23/09/2025
Finalmente è martedì! Benvenuti al nono episodio di “Neurolandia: il sistema nervoso come non lo avete mai visto!”
Oggi ci occupiamo di un nervo piccolo, profondo e.. essenziale. È grazie a lui se puoi alzare il braccio per salutare, per prendere una cosa dallo scaffale, o per dire "presente!" in aula. È il nervo ascellare, il comandante del deltoide e il guardiano della sensibilità sulla spalla.
Quando funziona, tutto fila liscio. Quando smette.. il braccio resta giù.
Dove sta?
Il nervo ascellare nasce dal plesso brachiale, in particolare dal fascicolo posteriore (C5–C6). Esce attraverso lo spazio quadrilatero (o spazio laterale della spalla), insieme all’arteria circonflessa posteriore. Passa dietro al collo chirurgico dell’omero, in stretta relazione con la capsula articolare.
Si divide in un ramo motorio, che innerva deltoide e piccolo rotondo, e in un ramo sensitivo, il nervo cutaneo laterale superiore del braccio.
È un nervo compatto, ma nel posto giusto per fare.. tanta differenza.
Che cosa fa?
A livello motorio innerva il muscolo deltoide (tutte le sue porzioni), e il muscolo piccolo rotondo (rotazione laterale dell’omero). A livello sensitivo fornisce la sensibilità alla parte laterale della spalla e del braccio, tramite il ramo cutaneo superiore.
In pratica: abduzione del braccio, rotazione esterna, stabilità della testa omerale, e percezione del contatto sulla spalla. Piccolo nervo, grandi responsabilità!
Come si lamenta?
Quando il nervo ascellare è leso o compresso, può dare debolezza nell’abduzione del braccio (soprattutto tra 15° e 90°), atrofia del deltoide con profilo spalla “piatto”, dolore sordo o urente nella regione laterale della spalla, alterazioni della sensibilità cutanea sulla porzione laterale del braccio, difficoltà a portare oggetti in alto, vestirsi e in tutti i gesti sopra la testa.
Le lesioni avvengono spesso post-trauma, soprattutto lussazione anteriore della spalla o frattura del collo chirurgico dell’omero.
Ruolo nella vita quotidiana
Il nervo ascellare è protagonista ogni volta che alzi il braccio, tieni un peso sopra la testa, ti sistemi i capelli, indossi una giacca, apri lo sportello alto dell’auto. Se il deltoide non lavora.. te ne accorgi ogni giorno.
Patologie e disfunzioni
Lesione da lussazione della spalla (trauma antero-inferiore con trazione del nervo),
frattura del collo chirurgico dell’omero, compressione nello spazio quadrilatero (entrapment o sindrome del quadrilatero), cause iatrogene (interventi ortopedici sulla spalla), sindrome da uso eccessivo in atleti overhead (pallavolo, nuoto, baseball).
Curiosità neurologica
La sindrome dello spazio quadrilatero è poco conosciuta ma reale: può colpire atleti che eseguono movimenti ripetuti sopra la testa. Il nervo ascellare viene “schiacciato” tra i bordi muscolari, causando dolore posteriore alla spalla e debolezza progressiva.
E spesso, una banale lussazione può lasciare una compromissione cronica, non sempre riconosciuta.
Approccio fisioterapico
La riabilitazione deve essere precisa, graduale e funzionale: valutazione selettiva del deltoide (confronto attivo e passivo), esercizi di reclutamento deltoideo in isometria e in catena cinetica chiusa, tecniche di neurodinamica del plesso brachiale posteriore (sliding del nervo ascellare), lavoro sul controllo scapolare e postura, rinforzo del piccolo rotondo per supportare la cuffia dei rotatori e propriocezione della spalla (soprattutto in overhead athletes).
In caso di lesione cronica: strategie di compenso e prevenzione instabilità gleno-omerale.
Conclusione
Il nervo ascellare non fa notizia.. finché non ti accorgi che alzare il braccio non è più automatico. È il braccio destro del deltoide, il compagno silenzioso della spalla,
quello che ti aiuta a dire “ciao”, “su le mani”.. o semplicemente a mettere il sale in dispensa.
Ci vediamo martedì prossimo su Neurolandia.. perché quando i nervi parlano, noi impariamo ad ascoltarli. 👋
Nota bene
Anche se a Neurolandia i nervi parlano.. la diagnosi medica la fa il medico. Quindi, se i sintomi ti fanno compagnia da troppo tempo, ascolta i segnali e confrontati con un neurologo o uno specialista medico. Noi siamo qui per spiegarti come funzionano le cose, ma la cura parte sempre da una valutazione sanitaria. E spesso, il fisioterapista è proprio il primo professionista sanitario a intercettare quei segnali e indirizzare nel modo giusto. 👏