Ilaria Della Santa - Psicologo e psicoterapeuta Lucca

Ilaria Della Santa - Psicologo e psicoterapeuta Lucca Ricevo a Lucca, Capannori e Pontedera.

Sono una psicologa specializzata in psicoterapia cognitivo-costruttivista e in terapia con EMDR. Mi occupo di disagi legati ad ansia, attacchi di panico, stress a lavoro, mancanza di motivazione. ⭕️ Il mio intento è quello di aiutare le persone a prevenire, ristabilire e mantenere il benessere fisico, psicologico ed esistenziale, per promuovere il cambiamento e la crescita interiore.

➔ Nella mia

pratica effettuo interventi clinici e psico-sociali, validati dalla letteratura sia nazionale che internazionale.

🔹 Il mio approccio è fondato sulle teorie della psicologia cognitivo-comportamentale, cognitivo-costruttivista, e sulle teorie e modelli della Psicologia sociale, applicata ai gruppi e alle organizzazioni.

🔹 Sono inoltre specializzata nel trattamento dei traumi, secondo l'approccio e la teoria dell'EMDR.

➠ Per quanto riguarda l'ambito clinico mi occupo di problematiche relative a:

▪️ Ansia e Panico
▪️ Stress
▪️ Traumi (incidenti, abusi, lutti, malattie, eventi)
▪️ Disturbi alimentari
▪️ Difficoltà ciclo di vita: passaggio fasi di vita
▪️ Crisi adolescenziali e disagio emotivo
▪️ Supporto oncologico
▪️ Gravidanza e post partum
▪️ Disagio lavorativo
▪️ Accompagnamento alla nascita e Sostegno alla genitorialità: passaggio da coppia a triade
▪️ Disturbi sessuali

🤝 Collaboro con diverse figure professionali che rendono i miei interventi più integrati e più efficaci nelle situazioni più complesse. Attualmente nella mia rete sono presenti: Psicologi dell'infanzia e dell'adolescenza, Pedagogisti, Nutrizionisti, Psichiatri, Neuropsichiatri infantile, Medici di Medicina Generale e del lavoro, Avvocati e Ingegneri.

Condivido questo post della collega D.ssa Patrizia Intravaia Psicologa Psicoterapeuta - Terapeuta EMDR - Modena Fate sem...
11/06/2025

Condivido questo post della collega D.ssa Patrizia Intravaia Psicologa Psicoterapeuta - Terapeuta EMDR - Modena

Fate sempre attenzione alle fonti e a quello che trovate in rete.

⚠️ Attenzione a chi parla di narcisismo senza formazione, senza strumenti e senza responsabilità.
Disinformare non aiuta. Isola.
Rischia di allontanare le persone dall’unico posto sicuro: un percorso di cura competente e rispettoso.

Come psicologa e psicoterapeuta, da anni lavoro con persone che portano le ferite profonde di relazioni con narcisisti patologici.
So bene cosa significa essere manipolati, svalutati, abusati emotivamente. So quanto coraggio serve per chiedere aiuto.

🎯 Facciamo chiarezza:
Il narcisismo è un tratto della personalità che tutti possiamo avere.
Il narcisismo patologico è tutt’altra cosa: è un disturbo che può causare gravi danni relazionali ed emotivi.

📚 È la psicologia clinica che ha dato voce a queste esperienze. È grazie alla formazione e alla ricerca che oggi possiamo nominarle, comprenderle e affrontarle.

💬 Le parole contano.
Parlare di narcisismo patologico è necessario.
Ma va fatto con competenza, non con rabbia.
Con rigore, non con slogan.

🎧 Le vittime hanno bisogno di chiarezza, non di rumore.

“Sembrava un tossicodipendente”Non è fantascienza.È il presente.Ed è qualcosa che, da terapeuta, vedo accadere sempre pi...
01/06/2025

“Sembrava un tossicodipendente”

Non è fantascienza.
È il presente.
Ed è qualcosa che, da terapeuta, vedo accadere sempre più spesso in studio, in modo silenzioso ma devastante.

Ringrazio di cuore il Dott. Giuseppe Lavenia per la chiarezza con cui continua a portare alla luce una verità scomoda, che tanti preferiscono ignorare:
👉 non è il ragazzo il problema.
👉 non è lo smartphone il nemico.
👉 è l’assenza di educazione digitale, limiti e presenza adulta consapevole.

💥 Togliere di colpo un dispositivo a cui un adolescente è ormai dipendente non è cura, è trauma.
Serve molto di più: prevenzione, ascolto, accompagnamento.

In terapia, con i ragazzi e le ragazze lavoriamo proprio su questo: restituire consapevolezza, significato, presenza, alternative emotive reali a una connessione che non connette.



📍Grazie ancora Dott. Giuseppe Lavenia per la sua voce e il suo impegno.

Sì, avete letto bene.
Non stiamo parlando di un film.
Stiamo parlando di un ragazzo vero, portato al pronto soccorso in crisi d’astinenza perché i genitori gli hanno tolto il telefono.

Ma fermiamoci un secondo:
❌ Il problema non è lo smartphone.
❌ Il problema non è il divieto.
❌ Il problema non è il ragazzo “debole”.

👉 Il problema è che abbiamo lasciato i nostri figli crescere con uno strumento troppo potente in mano, senza educazione, senza regole, senza accompagnamento.
Il cervello di un adolescente NON è pronto a reggere tutto questo:
⚠️ emotivamente
⚠️ cognitivamente
⚠️ fisiologicamente.
Non ha ancora i freni. Non ha ancora gli strumenti. E i social (che per legge sarebbero vietati sotto i 13 anni, ma che tutti fingiamo di non vedere) alimentano una fame continua di approvazione, appartenenza, gratificazione immediata.

E sapete qual è l’errore più grande?
👉 Pensare che basti vietare per risolvere.
Togliere lo smartphone di colpo a un ragazzo già dipendente è come strappare la flebo a un malato.
Non è educazione.
Non è cura.
È solo un altro modo per spezzarlo.

💥 La vera soluzione è prevenire.
• Patentino digitale obbligatorio per tutti.
• Vietare l’uso di app e social non idonei prima dei 13 anni.
• Educazione emotiva, cognitiva, fisiologica fin da piccoli.
• Famiglie e scuole unite, non lasciate sole.

La nostra associazione, Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, GAP e Cyberbullismo, c’è.
📞 Numero verde gratuito: 800 770 960.

Non aspettiamo di vedere altri ragazzi in pronto soccorso.
Agiamo adesso.

➡️ Condivido questo post del Dott. Giuseppe Lavenia, perché ci ricorda che il bisogno più profondo di un bambino non è u...
31/05/2025

➡️ Condivido questo post del Dott. Giuseppe Lavenia, perché ci ricorda che il bisogno più profondo di un bambino non è uno schermo, ma uno sguardo che dice: "Ti vedo, ci sono".

Educare è anche saper restare, con fermezza e presenza, in quelle domande che fanno male. Senza scorciatoie, senza soluzioni rapide.

💬 Come adulti, abbiamo il compito di accompagnare, contenere, rispecchiare. Anche — e soprattutto — quando diciamo dei no.

Non fatevi ingannare, genitori.
Questa domanda non parla di tecnologia.
Parla di identità.
Parla di appartenenza.
Parla di un bambino che si guarda intorno e si chiede:
“Se non ho ciò che hanno gli altri, valgo meno?”

Non stanno chiedendo un cellulare.
Stanno chiedendo conferme.
E noi, come adulti, abbiamo il dovere di rispondere con chiarezza, non con un no sbrigativo, non con un sì per stanchezza, ma con un atto di coraggio.

Perché diciamolo forte:
un bambino non ha bisogno di uno smartphone.
Ha bisogno di sbucciarsi le ginocchia,
di annoiarsi fino a inventarsi un gioco,
di imparare a tollerare i no,
di sentirsi parte non perché ha un oggetto,
ma perché è amato, visto, riconosciuto.

Quando cediamo solo per non sentirli lamentarsi,
quando confondiamo il “dargli tutto” con l’amarli,
stiamo tradendo proprio ciò che più vogliamo proteggere: la loro crescita.

Educare è reggere la frustrazione,
la loro e la nostra.
È dire:
“Ti voglio bene troppo per metterti in mano qualcosa che ti porterebbe via quello di cui hai davvero bisogno per crescere.”

Nessuno smartphone potrà mai insegnare a tuo figlio quanto vale.
Quello lo fai tu, ogni giorno,
con la tua presenza, il tuo sguardo, la tua fermezza.

Una giornata piena di energia, sorrisi, gioco e condivisione.Grazie di cuore a I Cuori di Silvia  , al Club Scherma Lucc...
25/05/2025

Una giornata piena di energia, sorrisi, gioco e condivisione.

Grazie di cuore a I Cuori di Silvia , al Club Scherma Lucca T.B.B. e a tutti i club che hanno reso possibile questa splendida manifestazione dedicata ai bambini… grandi e piccoli!

Pedane piene di entusiasmo e momenti di gioco che, come sempre, hanno fatto della scherma un’occasione di scoperta, crescita e passione condivisa.

Lo sport che unisce, educa e regala emozioni… l’abbiamo vissuto anche oggi, grazie a voi.

Portiamo a casa ricordi felici, piccoli traguardi, nuove emozioni e nuove amicizie.

Dott. Giuseppe Lavenia LUCCA 9 Giugno ore 21.00Chiesa di San Francesco Evento gratuito per insegnanti e famiglie.
23/05/2025

Dott. Giuseppe Lavenia
LUCCA 9 Giugno ore 21.00
Chiesa di San Francesco

Evento gratuito per insegnanti e famiglie.

+++ ATTENZIONE +++
L’evento con Roberta Bruzzone è stato rinviato al 9 giugno.

Chi si è iscritto manterrà automaticamente la prenotazione.
Vi preghiamo di inviare una mail a info@dipendenze.com in caso di impossibilità a partecipare nella nuova data.

Le iscrizioni resteranno quindi aperte.
https://bit.ly/4kpI6TS

10/05/2025

L’adolescenza è un tempo di passaggio, una fase in cui si cerca disperatamente di capire chi si è, e oggi questo processo avviene anche attraverso lo sguardo degli altri sui social.

I “like”, i commenti, le visualizzazioni non sono solo numeri: sono conferme. Sono carezze digitali che, nella loro effimera consistenza, riempiono un vuoto profondo

E anche oggi giornata di formazione.
10/05/2025

E anche oggi giornata di formazione.

09/05/2025

Cosa ci sta raccontando questa cifra agghiacciante?
Ci racconta che i nostri figli, troppo spesso, stanno facendo tutto da soli. Anche il male.
Ci racconta che un adolescente può arrivare a esporsi, a filmarsi, a cedere il proprio corpo a uno schermo per un briciolo di attenzione, per una carezza finta, per sentirsi vivo in un mondo che lo ignora.
Quando un ragazzo produce da sé il proprio materiale di abuso, dobbiamo chiederci: dov’erano gli adulti?
Non servono solo filtri digitali. Servono genitori che parlino di emozioni, educatori che non si voltino dall’altra parte, adulti che non minimizzino.
Se un ragazzo crede che valga solo quando si mostra, è perché nessuno gli ha insegnato a sentire quanto vale quando si sente visto davvero.
E questo non lo fa uno smartphone. Lo fa una presenza. Una relazione. Un adulto che c’è.

06/05/2025

🚨 Genitori, fermiamoci un attimo. 🚨

Ogni volta che mettiamo uno schermo davanti agli occhi dei nostri bambini, stiamo facendo molto più di quello che pensiamo.
Non gli stiamo solo dando un passatempo: stiamo anche decidendo cosa togliere alla loro mente, al loro cuore, al loro futuro.

Le ultime ricerche, come quelle dell’American Academy of Pediatrics del 2023 e i dati dell’OMS, sono chiare:
un uso precoce e incontrollato di smartphone e tablet nei primi anni di vita è associato a ritardi nel linguaggio, difficoltà emotive, disturbi del sonno, iperattività, obesità, ansia e depressione in adolescenza.

Ma il vero problema non è solo cosa stanno guardando.
È tutto quello che non stanno facendo mentre guardano:
non esplorano, non toccano, non si sporcano, non fanno domande, non si perdono negli sguardi di chi li ama.
Non imparano a conoscere il mondo, perché qualcuno gliene ha messo un altro davanti, più colorato ma infinitamente più povero.

Lo capisco.
Siamo stanchi. Presi da mille impegni. E un cellulare in mano può sembrare una soluzione rapida.
Ma ogni volta che cadiamo in questa scorciatoia, dovremmo chiederci:
Ne vale davvero la pena?

Nella foto sopra: una bambina ancora nel passeggino, gli occhi incollati a uno schermo mentre i genitori fanno la spesa.
Un’immagine di apparente tranquillità.
Ma anche un’immagine di solitudine silenziosa.

Gli schermi non sono il nemico.
Il vero rischio è usarli senza consapevolezza, senza regole, senza presenza.

Il tempo davanti allo schermo va scelto, condiviso, limitato.
Un cartone visto insieme può diventare una coccola. Un’app educativa può essere una scoperta.
Ma nulla può sostituire una corsa nel prato, una storia raccontata, una domanda fatta con gli occhi grandi di chi vuole sapere.

I bambini imparano prima con gli occhi, poi con le mani, poi con il cuore.
E noi siamo il loro primo specchio, il loro primo sguardo sul mondo.

Facciamolo bene.
Facciamolo insieme.

02/05/2025

Oggi in università è iniziato il secondo semestre delle mie lezioni.
E con lui, una notizia che racconta molto più di quello che sembra.

La presenza degli studenti, l’appello, il controllo di chi è effettivamente in aula, non si registra più su carta.
Ora si ‘firma’ in aula scannerizzando un QR code con lo smartphone, un QR code che il docente è obbligato a creare.

Non è solo un cambio di metodo.
È un cambio di mentalità.

Per essere riconosciuto presente all’appello, non basta esserci: devi avere un telefono, devi usarlo, devi tirarlo fuori proprio nel luogo dove dovresti imparare a farne a meno.

E anche se dopo la scansione il cellulare venisse spento, e spesso non lo è, il solo fatto di averlo con sé continua a disturbare.
La mente sa che è lì.
Pensa alle notifiche, ai messaggi, a quello che potrebbe accadere.
La sola presenza del telefono diventa una tentazione silenziosa, un filo che tira via l’attenzione, un disturbo permanente nella qualità della concentrazione.

E c’è di più.
Togliendo l’appello tradizionale, perdiamo anche la possibilità di associare i volti ai nomi, di riconoscere chi abbiamo davanti, di stabilire una relazione minima e autentica tra chi insegna e chi impara.
L’università diventa meno umana.
Gli studenti diventano numeri, codici da scannerizzare, presenze digitali più che persone reali.

Abbiamo trasformato il cellulare da rischio tollerato a requisito obbligatorio.
Non si tratta più di educare al suo uso consapevole: si tratta di accettarlo come condizione necessaria dentro l’aula.

Portare il telefono a lezione era già disturbante.
Obbligarli a portarlo è un tradimento educativo.
È spezzare il confine tra concentrazione e frammentazione.
È abituare i ragazzi a non essere mai pienamente lì, nemmeno dove dovrebbero esserlo.

Chiediamo attenzione ai ragazzi.
E siamo noi i primi a distrarli, a disumanizzarli, senza nemmeno accorgercene.

Dopo l’appello con il QR code, cosa ci aspetta?
Gli esami con i cuoricini o con il like?

E anche oggi si replica una formazione bellissima con Roger Solomon. L'ho sentito dal vivo a Milano e non potevo perderl...
13/04/2025

E anche oggi si replica una formazione bellissima con Roger Solomon. L'ho sentito dal vivo a Milano e non potevo perderlo. Grazie a EMDR Europe Association e Associazione EMDR Italia per queste preziose opportunità.

La Scherma femminile italiana vince l'oro... ma per Repubblica sono solo l'amica di... o la fidanzata di...Grazie a Marg...
01/08/2024

La Scherma femminile italiana vince l'oro... ma per Repubblica sono solo l'amica di... o la fidanzata di...

Grazie a
Margherita Gambassi che ha sottineato la cosa in diretta Eurosport.

https://dai.ly/x93a23m

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