
08/06/2025
Difficile descrivere questo "quasi ultimo" incontro dell'anno con "La signora di Sing Sing" di Idanna Pucci, un romanzo che è cronaca e insieme saggio. Una storia vera, ambientata a fine Ottocento.
La giovane sarta Maria, timida e praticamente analfabeta, di povera e umile famiglia, emigrata da un piccolo paese del sud Italia fin negli Stati Uniti, viene sedotta da un compaesano e disonorata. Convinta di poterlo convincere a non partire per tornare in Italia e a restare per sposarla, finisce invece per ucciderlo. Sconvolta, dovrà affrontare gli eventi processuali senza alcuna conoscenza della lingua, aggravata nella sua posizione dal fatto di essere una povera italiana, quindi considerata poco più di un animale. Sarà la prima donna a essere condannata alla sedia elettrica? Tra l'altro metodo che sta sostituendo l'impiccagione, proprio nel momento dello storico scontro tra Edison e Westinghouse per il monopolio sul business dell'elettricità. Ma ecco intervenire un'altra figura di donna, Cora, ereditiera americana sposata a un nobile italiano, moderna e decisa, imprenditrice, antesignana delle lotte delle suffragette che cambierà il destino di Maria.
La storia è ricostruita e scritta proprio dalla bis-bisnipote di Cora con un accurato report degli atti processuali e degli articoli di giornale; cosa che ha reso la lettura un po' più ostica ma anche perfetta per approfondire le connotazioni di quel periodo storico.
Sono così risultati molteplici i temi di confronto: la condizione delle donne allora e oggi, l'emigrazione italiana del secolo scorso e il confronto con la migrazione attuale verso il nostro Paese, stereotipi e pregiudizi, miseria e ricchezza a confronto riguardo le possibilità che precludono o forniscono, la pena di morte, le condizioni carcerarie.
Un libro particolare ma perfetto per esplorare un'altra direzione in risposta all'iniziale Quo vadis?