20/10/2025
“Psicologia L'uomo vissuto senza il 90% del cervello
La storia di un paziente arrivato a 44 anni senza sapere di aver perso la maggior parte dei propri neuroni: un caso clinico che interroga sulla vera natura della coscienza.
Nel 2007, un uomo si presentò in un ospedale francese lamentando solo un leggero fastidio alla gamba.
Quello che i medici scoprirono sembrava sfidare ogni logica: il suo cranio era quasi completamente riempito di liquido cefalorrachidiano. Aveva solo il 10% del cervello rimasto — eppure conduceva una vita perfettamente normale.
Era sposato, uomo di famiglia, laborioso e pienamente consapevole di sé.
Il caso, pubblicato su The Lancet, ha lasciato la comunità scientifica sconcertata: come si può pensare, amare ed esistere con quasi nessun cervello?
Gli esami rivelarono che soffriva di idrocefalia fin dall’infanzia. Col tempo, il cervello era stato lentamente compresso, fino a ridursi a un sottile strato di tessuto.
Ma invece di cedere, l’organo più enigmatico del corpo umano fece l’impensabile: si riorganizzò.
Anni dopo, lo psicologo Axel Cleeremans spiegò che si trattava di un esempio estremo di plasticità cerebrale — la capacità del cervello di riapprendere, ricostruire e reinventarsi.
Il 10% rimasto aveva assunto le funzioni dell’intero cervello, creando una nuova architettura della mente e preservando l’identità dell’uomo.
Questo caso ha ridefinito i confini delle neuroscienze e della coscienza.
Ha dimostrato che il cervello, anche quando ridotto al minimo, non cede: si adatta.
E forse ha rivelato qualcosa di ancora più profondo — che l’essenza umana non risiede nella quantità di materia grigia posseduta, ma nella forza silenziosa con cui lottiamo per rimanere chi siamo.”
Credit: L. Vicentini
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