
31/07/2025
Per tutti quelli che: “lasciali piangere, così si viziano”.
I neonati piangono perché è il loro principale mezzo di comunicazione, utile per esprimere bisogni e disagio. Ignorare sistematicamente questi segnali può avere conseguenze profonde sullo sviluppo del bambino. Quando un neonato non viene consolato, il suo corpo rilascia grandi quantità di cortisolo, l’ormone dello stress. Se questo avviene di frequente, può alterare lo sviluppo del cervello, del sistema nervoso e del sistema immunitario—a un livello che gli scienziati definiscono “impronta biologica”.
Lo stress cronico nei primi anni di vita può cambiare la struttura del cervello, soprattutto nelle aree che regolano emozioni, memoria e autocontrollo. Studi su bambini trascurati mostrano un aumento del volume dell’amigdala (legata alla paura), riduzione della sostanza bianca (importante per l’apprendimento) e rallentato sviluppo della corteccia prefrontale, che gestisce le decisioni e le emozioni.
Anche il legame affettivo ne risente: i bambini che vengono regolarmente consolati imparano a fidarsi e sviluppano un attaccamento sicuro. Al contrario, chi viene lasciato a piangere ripetutamente può sviluppare un attaccamento insicuro, diventando più ansioso, emotivamente distaccato o incapace di gestire lo stress.
Le conseguenze non sono solo psicologiche. Lo stress precoce può alterare l’equilibrio ormonale e indebolire le difese immunitarie, aumentando il rischio, da adulti, di patologie come depressione, malattie cardiache e diabete. A livello comportamentale, questi bambini sono più soggetti ad ansia, aggressività, difficoltà di attenzione e rendimenti scolastici inferiori, soprattutto in linguaggio e problem-solving.
In sintesi: rispondere al pianto di un bambino non è viziarlo, ma fornire una base sicura per il suo sviluppo emotivo, cognitivo e fisico. Ogni gesto di conforto aiuta a costruire il cervello e la salute futura del bambino.