13/03/2022
I miei 2 cents sull'attuale guerra in Ucraina
Per noi esseri umani è più facile costruire tecnologia in grado di distruggere il pianeta piuttosto che riuscire a convivere insieme in pace e armonia.
Una riflessione sull'utilità della cultura umanistica
Mi colpisce sempre l'enfasi posta da alcuni personaggi pubblici, come l'imprenditore Alberto Forchielli, sulla utilità delle materie scientifiche a fronte delle materie umanistiche, considerate desuete e inutili. Nella logica dell'imprenditore, l'importante è accrescere le conoscenze tecno-scientifiche, investire in ricerca e sviluppo nell'ottica di accrescere l'efficienza produttiva. Produrre sempre di più, sempre più velocemente, per poter vendere sul mercato globale a prezzi sempre più competitivi. E aumentare i profitti dell'impresa e di chi la possiede.
Tutto deve funzionare sempre meglio. L'uomo deve funzionare in ordine all'efficienza, come una macchina. Efficienza produttiva diventa la parola chiave, che si tratti di beni di consumo, gadget tecnologici o mine antiuomo. Per aumentare i profitti di pochi.
È evidente che ragionando in questa logica dove l'obiettivo è il profitto per il profitto non c'è spazio per l'Uomo, che è un ingranaggio funzionale esclusivamente a tenere viva la macchina. L'uomo deve funzionare. E basta.
Mi chiedo cosa resti dell'uomo che vive per funzionare, per produrre e per consumare, al servizio del profitto di qualcun'altro. E mi chiedo cosa resti dell'umanità di chi è disposto a usare un altro uomo, chiedendo persino la sua vita, al servizio dei propri interessi.
"Se questo è un uomo" scriveva Primo Levi.
Che uomo è un uomo che sia disposto a uccidere migliaia di altri uomini in ordine ai propri profitti? Un uomo disposto a mentire a fronte dell'evidenza... Che uomo è? Cosa resta della dimensione Umana?
La guerra a me sembra l'estrema conseguenza della logica tecno-scientifica dove l'uomo (i molti) è ingranaggio al servizio di una macchina funzionale all'incremento del profitto di pochi.
E allora a cosa serve la cultura umanistica? A ricordare all'uomo la sua natura umana. A ricordargli che è molto più di un ingranaggio di una macchina, oppure di un parassita capace di infestare, prosciugare risorse e uccidere.
A cosa serve la cultura umanistica umanistica? A ricordare all'uomo che le guerre esistono da sempre e da sempre sono altro dalla mitologia propagandata: sono polvere, sangue, mosche, dolore, per dirla con Fabrizio De André. Sono morte e disastri esistenziali, come ci ricorda Umberto Galimberti.
Forse se fossimo capaci di esistere come uomini, come esseri umani, anziché di funzionare come ingranaggi o padroni del vapore, potremmo davvero rifiutare la guerra in ogni sua forma.
Perché, se fossimo uomini, ricorderemmo che nulla è più prezioso della vita umana. Neanche gli interessi miliardari che motivano le guerre.