Dott.ssa Valeria Ciccarelli Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Valeria Ciccarelli Psicologa Psicoterapeuta Psicologa e psicoterapeuta per percorsi individuali, di coppia e familiari.

24/12/2024

Voglio augurare un buon Natale a tutte le persone alle quali sono stata, sono e saró accanto nel percorso terapeutico, perchè possa rappresentare per loro un percorso di rinascita.

Se, come suggerito da Seth Phillips (IG: Dude With Sign), l'overthinking diventasse sport olimpico, molti di noi probabi...
17/09/2024

Se, come suggerito da Seth Phillips (IG: Dude With Sign), l'overthinking diventasse sport olimpico, molti di noi probabilmente vanterebbero già una lunga e meticolosa preparazione. Pensieri che si ammassano nella mente, in maniera incessante, ripetitiva e poco produttiva, magari nel tentativo di trovare spiegazioni rispetto a questioni passate o di evitare disagi futuri. L'overthinking è una modalità che la persona attua per risolvere un problema e che diventa un ulteriore problema da risolvere, è fonte non solo di ansia ma anche di frustrazione e rabbia.
Premesso che tutti noi abbiamo bisogno di trovare un senso, una coerenza interna a quel che ci accade e la capacità di riflettere costituisce una forma di autoregolazione in grado anche di stimolare un processo decisionale, l'overthinking si distingue per il suo girare su se stesso, spesso su qualcosa che non può essere risolto, porta ad un blocco, alla perdita di energie ed è fonte di stress.
Finchè non consentirà almeno l'ottenimento di medaglie, abbiamo antidoti per contenere questa tendenza?
In rete è possibile trovare validi suggerimenti che comprendono l'utilizzo di tecniche di rilassamento, la defusione o l'uso della scrittura. Detto questo, non bisogna dimenticarsi che una modalità di questo tipo si attiva, in alcune persone, come tentativo di affrontare una situazione problematica. Scendere a patti col bisogno di controllo, comprendere quale situazione abbia generato questo processo ed adottare stili più funzionali, possono essere obiettivi di un percorso terapeutico.

“Perfetti o felici” è lo sfidante, e provocatorio, titolo di un libro di Stefania Andreoli che colpisce la mia attenzion...
06/09/2024

“Perfetti o felici” è lo sfidante, e provocatorio, titolo di un libro di Stefania Andreoli che colpisce la mia attenzione mentre cerco spunti in libreria. Perché sfidante? Perché presuppone la necessità di una scelta: vuoi essere felice o essere perfett*? Lasciando intendere che una possibilità escluda automaticamente l'altra. Perché provocatorio? Perchè contiene una sfida nella sfida che obbliga ad una riflessione su una criticità: si può realmente essere perfetti? Mi fermo su questo aspetto, spesso portato in stanza di terapia con non poca sofferenza.

Razionalmente la maggior parte delle persone sa che la perfezione non esiste, vien da sé che tendere verso quello che non c'è, significa condannarsi a non raggiungere mai l'obiettivo alimentando parallelamente il senso di inadeguatezza. L'emotivo, però, parla un'altra lingua e quel che so razionalmente non è detto che lo “sappia” anche emotivamente. Quali i bisogni alla base del perfezionismo? Il bisogno di sicurezza, quello di essere accettati, approvati, il bisogno di appartenenza.

La ricerca della perfezione è la modalità appresa per soddisfare il più profondo bisogno di essere amati.
Questo rende vitale quello sforzo sovrumano per eccellere perché rappresenta la falsa promessa che non si verrà più rifiutati, abbandonati, disapprovati.

Sono sintomi di tipo ansioso e depressivo quelli che spesso portano la persona perfezionista a trovare il coraggio di chiedere aiuto.
Come può aiutare la terapia? Cambiando lo sguardo sulla storia della persona, aiutandola a liberarsi dai condizionamenti provenienti dalle prime esperienze, ad essere più indulgente con sé stessa affinché scopra di avere sostanza e valore senza dover necessariamente fare tutta quella fatica e possa sviluppare modi più sani per soddisfare i propri bisogni.

18/03/2024

"Cosa ti piace fare?"
E' una domanda che pongo spesso durante la prima seduta di terapia, un incontro dedicato principalmente a raccogliere informazioni di carattere generale sulla persona, sul motivo della richiesta e sul cambiamento desiderato. Nel corso del colloquio ritaglio sempre un tempo per comprendere quale sia l'area di nutrimento di chi ho davanti, in cosa si rifugi quando qualcosa non va, da dove ricavi le energie, in che modo si riconnetta con se stessa. E' una domanda complessa, al di là delle apparenze, che il più delle volte sorprende la persona. Da un lato questo avviene perché si arriva a parlare con un terapeuta preparati a spiegare tutto quello che non sta funzionando in quel momento, dall'altro perché impone alla persona di esplorare uno spazio interno nel quale non sempre ci inoltriamo o che, per varie ragioni, abbiamo messo in pausa. Non è necessario avere l'hobby, non sono alla ricerca della "passione della vita", quel che ritengo importante è che ognuno possa individuare il proprio "movimento", quello che si rivela una risorsa anche quando la vita è particolarmente sfidante contribuendo, insieme ad altro, alla nostra "sopravvivenza".

24/12/2023

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