19/02/2022
Quello che serve sapere sul Corona Virus -Sars-Cov-2
Incubazione
L’incubazione dell’infezione, ossia il tempo compreso tra il momento del contagio e la comparsa dei sintomi, è variabile tra 2 e 14 giorni.
Ci si può riammalare?
I dati più recenti suggeriscono che purtroppo è possibile contrarre nuovamente l’infezione, apparentemente anche più che nei primi mesi della pandemia e questo può accadere per varie ragioni:
• il tempo trascorso dalla prima infezione potrebbe essere rilevante (ad esempio se il soggetto fosse stato contagiato con le prime ondate) e l’immunità acquisita grazie alla presenza degli anticorpi potrebbe diminuire nel tempo;
• l’insorgenza di nuove varianti, più contagiose, sembra riuscire in alcuni casi a scavalcare l’eventuale immunità residua.
• Sintomi
I sintomi e i segni causati dalla COVID-19 spaziano da una completa assenza di disturbi, come capita spesso nei bambini, a manifestazioni tanto gravi da diventare fatali.
I possibili sintomi sono numerosi e ogni paziente può manifestarne solo una parte; febbre e tosse secca sono i più comuni, ma possono comparire anche
• mancanza di fiato
• stanchezza e affaticamento
• dolori muscolari
• mal di testa
• perdita del senso dell’olfatto (anosmia)
• perdita del senso del gusto (ageusia)
• mal di gola
• naso chiuso e/o che cola
• nausea e/o vomito
• diarrea
Sintomi nei bambini
I bambini sono (fortunatamente) spesso asintomatici, ossia non presentano sintomi o disturbi di alcun tipo (pur potendo in linea di principio essere comunque fonte di contagio).
Per la gestione dei casi di COVID-19 lievi e domiciliari, ossia senza lo sviluppo di sintomi severi come mancanza di fiato, disidratazione, alterazione dello stato di coscienza, sepsi, si consiglia di
• rimanere in vigile attesa (ossia attenti ad eventuale evoluzione verso complicazioni)
• ricorrere a trattamenti sintomatici (paracetamolo, antinfiammatori, …)
• bere e mangiare adeguatamente
• non modificare in alcun modo eventuali terapie farmacologiche in corso per altre ragioni, se non dietro espresso parere medico
• evitare il ricorso ad integratori (multivitaminici, lattoferrina, …)
• evitare il ricorso all’aerosol, che potrebbe favorire la diffusione del virus ai conviventi.
Cortisone ed eparine devono essere usati solo dietro espressa prescrizione medica, che in genere avviene non prima di 72 ore dalla prima diagnosi nel caso dei cortisonici o di pazienti allettati nel caso degli eparinici.
Antibiotici, antivirali e idrossiclorochina nei pazienti domiciliari non sono in genere necessari.
Quando cercare soccorso
Si raccomanda di allertare immediatamente i soccorsi nel caso compaia uno o più dei seguenti sintomi:
• difficoltà a respirare
• dolore persistente al petto
• confusione
• letargia (incapacità di rimanere sveglio)
• cianosi(colorito bluastro di dita e labbra)
È opinione diffusa che tenere monitorata la saturazione dell’ossigeno sia tanto importante quanto misurare la febbre, perché riconoscere tempestivamente una progressiva diminuzione dei valori (pur in assenza di sintomi, condizione definita happy hypoxia, ipossia felice) può cambiare drasticamente la prognosi di un paziente.
Complicazioni
Le complicazioni sono più probabili nella popolazione anziana e nei soggetti affetti da una o più malattie croniche; tra le più comuni ricordiamo:
• polmonite e difficoltà respiratorie (spesso la causa della necessità della terapia intensiva)
• insufficienza d’organo (uno o più organi smettono di funzionare correttamente)
• problemi cardiaci
• sindrome da distress respiratorio acuto
• trombosi
• sovrainfezioni virali e batteriche
Secondo l’OMS il recupero avviene in circa due settimane nei casi lievi, dopo un mese e mezzo nei pazienti più gravi (10-15% dei casi sono gravi e circa il 5% diventa critico).
Sebbene la maggior parte delle persone che vengono infettate mostrino un recupero completo entro poche settimane, alcuni pazienti (a prescindere dalla gravità dei sintomi manifestati) possono continuare a soffrire di alcuni sintomi sul lungo periodo, come ad esempio:
• affaticamento
• tosse
• perdita di gusto/olfatto
• affanno
• mal di testa
• dolori articolari
In alcuni casi i danni possono essere più severi e coinvolgere organi nobili come cuore, cervello e polmoni, oppure mostrare una pericolosa tendenza alla coagulazione o all’infiammazione dei vasi sanguigni (vasculite).
I test disponibili sono sostanzialmente di tue tipi:
• tampone (o test molecolare)
• sierologico
Il primo richiede il prelievo di un campione da naso e/o gola che verrà poi analizzato in laboratorio alla ricerca di tracce del virus, è quindi utile ad individuare un soggetto portatore dell’infezione in questo preciso istante, a prescindere da eventuali sintomi che potrebbero esserci o meno (così come potrebbero essere già stati superati o dover ancora comparire).
Il test sierologico viene effettuato sul sangue e cerca invece anticorpi prodotti dall’ospite contro il virus, è quindi utile ad esempio per verificare un eventuale contagio passato, magari passato inosservato perché privo di sintomi.