15/09/2024
Con riferimento all'intervento del sindaco Fabio Lai del giorno 14. settembre 2024 -https://www.facebook.com/search/top?q=fabio%20lai%20-%20sindaco%20di%20la%20maddalena
MEDICINA E TERRITORIO
Buongiorno Sindaco, noi medici del territorio già nel 2021-2022 avevamo inviato un comunicato alle autorità varie, relativo alla nostra preoccupazione che nel giro di un paio di anni ( tra sovraccarico di pazienti sui singoli medici, carenza di figure professionali, cambiamenti radicali e insostenibili di questa professione) l'isola, avrebbe avuto un calo drammatico di medici di assistenza primaria (anche i pediatri rientrano in questo ambito). Non abbiamo mai ricevuto una risposta formale.
La giunta Solinas e non solo, con i suoi assessorati alla sanità, ha sistematicamente ignorato l'allarme della medicina di base in tutta la Sardegna, proseguendo in quella che ha sempre definito una riforma sanitaria. Questi dati oggettivi, vanno collocati nell'ambito dello status giuridico dei medici di base. La medicina di base infatti non appartiene al comparto pubblico (come nel caso dei medici ospedalieri, che potrebbero entro certi limiti essere trasferiti da un presidio ospedaliero all'altro.)
Si accede alla medicina di base a mezzo di contratto privatistico regolato da un contratto collettivo nazionale e regionale, L'accesso è libero, in quanto, nessuno può costringere un medico qualsiasi ad inserirsi in questa attività se non ha interesse alcuno a partecipare al concorso di selezione, né a spostarsi, faccio per dire da Carloforte all'isola di La Maddalena . Nel nostro caso specifico sia i medici di medicina di base , sia i pediatri di base sono liberi, nell'ambito del rispetto delle norme giuridiche nazionali in vigore ( in quanto non dipendenti) a trasferirsi secondo esigenze personali, a effettuare domanda di pensionamento , a dimettersi dall'incarico se lo ritengono opportuno.
Il caso della "nostra pediatra" rientra in questo ambito. Nessuna scelta da parte della ASL, ma semplicemente scelte dettate evidentemente da esigenze personali e sulle quali a nessuno è dovuta una spiegazione. Non è molto lontano il caso della collega dottoressa Anna Donaera, che ha deciso uno spostamento dalla Maddalena nell'area di Sassari. Le norme nazionali decise dalla politica, dunque prevedono che i medici del territorio, medici di base e pediatri, non siano dipendenti pubblici (essi infatti non godono di ferie pagate, di riconoscimento di malattia, o liquidazione di fine rapporto come nel caso di dipendenti pubblici e pagano L'irpef come liberi professionisti) .
In quanto liberi professionisti, perciò, essi hanno libera scelta e non sono soggetti a costrizione alcuna su spostamenti (come da più parti si è convinti) se non all’osservanza del contratto collettivo nazionale di medicina di base che hanno firmato .
La verità è semplicemente un’altra: politici, amministratori nazionali regionali e locali in generale, hanno sistematicamente sottovalutato questa criticità in prospettiva, evitando innovazioni, iniziative, cambiamenti strutturali e molte altre questioni che sarebbero lunghe da descrivere .
La medicina del territorio è sempre stata ignorata come la cenerentola del SSN.
Celebrazioni e auto proclamazioni di politici amministratori e giornalisti di una sanità sempre e solo ospedaliera, fatta di strumenti diagnostici, di innovazioni tecnologiche di reparti e alte professionalità, frutto di una ottusa mentalità ospedalo-centrica. Come se non esistesse il territorio, grande bacino di utenti cronici con i suoi medici, e prossima frontiera in Italia della sanità.
Ci troviamo in una fase di transizione e se il sistema politico nazionale e regionale non metterà mano a una trasformazione sostenibile rendendo questa professione ragionevolmente decente su diversi fronti, saranno guai seri.
Per procedere in questa direzione sarà tuttavia necessario non solo tempo e idee nuove, ma anche un cambiamento culturale radicale a carico di tutti!
Scrivente : Dr Sergio Brundu.