28/09/2025
Finalmente ce l'ho fatta sono riuscita a vederlo e ...
Guardando L’ultima analisi – Freud ho avuto la sensazione che non si trattasse solo della storia di un grande psicoanalista del passato, ma di un’opera capace di parlare al nostro presente. Alcune frasi restano scolpite: «Direi agli uomini di diventare adulti» e «Solo facendo errori si arriva alla verità». Sono parole che non appartengono soltanto a Freud, ma che possono guidare ognuno di noi: diventare adulti significa smettere di illudersi e assumersi la responsabilità della propria vita; accettare l’errore significa aprirsi alla ricerca autentica della verità.
Mi ha colpito anche la sua libertà nell’avvicinarsi alla morte: Freud non voleva più rivivere un altro Hi**er e, colpito dal cancro, ha difeso fino all’ultimo il diritto di decidere lui stesso quando tacere. Quel gesto estremo diventa simbolo di una libertà interiore che oggi ci interpella, soprattutto in un’epoca segnata da nuove crisi, nuovi Hi**er da paure politiche e dal dibattito ancora aperto sull’eutanasia.
In Italia il film è stato poco visto, quasi ignorato, eppure apre domande profonde sulla fede, sulla scienza, sulla sofferenza e sulla libertà. Forse è mancata la disponibilità ad ascoltare un pensiero scomodo, che mette in discussione le certezze religiose o culturali. Ma proprio per questo è un film importante: perché invita a pensare, a non accontentarsi delle risposte ereditate, a cercare senso con le proprie forze.
Freud non ha solo fondato la psicoanalisi: ha trasmesso una passione per la conoscenza e per l’analisi che ancora oggi ci spinge a interrogarci, a guardare dentro di noi e a non avere paura di porci e porre le domande più difficili, anche a costo di metterci in discussione.
Londra, 3 settembre 1939. Il mondo è sull’orlo della guerra.Negli ultimi giorni, Sigmund Freud, recentemente evaso con la figlia dalregime nazista, riceve la...