DALL'ERBORISTA N°9 NOVEMBRE 2013 :
«La Magnolia» è stata una delle prime erboristerie di Lecce. Aperta 34 anni fa, è stata rilevata da Marco Colucci, l’attuale titolare,11 anni fa. Il negozio, vicino al centro del capoluogo salentino, offre un’ampia scelta di prodotti di origine vegetale, erbe, integratori, cosmetici e anche un fornitissimo reparto di alimenti biologici. Inizialmente come cliente del negozio che ho poi rilevato, un’erboristeria storica, che introdusse in città l’impiego delle erbe secondo la tradizione svizzera e anche i prodot- ti della dieta macrobiotica. Quando ho deciso di subentrare come titolare, ho posto una condizione che per me era es- senziale, che potesse cioè avvenire quella trasmissione del sapere professionale che un tempo si faceva per molti me- stieri e che oggi si è un po’ persa. Ho seguito quindi la titolare in erboristeria per 3 mesi e, dopo il passaggio di proprietà, abbiamo lavorato fianco a fianco per un anno. Ho potuto così non soltanto conoscere i clienti, ma anche impara- re gradualmente i «segreti del mestiere», come utilizzare le erbe nelle varie situazioni, i prodotti presenti sul mercato, come rispondere alle richieste del cliente. Ho passato me- si a prendere appunti e ad approfondire, con lo studio, i problemi che emergevano in erboristeria, privilegiando sempre l’approccio scientifico che mi è congeniale. Terminata la fase di apprendistato...
È andato tutto bene, anche perché i clienti avevano avu- to modo di conoscermi e hanno accolto bene i cambia- menti che ho gradualmente introdotto in negozio. Avendo una laurea in ingegneria, ho dovuto creare una formazione specifica e ho investito molto su quest’aspetto. Ho frequentato prima il corso di perfezionamento in fitoterapia e piante officinali dell’Università di Viterbo, poi un master in naturopatia all’Università ‘La Sapienza’ di Roma. Ho cercato di imprimere un taglio più scientifico all’erboristeria e alla proposta al cliente e ho rinnovato i fornitori selezionando un numero ristretto di aziende per l’area del «curativo» e offrendo invece più aziende, a partire da quelle più note, per il reparto della cosmesi. Oggi ho circa una trentina di fornitori per le varie tipologie di prodotti: fitopreparati, integratori e un ampio reparto
alimentare, che comprende anche il fresco. Ho
voluto, infatti, mantenere l’attenzione di questa erboristeria agli aspetti nutrizionali, spostandola
dalla macrobiotica al biologico. Infine, qualche mese
fa ho ristrutturato il locale. Avevo in mente questo progetto da un po’ di tempo e, superati alcuni intoppi burocratici, ho riorganizzato gli spazi dell’erboristeria rendendola più pratica e funzionale alle esigenze mie e del cliente, con un’isola centrale e i prodotti a vista. Nell’approccio al cliente, qual è l’aspetto che considera prioritario? La personalizzazione del consiglio e del modulo di inter- vento. Cerco sempre di entrare in empatia con la persona che ho davanti a me, di interpretare le sue esigenze, se è disponibile a seguire un percorso. Per esempio, nel caso dei fiori di Bach non sono io a proporli, ma aspetto che sia il cliente stesso a farmi questa richiesta.
È ottimista sul futuro di questo settore? Sono soddisfatto di come sta andando la mia erboriste- ria anche se, come molti colleghi, nell’ultimo anno ho risentito della crisi e purtroppo ho dovuto rinunciare a una dipendente. E negli ultimi mesi ho visto ridursi gradualmente i clienti con fasce di reddito basse, a vantaggio di quelli che hanno maggiori possibilità economiche. In generale, il settore erboristico sembra risentire meno della crisi di altri e sono convinto che abbia anche molte potenzialità. Basta saperle cogliere con lo spirito giusto. Credo che la chiave per resistere sia puntare sulla qua- lità dei prodotti e selezionare quindi aziende serie diffi- dando dei prezzi troppo bassi, dietro i quali spesso si na- scondono preparati poco efficaci che, sui tempi lunghi, non reggono la concorrenza. La scelta che ho fatto qualche anno fa, investendo ener- gia e impegno in un lavoro che mi piace, è definitiva. E ciò che ho costruito in questi anni è, come si dice, tutta farina del mio sacco. Non dico che qualcuno remi contro questo settore in modo esplicito, ma è un dato di fatto, per esempio, che i medici ci ignorano completamente e anche quando prescrivono un prodotto naturale, il riferimento resta la farmacia. Sarebbe auspicabile, invece, aprire un varco in questo muro di indifferenza per sperimentare le forme possibili di collaborazione.