01/06/2022
Parola d'ordine: sintonizzazione.
"Comprendere quel bisogno potrebbe portarci a considerare che alcune nostre intenzioni potrebbero non essere tradotte in azioni, in quanto non “sintonizzate” col bisogno del bambino, bensì mosse solo dal nostro bisogno di adulti. "
Il bacio sulla bocca ai bambini: perché è un tema tanto divisivo?
E’ evidente che il tema del bacio sulla bocca ai bambini è un tema che ha “acceso” i lettori e provocato reazioni molto intense. I motivi per cui ho affermato che non lo ritengo una buona pratica tra genitori e figli sono stati già ampiamenti spiegati nel relativo post, pubblicato ieri. Penso che questo sia uno di quei temi che sfida noi adulti in molti modi, non consentendoci di trovare una posizione comune. C’è chi non segue più la mia pagina, dopo il post di ieri, e chi invece, proprio dopo il post di ieri, ha cominciato a seguirla. Io trovo che il vero valore del post di ieri sia consistito nell’accendere una riflessione tra noi adulti. Come si stabiliscono i confini nella relazione con un figlio? Che significato do io a quello che accade con mio/a figlio/a e che significato è in grado di dare lui/lei a ciò che io gli propongo, essendo il suo genitore? Io sono partito da un dato di fatto: i bambini hanno bisogno di comprendere come definire i confini corporei e la loro inviolabilità. Questa competenza non la possono acquisire da soli: deve essere insegnata dagli adulti. Alcune azioni degli adulti sono però confusive per i bambini. Ricordo che in un laboratorio svolto a scuola con i bambini, proprio su questo tema, alla fine dell’incontro, un bambino ha alzato la mano e ha detto così: “Ora ho compreso che cosa non mi va giù, tutte le volte che mia mamma mi dice “Dai un bacio allo zio, che ti vuole tanto bene!”. Me lo dice sempre, quando lo zio viene a trovarci. Io mi alzo e lo vado a baciare. Ma il suo fiato puzza terribilmente. Però io non ho il coraggio di dire a quello zio che non ho voglia di baciarlo. E ogni volta lo bacio.”. Questa testimonianza è avvenuta al termine di un laboratorio sulla prevenzione degli abusi all’infanzia. E’ chiaro che questo bambino non stava parlando di un abuso e che nessun adulto, coinvolto nella situazione descritta, vuole il suo male. Ma è anche chiaro, in questa situazione, che il bambino si trova a fare qualcosa che non vorrebbe fare e per cui vorrebbe essere capace di dire di no. E che questa consapevolezza l’ha acquisita solo quando altri adulti gliel’ hanno messa a disposizione. E’ importante, come genitori, porci la domandai: “Come insegno a mio figlio a dire no, in tutte quelle situazioni che riguardano gesti relativi al suo corpo, in cui il suo consenso dovrebbe essere un consenso informato?”. Se ci poniamo questa domanda, le nostre parole e i nostri gesti saranno profondamente sintonizzati sul bisogno del nostro bambino. Un bisogno che magari lui – il bambino – nemmeno sa di avare ma del quale deve diventare consapevole. Comprendere quel bisogno potrebbe portarci a considerare che alcune nostre intenzioni potrebbero non essere tradotte in azioni, in quanto non “sintonizzate” col bisogno del bambino, bensì mosse solo dal nostro bisogno di adulti. Ascoltando il racconto di quel bambino a scuola, mi è stato molto chiaro che la mamma e lo zio di quel bambino avevano intenzioni apparentemente molto buone e valide, però il risultato che le loro intenzioni hanno prodotto nel bambino si è rivelato lontano “anni luce” da ciò che quei due adulti pensavano di ottenere. La questione sul bacio in bocca ai bambini, in fondo, è tutta qui. Siamo certi che quel genere di baci per loro sia sempre e comunque adeguato? E se non ne abbiamo la certezza, chi stabilisce e come si stabilisce il confine tra il bacio adeguato e quello che non lo è?