fra me e loro, per cui io non avevo perso la mia libertà.
L'ultimo giorno di tirocinio un coetaneo ricoverato da poco e che faceva sempre un sacco di casino, mentre ero in sala a salutare tutti, si zittì di colpo e mi disse “Vedi di non farti trovare qua dentro”.
Mi sono sempre chiesta se fosse la sua invidia nel vedere in me qualcosa che non poteva avere (la libertà) o se avesse intravisto qualcosa di sinistro nel mio sguardo.
Il 13 maggio di 44 anni fa veniva promulgata la Legge Basaglia, che avrebbe messo fine alla logica dei manicomi.
Una legge il cui spirito è incarnato dai tanti operatori della salute mentale che in condizioni spesso risicate fanno continuamente lo sforzo di tenere la persona al centro, oltre l'etichetta di una diagnosi.
Legge che è ancora lontana da trovare piena espressione, perché ancora troppo poco facciamo per la salute mentale, non solo per prevenire il disagio, ma anche per dare una vita dignitosa e serena a chi comunque da quel disagio non può sfuggire mai totalmente.

My bad 🧠 🤍
23/03/2022

My bad 🧠 🤍

14/01/2022

Ognuno nella propria casa, in questi giorni è così.

Ognuno chiuso nel proprio disagio.

Oggi più che mai, rimanere chiusi nel silenzio non ha senso.

Non siamo soli ❤

🧠💕🧠
02/12/2021

🧠💕🧠

La mentalizzazione è un processo essenziale per lo sviluppo del bambino. Il genitore può sfruttare la teoria della mente per comprendere suo figlio.

"Act busy!" : a volte attività come scorrere a lungo i social, guardare netflix e simili, lavorare, mangiare, bere....di...
26/11/2021

"Act busy!" : a volte attività come scorrere a lungo i social, guardare netflix e simili, lavorare, mangiare, bere....diventano una strategia di gestione delle emozioni che se rigida, quotidiana e inconsapevole può essere invalidante.

Per tante persone alcune emozioni sono difficilissime da tollerare, al punto da trovare strategie per evitare di entrarvi in contatto.
Sembra banale ma é molto importante chiederci: come mai mi sento cosí? Cosa é successo? Cosa ho pensato?

Questo é il primo passo per auto-validarsi: riconoscere che quello che provo ha un senso e merita comprensione alla luce del mio passato, presente e futuro.

"Che impatto ha sui giovani vedere il mondo sgretolarsi quando abbiamo delle soluzioni disponibili e sappiamo come ferma...
25/09/2021

"Che impatto ha sui giovani vedere il mondo sgretolarsi quando abbiamo delle soluzioni disponibili e sappiamo come fermare la crisi?"

Per approfondire: https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3918955

I loro sentimenti di rabbia, paura e impotenza derivano dalla mancanza di volontà, da parte degli adulti, di porre rimedio all’emergenza. Cosa dice un nuovo studio, e quali azioni è meglio mettere in campo. Leggi

Indirizzo

Via Dell'Orfanotrofio 1/b
Jesi
60035

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00
Sabato 09:00 - 13:00

Telefono

+393714429875

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